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STAMPA e WEB 2020
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ARTICOLI STAMPA e WEB ASSOCIAZIONE 2020  
 

MERCOLEDI' 1 GENNAIO 2020

2020 ANNO IMPORTANTE PER L'ASSOCIAZIONE

1 gennaio 2020 - Questo sarà un anno importante per la nostra Associazione: il 29 maggio cadrà la ricorrenza del 35° Anniversario della Strage dello Stadio Heysel con le sue solenni commemorazioni nazionali ed europee, alle quali, impegni permettendo, vorremmo presenziare. Inoltre auspichiamo la realizzazione di alcune iniziative ispirate al nostro statuto, proposte alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alle istituzioni dello Sport, quali ad esempio: l'istituzione della "Giornata Nazionale contro la violenza nello sport", uno spazio museale nazionale, il nostro progetto scolastico di sensibilizzazione all'educazione civico-sportiva dei giovani. Cogliamo l’occasione per augurarVi un anno sereno e propizio, così come alle Vostre Famiglie. Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 1 gennaio 2020 (Testo © Tweet) Fotografie: Comune di Codogno © Icone: Pngegg.com ©

 
 

INAUGURAZIONE PARCO "VITTIME HEYSEL 29 MAGGIO 1985"

Messaggio del Presidente Andrea Lorentini alle Autorità ed ai Cittadini di Portomaggiore (FE)

"A nome dell'Associazione fra i familiari delle vittime dell'Heysel che ho il privilegio di rappresentare, voglio ringraziare il consigliere comunale dalla quale interrogazione è nata la proposta e l'Amministrazione Comunale di Portomaggiore per aver scelto di intitolare un parco pubblico in memoria dei nostri cari. Si tratta di un gesto che abbiamo apprezzato moltissimo e per il quale ci complimentiamo. Iniziative come questa non hanno solamente un valore simbolico, ma servono per fissare la memoria che ha bisogno di gesti concreti per non scadere in un inutile esercizio di retorica. Un parco pubblico è un luogo frequentato da famiglie, giovani, da cittadini comuni che da oggi in poi, leggendo quella targa avranno l'opportunità di informarsi, conoscere, approfondire una tragedia che è di tutto lo sport italiano ed europeo. Come associazione in questi anni abbiamo sviluppato progetto di educazione civico-sportiva partendo dalla memoria di quell'infausto 29 maggio 1985 perché la memoria non resti fine a sé stessa. Un caro saluto". Andrea Lorentini (Presidente Associazione fra i familiari delle vittime dell'Heysel) Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 22 febbraio 2020 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Il Milan ricorda

di Matteo Calcagni

Il Milan, intervenuto su Twitter, ha ricordato l'omaggio del Milan e di Franco Baresi, quando il capitano rossonero nel 1990 portò un mazzo di 39 rosse sul prato dell'Heysel. (NdR: gesto memorabile prima di Malines-Milan, incontro della Coppa dei Campioni incredibilmente disputato allo stadio Heysel di Bruxelles il 7 marzo 1990, nonostante le proteste della nostra Associazione) Fonte: Milannews.it © 7 marzo 2020 (Testo © Video) Icone: Pngegg.com ©

 
 
 

Codogno intitola una Piazza alle Vittime dell'Heysel

Il comune di Codogno ha deciso d'intitolare una via cittadina alla memoria delle vittime dell’Heysel. La cerimonia di intitolazione si svolgerà il prossimo 29 maggio in occasione del 35esimo anniversario della strage. L’Associazione ringrazia di cuore il sindaco Passerini e l’intera giunta comunale per il tributo alla memoria dei nostri cari.

"Codogno è stato uno dei luoghi simbolo dell’emergenza che abbiamo vissuto in questi mesi. Dal 29 maggio sarà, però, anche uno dei comuni italiani che avrà scelto di ricordare per sempre la tragedia di Bruxelles. Verrà, infatti, intitolata una via in memoria delle vittime dell’Heysel. Ho ringraziato personalmente il sindaco Passerini per questo gesto. "Per noi quel giorno sarà anche un modo per provare a ricominciare facendo memoria per le future generazioni" mi ha detto al telefono. Ci siamo dati appuntamento appena sarà possibile per un’iniziativa insieme coinvolgendo anche le scuole del comune. Da una delle città più ferite, un messaggio di speranza per il futuro. Grazie sindaco, forza Codogno !". Andrea Lorentini (Presidente Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel) Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 20 maggio 2020 Icone: Pngegg.com ©

 
 

In memoria delle vittime dell'Heysel

Tra qualche giorno, precisamente il 29 di maggio, ricorrerà il 35°anniversario della strage dell'Heysel. In quel 29 maggio del 1985, il calcio mondiale ha vissuto una delle pagine più tragiche della sua storia. Il Consiglio regionale ha osservato un minuto di silenzio, preceduto dall'intervento del presidente Stefano Allasia: "Poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool, dal settore Z dello stadio Heysel di Bruxelles, occupato per lo più da tifosi italiani, migliaia di tifosi inglesi, cosiddetti hooligan - cominciarono a spingersi verso il settore Z ad ondate con violenza inaudita, costringendo semplici spettatori, juventini e non, impauriti, ad indietreggiare ed ammassarsi contro il muro opposto al settore della curva occupato dai sostenitori del Liverpool. Nella grande ressa che venne a crearsi, alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare gli ostacoli ed entrare nel settore adiacente, altri ancora si ferirono contro le recinzioni. Il muro ad un certo punto crollò per il troppo peso, moltissime persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e uccise nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Alla fine il bilancio fu tragico: persero la vita 39 persone di cui 32 italiane, ed altre 600 rimasero ferite. In ricordo di chi perse la vita quel giorno, e volendo divulgare un messaggio di pace contro ogni forma di violenza, fisica e verbale, nel calcio come negli altri sport, chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio". Fonte: Cr.piemonte.it © 26 maggio 2020 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Il Consiglio Regionale ricorda le vittime dell'Heysel

di Cinzia Gatti

Il Presidente di Palazzo Lascaris Stefano Allasia ha annunciato un minuto di silenzio.

Il Consiglio Regionale ricorda con un minuto di silenzio le vittime dell’Heysel, a pochi giorni dal tragico anniversario. Era il 29 maggio 1985 quando, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool allo stadio di Bruxelles, morirono 39 persone - di cui 32 italiane - e ne rimasero ferite oltre 600. "Tra pochi giorni - ha detto in apertura di seduta in videoconferenza il Presidente di Palazzo Lascaris, Stefano Allasia - ricorre la strage dell’Heysel, che è una delle pagine più tragiche della storia del calcio mondiale". "Propongo in minuto di silenzio per ricordare chi perse la vita quel giorno" ha concluso. Fonte: Torinoggi.it © 26 maggio 2020 Tweet: Associazione Familiari Vittime Heysel ©  Fotografie: © Icone: Pngegg.com ©

 
 

Politica / Camerano

"La tragedia dell'Heysel 35 anni dopo:

"Intitolare uno spazio pubblico alle vittime"

Lorenzo Rabini (Fdi) sostiene la proposta dello Juve Club Camerano: "Il Consiglio comunale la approvi, quel giorno allo stadio c'erano tanti cameranesi".

Il 29 maggio del 1985 si giocò allo stadio "Heysel" di Bruxelles, la finale di Coppa Campioni tra la Juventus ed il Liverpool, ma il risultato sportivo di quella notte fu niente al confronto della tragedia che colpì il mondo dello sport che assistette poco prima dell'inizio gara, ad una incredibile bagarre scatenata dai tifosi inglesi in una parte dello stadio che purtroppo era adiacente a quella dove vennero posizionati anche moltissimi tifosi bianconeri (la tifoseria organizzata della Juve era dall'altra parte dello stadio). L'assalto degli hooligans inglesi scatenò una ressa incredibile, tanto che crollò un muro della gradinata per il troppo peso delle persone che si erano accalcate per tentare la fuga verso il campo di gioco o cercando di saltare addirittura il muro stesso della famigerata "curva Z". Uomini e donne, famiglie, ragazzini schiacciati uno sopra l'altro per tentare la fuga ma, senza saperlo, lanciati, purtroppo verso la morte. Morirono 39 persone di cui 32 Italiani e 600 fu la somma dei feriti dopo il crollo del muro. "Lo Juventus Club Camerano Bianconera, la cui bellissima ed accogliente sede (oltre 100 posti per i soci) fu inaugurata dal sindaco Del Bello nel marzo del 2018, in via Pacinotti, all'interno dello stabile dell'Hotel Tre Querce, ha già da tempo inviato al Comune di Camerano una proposta per intitolare uno spazio pubblico (parco, area verde o altro), proprio al ricordo delle vittime dell'Heysel - dichiara Lorenzo Rabini, capogruppo di Camerano Operazione Futuro - Vorrei ricordare che in quella tragica occasione, molti furono anche i cameranesi presenti allo stadio della tragedia, fortunatamente tutti ritornarono a casa, ma la paura di quei momenti resterà indelebile così come la fortissima preoccupazione delle famiglie. Credo dunque - conclude Rabini - che sia giunto il momento che il Consiglio comunale possa discutere ed approvare un ordine del giorno sulla proposta formulata dallo Juve Club: sarebbe un gesto di grande sensibilità sportiva ed umana, qui non è in gioco certo la faziosità o il tifo, ma semplicemente la voglia di una memoria condivisa per non dimenticare quanto accaduto e trarne lezioni di sportività e di vita". Fonte: Anconatoday.it © 27 maggio 2020 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Heysel, l’avvocato Claudio Pasqualin:

"Per i familiari delle vittime risarcimenti che sono briciole"

di Antonio Simeoli

Il "re del calciomercato" rivive le tormentate fasi del procedimento giudiziario: "Ricordo i volti degli hooligans imputati e il loro sguardo perso nel vuoto".

Alessandro Del Piero quel 29 maggio 1985 non aveva nemmeno 11 anni, 12 anni dopo avrebbe alzato a Roma la Coppa dei Campioni, quella "vera" per la Juventus. Claudio Pasqualin, avvocato vicentino di origini friulane, è stato il celebre procuratore di Del Piero. Prima di diventare re del calciomercato fu uno dei legali italiani che seguirono il processo che cercò di trovare dei colpevoli alla tragedia dell’Heysel. Assisteva per la parte civile la moglie di Nisio Fabbro, una delle 39 vittime. "Fu una disgrazia immane e alla fine i familiari delle vittime ebbero solo briciole - ricorda - È vero, la perdita di una persona cara non potrò mai avere prezzo, ma quello che accadde negli anni successivi a Bruxelles, nell’interminabile coda giudiziaria della tragedia, per quei familiari, se possibile, aggiunse dolore al dolore. Il "re del calciomercato" allora aveva 45 anni, cominciò a seguire le vicende processuali dell’Heysel mettendosi innanzi tutto in contatto e lavorando in sinergia con l’Associazione familiari delle vittime che nel frattempo Otello Lorentini ad Arezzo aveva costituito. "Ricordo quando arrivai per la prima volta all’aeroporto di Bruxelles per l’udienza inaugurale. Presi un taxi diretto al palazzo di giustizia. Il taxista dallo specchietto mi squadrava, a un certo punto mi chiese cosa andassi a fare al Palazzo di giustizia, io nominai la parola Heysel e notai subito sul suo volto una sincera commozione. Corse ad aprirmi la porta, non volle un franco, e mi batté più volte la mano sulla spalla: "Courage". "Ce ne volle in quelle interminabili udienze. Degli hooligans protagonisti dell’orda, solo 26 vennero portati davanti a un giudice". Qui il ricordo di Pasqualin è nitido: "Quei ragazzi avevano sguardi persi nel vuoto, mentre il magistrato leggeva i loro nomi e cognomi e accanto pronunciava per tutti due parole: "Sans occupation". Molti di loro riuscimmo a inchiodarli alle loro responsabilità guardando e riguardando i fotogrammi delle immagini tv. Non c’erano le tecnologie di adesso, fu un’impresa titanica perché c’erano 18 ore di immagini da scandagliare". Trentacinque anni dopo nel legale vicentino la ferita è ancora aperta. "Ne ho avuto modo di parlare in questi anni diverse volte con l’amico Bruno Pizzul, che quel giorno fece la telecronaca della partita per la Rai: si tratta di una immane tragedia che ha cambiato la storia delle competizioni sportive". Poi quella battuta tranciante sui risarcimenti alle vittime. Che ripete e ripete: "Briciole, alle famiglie diedero le briciole".

E quelle briciole, va detto arrivarono, grazie soprattutto alla tenacia del toscano Lorentini. Da qualche anno non c’è più. Ma è stato il motore per la ricerca della giustizia. A Bruxelles, assieme al figlio Roberto, subito si salvò dalla morte riuscendo a scappare sul campo di gioco. Il figlio, però, giovane medico tornò indietro in quella carneficina per cercare di salvare un bambino e fu travolto da una seconda ondata di folla spinta dagli hooligans. Ha ricevuto per questo una medaglia d’argento al valor civile. Ma la legge belga, in un primo momento fu clemente per gli inglesi e soprattutto per Federcalcio locale e Uefa. Nel marzo 1989 in primo grado solo 13 hooligans vennero condannati a una pena mite di tre anni con la condizionale. Lievi le condanne per il capo della Federcalcio belga e per i responsabili delle forze dell’ordine, praticamente inesistenti la sera di 1985 allo stadio. L’appello, un anno dopo, almeno inchiodò l’Uefa alle proprie responsabilità. E le briciole ? Per le 39 vittime, 32 italiane, e i quasi 600 feriti, trecento dei quali in modo serio, furono decisi indennizzi da 4 a 400 milioni di lire (da 2.065 a 206 mila euro) a seconda del reddito ripartiti tra Stato, federazione belga e Uefa. Ma molti di quei soldi o non arrivarono davvero oppure servirono a malapena per pagare le spese legali. E a ogni anniversario spuntano in giro per l’Italia una vedova, un figlio, un parente che reclamano ancora quei denari. Se la Fiat, ad esempio, per ciascuna vittima stanziò 100 milioni di lire (52 mila euro circa), dalla Federcalcio italiana, invece, non arrivò alcun contributo. Il Governo del calcio condannato pur solo per il reato di omessa prevenzione ? Reagì con sdegno. Lennard Johannson, svedese, numero uno del calcio europeo, si disse addirittura "sorpreso e indignato". Le squadre inglesi furono squalificate dalle coppe europee per cinque anni, il Liverpool per sei. "È un verdetto che tende a considerare l’Uefa responsabile della sicurezza dei giocatori e degli spettatori per tutte le partite giocate in Europa, il che significa oltre 500 gare all’anno distribuite in una trentina di Paesi, scaricando gli organizzatori locali sportivi e politici, di tutte le responsabilità in materia di sicurezza", disse. E definì la sentenza "incoraggiamento alla passività per le organizzazioni locali". Nemmeno i risarcimenti per le spese mediche in Belgio arrivarono per i feriti. Le autorità sanitarie del regno chiedevano le ricevute. "Briciole dopo una tragedia immane", ripete Pasqualin. Briciole e pure meschinità. Poi l’ultimo ricordo: "Dopo un’udienza tornai all’aeroporto, riconobbi uno degli hooligans. Lo vidi passare accanto a un’edicola dove c’erano le foto in prima pagina degli imputati. Diede una distratta occhiata e tirò dritto. Con lo sguardo vuoto". Di chi aveva pensato di averla fatta franca. Fonte: Tirreno.gelocal.it © 27 maggio 2020 Video: Domenico Laudadio © Associazionefamiliarivittimeheysel.it © Icone: Pngegg.com ©

 
 

L’APPUNTAMENTO

Una commemorazione online, a 35 anni dall’Heysel

di Nicola Balice

Venerdì 29 l’anniversario della tragedia. Impossibili le celebrazioni convenzionali.

Venerdì 29 maggio ricorrerà l’anniversario numero 35 della tragedia dell’Heysel. E in Italia come in Europa, da Torino a Liverpool e Bruxelles, non sarà possibile commemorare in maniera convenzionale il ricordo delle 39 vittime di quella tragica giornata del 1985, quando la prima vittoria in Coppa dei Campioni della Juventus passò tristemente in secondo piano. L’emergenza sanitaria che gradualmente ci stiamo mettendo alle spalle non consentirà cerimonie pubbliche per evitare il rischio di assembramenti, questa situazione porterà alla moltiplicazione di momenti virtuali per onorare ugualmente la memoria dei 39 angeli che persero la vita prima di quel drammatico Liverpool-Juventus. Video e dirette social riempiranno la giornata di venerdì 29 maggio. "Avevamo in programma una giornata di formazione per le scuole a Coverciano proprio ieri, in collaborazione con Matteo Marani a cui avrebbe aderito anche la Juventus", racconta Andrea Lorentini, presidente dell’associazione "Familiari delle vittime dell’Heysel". Che spiega il cambiamento di programma: "Diffonderemo un video documentario, poi realizzeremo una diretta social a cui parteciperò in compagnia di Francesco Caremani. Ma per noi l’anniversario numero 35 non ha un significato particolare, così come il 29 maggio in sé per sé, la memoria senza l’impegno perde di valore ed è importante l’aspetto formativo che fin dalla nostra fondazione cerchiamo di portare avanti quotidianamente". In ballo c’è anche la proposta di trasformare il 29 maggio in una giornata di unione: "Siamo in contatto con il Governo per fare in modo che questo possa diventare il giorno per ricordare tutte le vittime dello sport". Commemorazioni on-line già annunciate pure da altre realtà. Anche la Juventus dedicherà ampio spazio attraverso le proprie piattaforme on-line per la commemorazione dei 39 angeli dell’Heysel, la cui memoria verrà onorata come da tradizione anche con l’illuminazione dedicata della Mole Antonelliana. Fonte: Corriere.it © 27 maggio 2020 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Codogno, una via dedicata alle vittime dell’Heysel

Era il 29 maggio 1985 e nello stadio Heysel di Bruxelles, in Belgio, era in corso la finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus di Gaetano Scirea e il Liverpool. Una partita che però non viene ricordata dalla storia per il risultato maturato sul campo, dove la Juve si laureò campione d’Europa, ma per gli *scontri che scoppiarono sugli spalti. I tifosi inglesi sfondarono le reti divisorie causando 39 morti, di cui 32 italiani sostenitori della Juventus. A 35 anni di distanza, a queste persone, le vittime della strage dell’Heysel, il Comune di Codogno ha deciso di intitolare una via cittadina. La cerimonia di intitolazione si è tenuta oggi, 29 maggio, nel giorno dell’anniversario di quella strage che ha segnato la storia del calcio. "Codogno è stato uno dei luoghi simbolo dell’emergenza che abbiamo vissuto in questi mesi - ha dichiarato Andrea Lorentini, presidente Associazione Familiari Vittime Heysel. Dal 29 maggio sarà, però, anche uno dei Comuni italiani che avrà scelto di ricordare per sempre la tragedia di Bruxelles. Verrà, infatti, intitolata una via in memoria delle vittime dell’Heysel. Ho ringraziato personalmente il sindaco Passerini per questo gesto. Ci siamo dati appuntamento appena sarà possibile per un’iniziativa insieme coinvolgendo anche le scuole del Comune. Da una delle città più ferite, un messaggio di speranza per il futuro. Grazie sindaco, forza Codogno". *(NdR: falso storico leggi Nota scontri Heysel) Fonte: Ilgazzettinometropolitano.it © 29 maggio 2020 Icone: Pngegg.com ©

 
 

LA TESTIMONIANZA

Heysel 35 anni dopo: "Mi arrabbio, dunque ricordo"

di Massimiliano Nerozzi

Andrea Lorentini perse il papà, medico, morto tentando di aiutare un bambino: "Basta cori contro, fu una tragedia di tutti. Come Superga".

Cerchiamo di dare un senso a qualcosa che senso non ha, ripete Andrea Lorentini, 38 anni, che nella notte dell’Heysel, il 29 maggio 1985, perse il papà Roberto, trentunenne medico di Arezzo. Cerca di darci un senso anche quando gli imbecilli insultano quelle 39 vittime, con i cori dalle curve o gli spray sui muri: "Mi incazzo - dice - ma proprio per questo bisogna ricordare. Perché non sia la memoria di una sola tifoseria, o di una squadra, ma sia il ricordo di tutti. Vale anche per Superga". Dopodiché, per chi si è visto seviziare la vita, è ancora più dura: "Da un punto di vista personale, l’Heysel è una di quelle ferite che non si rimarginano. Come fai a dimenticare la perdita di un genitore? Il dolore è per sempre". La battaglia di nonno Otello e dell’associazione vittime - Non rimane che combattere, allora, come ha fatto la famiglia di Andrea, da papà Roberto, che morì tentando di salvare gli altri, a nonno Otello, ferroviere in pensione e fondatore dell’associazione tra i famigliari delle vittime che, alla fine, riuscì a fare condannare la Uefa (nel 1992). Tra i responsabili di una gestione dilettantesca e criminale. Da qualche anno l’associazione s’è ricostituita, per "esercitare il diritto alla memoria, ma facendolo in maniera concreta: con iniziative di educazione civica, fino al parlamento Europeo, grazie anche ad Alberto Cirio". Per i 35 anni della tragedia c’era un’iniziativa al museo del calcio di Coverciano, boicottata dal Covid. Si rifarà. Un monumento alla Continassa - Quella notte, Roberto Lorentini era riuscito a salvarsi, scappando da una calca urlante e schiacciata, corpo su corpo, sangue su sangue, contro il muro del settore Z. Tra la carica degli hooligans del Liverpool e pezzi di cemento che arrivavano da tutte le parti.

Poi vide un bambino, Andrea Casula, 11 anni, sepolto in quella bolgia dantesca, e tornò indietro, per salvarlo. Furono travolti entrambi, da una seconda ondata di persone in fuga. Per questo, fu poi decorato con la medaglia d’argento al valor civile. Schegge di memoria che fanno male, e che il figlio - tre anni all’epoca - ha saputo solo dopo: "Quella partita non l’ho mai rivista: perché con lo sport non c’entra nulla". Tanti hanno rimosso, come raccontò Marco Tardelli, a 31 anni e 90 minuti da una Coppa Campioni che mancava alla bacheca: "Ho cercato di cancellare tutto, questa è la verità. Ma purtroppo non si cancella niente di quella serata. In cui tutti hanno perso e nessuno si è salvato. Nemmeno, e soprattutto, quei poveretti che ci hanno lasciato la vita. È stata una delle più brutte cose nella storia del calcio". Lo stesso Tardelli che, nel 2015, ebbe il coraggio e la sensibilità delle parole: "Chiedo scusa. Chiedo scusa se in qualche momento ho esultato per la vittoria: perché probabilmente l’ho fatto anch’io. Rivedendo il tutto, chiedo scusa per quello. E per quello che non hanno fatto gli altri per salvare quelle persone". Bisogna allora difendere la memoria come, da sempre, fanno gli ultrà della curva - "e mi fa piacere", dice Andrea - e come potrebbe fare lo Stato: "Ho incontrato la segretaria del ministro Spadafora, per istituire una giornata contro la violenza nello Sport". Come fa la Juve, che al J-Museum ha messo "una stele con i nomi delle vittime, e ha il progetto di un monumento, nella sede della Continassa". Anche con il nome di Roberto, che magari sarebbe potuto essere ancora qui: "Certo che ci ho pensato, ma papà era uno che donava il sangue, che faceva il volontario, e che quella sera si comportò come era lui: tentando di aiutare gli altri. A me piace ricordarlo così". Fonte: Torino.corriere.it © 29 maggio 2020 Icone: Pngegg.com ©

 
 

AREZZO

Heysel, ad Arezzo i piazzali a Roberto Lorentini

e Giusy Conti dimenticati da navigatori e indirizzi

Piazzale Roberto Lorentini e piazzale Giusy Conti: dove sono ? Digitando gli indirizzi su un qualsiasi motore di ricerca, o su un navigatore, non otterrete risposte. Perché i due piazzali intitolati alle vittime dell’Heysel di cui venerdì 29 maggio ricorreva il 35esimo anniversario e che si trovano uno allo stadio e l’altro al palazzetto delle Caselle, non sono mai stati "registrati" dai meccanismi digitali. La scoperta nel giorno del ricordo della tragedia di Bruxelles nella quale Arezzo pagò un prezzo altissimo. Tra i 39 morti per la finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool due erano aretini. Roberto Lorentini, 31 anni, medico che morì per salvare un bambino e Giusy Conti, la studentessa 17enne con la passione sfrenata per la Juventus. Nel 2007, il giorno di Arezzo-Juventus, la città li ricordò con l’intitolazione del "piazzale Roberto Lorentini" che è il parcheggio dello stadio e l’intitolazione, nell’ottobre dello stesso anno, di un altro piazzale a Giusy Conti. Quello che è al palasport delle Caselle. "Ma in tutti questi anni, la toponomastica non è cambiata", dice Francesco Caremani, giornalista e autore del libro "Heysel, la verità di una strage annunciata", scritto insieme a Otello Lorentini che fondò l’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, che oggi porta avanti il nipote Andrea. "Ci sono società sportive, come l’Arezzo, che hanno lasciato il vecchio indirizzo", dice ancora Caremani, sottolineando che "la memoria si fa anche con i piccoli gesti". Perché se le mappe on line non fanno trovare i due piazzali, anche le società sportive che si affacciano su questi non hanno mai cambiato il loro recapito. E’ il caso dell’Arezzo calcio che è rimasto in viale Gramsci. Non è così invece per la sezione Arbitri Arezzo. Il presidente Sauro Cerofolini ricorda quei due avvisi che mandò il Comune di Arezzo. "Il 9 giugno 2007 e poi il 17 ottobre sempre dello stesso anno - dice Cerofolini - venne comunicata l’intitolazione dei due piazzali. Noi come sezione decidemmo subito di cambiare l’indirizzo e adesso la sezione Aia è sita in piazzale Lorentini. Ma abbiamo il problema che il piazzale non viene riconosciuto dai navigatori e chi viene da fuori è costretto a mettere stadio comunale per trovarci". "A me dispiace che l’Arezzo, nonostante sollecitato nel tempo, non abbia cambiato il proprio indirizzo - sottolinea Andrea Lorentini - Mi auguro che prima o poi lo faccia". L’intenzione di cambiare indirizzo è anche quella Società Basket Arezzo che si trova sul piazzale Giusy Conti. Ma come fare ? La risposta è dell’ufficio toponomastica Arezzo: "Spetta alle società sportive, una volta saputo del cambio del nome di una strada. Spesso però non succede anche per una questione di comodità". Fonte: Corrierediarezzo.corr.it © 29 maggio 2020 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Perse il padre all'Heysel: "I cori sui 39 mi fanno incazzare,

la Juve pensa ad un monumento in memoria delle vittime"

Si chiama Andrea Lorentini e 35 anni fa, il 29 maggio del 1985, perse il padre Roberto nella calca dell'Heysel. Si era inizialmente salvato, ma poi vide un bimbo di 11 anni sepolto da quella bolgia. Tornò indietro per salvarlo ma entrambi finirono travolti da una seconda ondata di persone in fuga. "Da un punto di vista personale, l’Heysel è una di quelle ferite che non si rimarginano. Come fai a dimenticare la perdita di un genitore ? Il dolore è per sempre", dichiara Andrea a il Corriere di Torino. CORI DI SCHERNO - "Mi incazzo ma proprio per questo bisogna ricordare. Perché non sia la memoria di una sola tifoseria, o di una squadra, ma sia il ricordo di tutti. Vale anche per Superga. Quella partita non l’ho mai rivista: perché con lo sport non c’entra nulla". RICORDO - "Ho incontrato la segretaria del ministro Spadafora, per istituire una giornata contro la violenza nello Sport. Juve ? Al J-Museum ha messo una stele con i nomi delle vittime, e ha il progetto di un monumento, nella sede della Continassa. Papà era uno che donava il sangue, che faceva il volontario, e che quella sera si comportò come era lui: tentando di aiutare gli altri. A me piace ricordarlo così". Fonte: Ilbianconero.com © 29 maggio 2020 Fotografia: Comitato Heysel Reggio Emilia © Icone: Pngegg.com ©

 
 

L'ANNIVERSARIO

Heysel, 35 anni fa la tragedia di Bruxelles dove perse la vita anche il tuderte Franco Martelli.

"Trentacinque anni dopo è ancora più importante ricordare perché con il passare del tempo il rischio che l’Heysel venga dimenticato è reale e quindi più si va avanti e più c’è necessità di fare memoria". Andrea Lorentini è il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage dell’Heysel che oggi 29 maggio vive il suo trentacinquesimo anniversario, nonché il figlio di uno dei 39 deceduti in quella tragica serata a Bruxelles in cui si giocava la finale della Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, Roberto Lorentini. Quest’ultimo è stato anche insignito della medaglia d’argento al valor civile in quanto si era salvato dopo le prime cariche degli hooligans inglesi ma era tornato indietro, essendo medico, per prestare soccorso ai feriti sugli spalti, venendo mortalmente travolto mentre stava praticando una manovra respiratoria su un bambino. Andrea Lorentini, in un’intervista all’agenzia Italpress, ha voluto rimarcare come è giusto tenere vivo il ricordo di quel che avvenne 35 anni fa, ma vi deve essere "una memoria che, non sia fine a se stessa altrimenti sconfina nella retorica. L’Associazione dei familiari delle vittime si pone questo scopo dal 2015, da quando si è ricostituita, intende ricordare attraverso gesti e progetti concreti, in particolare iniziative di educazione civico-sportiva rivolte ai giovani. Solo così possiamo dare un senso vero alla memoria dei nostri cari". La tragedia dell'Heysel costò la vita anche a un umbro: il tuderte Franco Martelli, aveva 22 anni. Gli è stato intitolato il campo sportivo di Todi. "Per questo trentacinquesimo anniversario avremmo dovuto organizzare un’iniziativa presso il Museo del calcio di Coverciano con la collaborazione del direttore Maurizio Francini e del giornalista Matteo Marani, alla presenza degli studenti. L’emergenza Covid lo ha impedito, ma speriamo di poterla organizzare quanto prima. Il progetto più ambizioso al quale stiamo lavorando da tempo è quello di istituire in Italia la giornata nazionale contro la violenza nello sport. Abbiamo presentato la proposta al Governo e in particolare al ministero dello sport. Speriamo di poter concretizzare il tutto. Sarebbe un bel passo avanti poter creare ogni anno un momento, un’occasione ufficiale di memoria per tutte le vittime, innocenti, dello sport" conclude Lorentini. Fonte: Corrieredellumbria.corr.it © 29 maggio 2020 Fotografie: © Icone: Pngegg.com ©

 
 

A processo: offese vittime Heysel

A Napoli si è aperto il processo nei confronti della signora (Omissis), rinviata a giudizio per il reato di diffamazione per aver offeso le vittime dell’Heysel. L’imputata ha scelto di sottrarsi al dibattimento e ammettendo di fatto la propria responsabilità, ha richiesto al giudice, attraverso il proprio avvocato, di poter scontare la pena con un periodo di messa alla prova in servizi di pubblica utilità. Sarà, inoltre, obbligata ad un risarcimento nei confronti dell’Associazione (che devolveremo ovviamente in beneficienza o per finanziare progetti di educazione civico sportiva). Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 18 settembre 2020  Icone: Pngegg.com ©

 
 

GRAZIE AVELLINO

L’omaggio dell’U.S. Avellino 1912 prima del fischio d'inizio della partita contro la Renate, valevole per il 1° turno eliminatorio di Coppa Italia Serie C. Il neo capitano biancoverde Mirko Miceli, anche a nome della tifoseria irpina (rimasta fuori dall’impianto per le restrizioni imposte dalle leggi dell’emergenza sanitaria post pandemia da Covid-19) ha compiuto un gesto nobilissimo in memoria delle vittime della tragedia dell’Heysel dove 35 anni fa il 29 maggio 1985 persero la vita 39 persone prima della finale di Coppa Campioni fra Liverpool e Juventus. Deposto un fascio di fiori ai piedi della lapide commemorativa affissa in tribuna centrale nello stadio "Citta di Meda". Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 23 settembre 2020 Video: Primativvu © Icone: Pngegg.com ©

 
 

BUON 2021 !

Buonasera e ben ritrovati a tutti ! Sperando che abbiate trascorso un Natale sereno e in salute, vi auguro di cuore un 2021 di rinascita a voi e alla vostra famiglia, che sia un anno decisamente meno complicato di quello che sta per chiudersi con l'auspicio di poter tornare a vivere una vita normale e come Associazione poter riprendere a pieno le nostre attività. Un caro saluto. Andrea Lorentini (Presidente Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel) Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 27 dicembre 2020 Fotografia: Corriere di Arezzo © Icone: Pngegg.com © Grafica Logo: Gianni Valle (Studio Charivari grafica design) ©

 
   

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