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e WEB
ASSOCIAZIONE
2020 |
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MERCOLEDI' 1 GENNAIO 2020
2020 ANNO IMPORTANTE PER
L'ASSOCIAZIONE
1 gennaio
2020 - Questo sarà un anno
importante per la nostra Associazione: il 29
maggio cadrà la ricorrenza del 35° Anniversario
della Strage dello Stadio Heysel con le sue solenni
commemorazioni nazionali ed europee, alle quali,
impegni permettendo, vorremmo presenziare.
Inoltre auspichiamo la realizzazione di alcune
iniziative ispirate al nostro statuto, proposte
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e
alle istituzioni dello Sport, quali ad esempio:
l'istituzione della "Giornata Nazionale contro
la violenza nello sport", uno spazio museale
nazionale, il nostro progetto scolastico di
sensibilizzazione all'educazione civico-sportiva
dei giovani. Cogliamo l’occasione per augurarVi
un anno sereno e propizio, così
come alle Vostre Famiglie.
Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it ©
1 gennaio 2020
(Testo ©
Tweet)
Fotografie: Comune di Codogno ©
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INAUGURAZIONE PARCO
"VITTIME HEYSEL 29 MAGGIO 1985"
Messaggio del Presidente
Andrea Lorentini alle Autorità ed ai Cittadini
di Portomaggiore (FE)
"A nome dell'Associazione
fra i familiari delle vittime dell'Heysel che ho
il privilegio di rappresentare, voglio
ringraziare il consigliere comunale dalla quale
interrogazione è nata la proposta e
l'Amministrazione Comunale di Portomaggiore per
aver scelto di intitolare un parco pubblico in
memoria dei nostri cari. Si tratta di un gesto
che abbiamo apprezzato moltissimo e per il quale
ci complimentiamo. Iniziative come questa non
hanno solamente un valore simbolico, ma servono
per fissare la memoria che ha bisogno di gesti
concreti per non scadere in un inutile esercizio
di retorica. Un parco pubblico è un luogo
frequentato da famiglie, giovani, da cittadini
comuni che da oggi in poi, leggendo quella targa
avranno l'opportunità di informarsi, conoscere,
approfondire una tragedia che è di tutto lo
sport italiano ed europeo. Come associazione in
questi anni abbiamo sviluppato progetto di
educazione civico-sportiva partendo dalla
memoria di quell'infausto 29 maggio 1985 perché
la memoria non resti fine a sé stessa. Un caro
saluto". Andrea Lorentini (Presidente
Associazione fra i familiari delle vittime
dell'Heysel)
Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 22
febbraio 2020
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Il Milan ricorda
di Matteo Calcagni
Il Milan, intervenuto su Twitter, ha ricordato
l'omaggio del Milan e di Franco Baresi,
quando il capitano rossonero nel 1990 portò un
mazzo di 39 rosse sul prato dell'Heysel.
(NdR: gesto memorabile prima di
Malines-Milan, incontro della Coppa dei Campioni
incredibilmente disputato allo
stadio Heysel di Bruxelles il 7
marzo 1990, nonostante le
proteste della nostra
Associazione)
Fonte: Milannews.it © 7 marzo 2020
(Testo ©
Video)
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Codogno
intitola una Piazza alle Vittime dell'Heysel
Il comune di
Codogno ha deciso d'intitolare una via cittadina
alla memoria delle vittime dell’Heysel. La
cerimonia di intitolazione si svolgerà il
prossimo 29 maggio in occasione del 35esimo
anniversario della strage. L’Associazione
ringrazia di cuore il sindaco Passerini e
l’intera giunta comunale per il tributo alla
memoria dei nostri cari.
"Codogno è stato
uno dei luoghi simbolo dell’emergenza che
abbiamo vissuto in questi mesi. Dal 29 maggio
sarà, però, anche uno dei comuni italiani che
avrà scelto di ricordare per sempre la tragedia
di Bruxelles. Verrà, infatti, intitolata una via
in memoria delle vittime dell’Heysel. Ho
ringraziato personalmente il sindaco Passerini
per questo gesto. "Per noi quel giorno sarà
anche un modo per provare a ricominciare facendo
memoria per le future generazioni" mi ha detto
al telefono. Ci siamo dati appuntamento appena
sarà possibile per un’iniziativa insieme
coinvolgendo anche le scuole del comune. Da una
delle città più ferite, un messaggio di speranza
per il futuro. Grazie sindaco, forza Codogno !".
Andrea Lorentini (Presidente Associazione
fra i Familiari delle
Vittime dell'Heysel)
Fonte:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it ©
20 maggio 2020
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In memoria
delle vittime dell'Heysel
Tra qualche giorno,
precisamente il 29 di maggio, ricorrerà il
35°anniversario della strage dell'Heysel. In
quel 29 maggio del 1985, il calcio mondiale ha
vissuto una delle pagine più tragiche della sua
storia. Il Consiglio regionale ha osservato un
minuto di silenzio, preceduto dall'intervento
del presidente Stefano Allasia: "Poco prima
dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni
di calcio tra Juventus e Liverpool, dal settore
Z dello stadio Heysel di Bruxelles, occupato per
lo più da tifosi italiani, migliaia di tifosi
inglesi, cosiddetti hooligan - cominciarono a
spingersi verso il settore Z ad ondate con
violenza inaudita, costringendo semplici
spettatori, juventini e non, impauriti, ad
indietreggiare ed ammassarsi contro il muro
opposto al settore della curva occupato dai
sostenitori del Liverpool. Nella grande ressa
che venne a crearsi, alcuni si lanciarono nel
vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri
cercarono di scavalcare gli ostacoli ed entrare
nel settore adiacente, altri ancora si ferirono
contro le recinzioni. Il muro ad un certo punto
crollò per il troppo peso, moltissime persone
rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e
uccise nella corsa verso una via d'uscita, per
molti rappresentata da un varco aperto verso il
campo da gioco. Alla fine il bilancio fu
tragico: persero la vita 39 persone di cui 32
italiane, ed altre 600 rimasero ferite. In
ricordo di chi perse la vita quel giorno, e
volendo divulgare un messaggio di pace contro
ogni forma di violenza, fisica e verbale, nel
calcio come negli altri sport, chiedo al
Consiglio regionale di voler osservare un minuto
di silenzio".
Fonte: Cr.piemonte.it © 26 maggio 2020
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Il Consiglio
Regionale ricorda le vittime dell'Heysel
di Cinzia Gatti
Il Presidente
di Palazzo Lascaris Stefano Allasia ha
annunciato un minuto di silenzio.
Il Consiglio Regionale
ricorda con un minuto di silenzio le vittime
dell’Heysel, a pochi giorni dal tragico
anniversario. Era il 29 maggio 1985 quando, poco
prima dell’inizio della finale di Coppa dei
Campioni tra Juventus e Liverpool allo stadio di
Bruxelles, morirono 39 persone - di cui 32
italiane - e ne rimasero ferite oltre 600. "Tra
pochi giorni - ha detto in apertura di seduta in
videoconferenza il Presidente di Palazzo
Lascaris, Stefano Allasia - ricorre la strage
dell’Heysel, che è una delle pagine più tragiche
della storia del calcio mondiale". "Propongo in
minuto di silenzio per ricordare chi perse la
vita quel giorno" ha concluso.
Fonte: Torinoggi.it © 26 maggio 2020
Tweet: Associazione Familiari Vittime Heysel
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Politica /
Camerano
"La tragedia
dell'Heysel 35 anni dopo:
"Intitolare uno
spazio pubblico alle vittime"
Lorenzo Rabini
(Fdi) sostiene la proposta dello Juve Club
Camerano: "Il Consiglio comunale la approvi,
quel giorno allo stadio c'erano tanti
cameranesi".
Il 29 maggio del 1985
si giocò allo stadio "Heysel" di Bruxelles, la
finale di Coppa Campioni tra la Juventus ed il
Liverpool, ma il risultato sportivo di quella
notte fu niente al confronto della tragedia che
colpì il mondo dello sport che assistette poco
prima dell'inizio gara, ad una incredibile
bagarre scatenata dai tifosi inglesi in una
parte dello stadio che purtroppo era adiacente a
quella dove vennero posizionati anche moltissimi
tifosi bianconeri (la tifoseria organizzata
della Juve era dall'altra parte dello stadio).
L'assalto degli hooligans inglesi scatenò una
ressa incredibile, tanto che crollò un muro
della gradinata per il troppo peso delle persone
che si erano accalcate per tentare la fuga verso
il campo di gioco o cercando di saltare
addirittura il muro stesso della famigerata
"curva Z". Uomini e donne, famiglie, ragazzini
schiacciati uno sopra l'altro per tentare la
fuga ma, senza saperlo, lanciati, purtroppo
verso la morte. Morirono 39 persone di cui 32
Italiani e 600 fu la somma dei feriti dopo il
crollo del muro. "Lo Juventus Club Camerano
Bianconera, la cui bellissima ed accogliente
sede (oltre 100 posti per i soci) fu inaugurata
dal sindaco Del Bello nel marzo del 2018, in via
Pacinotti, all'interno dello stabile dell'Hotel
Tre Querce, ha già da tempo inviato al Comune di
Camerano una proposta per intitolare uno spazio
pubblico (parco, area verde o altro), proprio al
ricordo delle vittime dell'Heysel - dichiara
Lorenzo Rabini, capogruppo di Camerano
Operazione Futuro - Vorrei ricordare che in
quella tragica occasione, molti furono anche i
cameranesi presenti allo stadio della tragedia,
fortunatamente tutti ritornarono a casa, ma la
paura di quei momenti resterà indelebile così
come la fortissima preoccupazione delle
famiglie. Credo dunque - conclude Rabini - che
sia giunto il momento che il Consiglio comunale
possa discutere ed approvare un ordine del
giorno sulla proposta formulata dallo Juve Club:
sarebbe un gesto di grande sensibilità sportiva
ed umana, qui non è in gioco certo la faziosità
o il tifo, ma semplicemente la voglia di una
memoria condivisa per non dimenticare quanto
accaduto e trarne lezioni di sportività e di
vita".
Fonte: Anconatoday.it
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27 maggio 2020
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Heysel,
l’avvocato Claudio Pasqualin:
"Per i
familiari delle vittime risarcimenti che sono
briciole"
di Antonio
Simeoli
Il "re del
calciomercato" rivive le tormentate fasi del
procedimento giudiziario: "Ricordo i volti degli
hooligans imputati e il loro sguardo perso nel
vuoto".
Alessandro
Del Piero quel 29 maggio 1985 non aveva nemmeno
11 anni, 12 anni dopo avrebbe alzato a Roma la
Coppa dei Campioni, quella "vera" per la
Juventus. Claudio Pasqualin, avvocato vicentino
di origini friulane, è stato il celebre
procuratore di Del Piero. Prima di diventare re
del calciomercato fu uno dei legali italiani che
seguirono il processo che cercò di trovare dei
colpevoli alla tragedia dell’Heysel. Assisteva
per la parte civile la moglie di Nisio Fabbro,
una delle 39 vittime. "Fu una disgrazia immane e
alla fine i familiari delle vittime ebbero solo
briciole - ricorda - È vero, la perdita di una
persona cara non potrò mai avere prezzo, ma
quello che accadde negli anni successivi a
Bruxelles, nell’interminabile coda giudiziaria
della tragedia, per quei familiari, se
possibile, aggiunse dolore al dolore. Il "re del
calciomercato" allora aveva 45 anni, cominciò a
seguire le vicende processuali dell’Heysel
mettendosi innanzi tutto in contatto e lavorando
in sinergia con l’Associazione familiari delle
vittime che nel frattempo Otello Lorentini ad
Arezzo aveva costituito. "Ricordo quando arrivai
per la prima volta all’aeroporto di Bruxelles
per l’udienza inaugurale. Presi un taxi diretto
al palazzo di giustizia. Il taxista dallo
specchietto mi squadrava, a un certo punto mi
chiese cosa andassi a fare al Palazzo di
giustizia, io nominai la parola Heysel e notai
subito sul suo volto una sincera commozione.
Corse ad aprirmi la porta, non volle un franco,
e mi batté più volte la mano sulla spalla:
"Courage". "Ce ne volle in quelle interminabili
udienze. Degli hooligans protagonisti dell’orda,
solo 26 vennero portati davanti a un giudice".
Qui il ricordo di Pasqualin è nitido: "Quei
ragazzi avevano sguardi persi nel vuoto, mentre
il magistrato leggeva i loro nomi e cognomi e
accanto pronunciava per tutti due parole: "Sans occupation". Molti di loro riuscimmo a
inchiodarli alle loro responsabilità guardando e
riguardando i fotogrammi delle immagini tv. Non
c’erano le tecnologie di adesso, fu un’impresa
titanica perché c’erano 18 ore di immagini da
scandagliare". Trentacinque anni dopo nel legale
vicentino la ferita è ancora aperta. "Ne ho
avuto modo di parlare in questi anni diverse
volte con l’amico Bruno Pizzul, che quel giorno
fece la telecronaca della partita per la Rai: si
tratta di una immane tragedia che ha cambiato la
storia delle competizioni sportive". Poi quella
battuta tranciante sui risarcimenti alle
vittime. Che ripete e ripete: "Briciole, alle
famiglie diedero le briciole".
E quelle
briciole, va detto arrivarono, grazie
soprattutto alla tenacia del toscano Lorentini.
Da qualche anno non c’è più. Ma è stato il
motore per la ricerca della giustizia. A
Bruxelles, assieme al figlio Roberto, subito si
salvò dalla morte riuscendo a scappare sul campo
di gioco. Il figlio, però, giovane medico tornò
indietro in quella carneficina per cercare di
salvare un bambino e fu travolto da una seconda
ondata di folla spinta dagli hooligans. Ha
ricevuto per questo una medaglia d’argento al
valor civile. Ma la legge belga, in un primo
momento fu clemente per gli inglesi e
soprattutto per Federcalcio locale e Uefa. Nel
marzo 1989 in primo grado solo 13 hooligans
vennero condannati a una pena mite di tre anni
con la condizionale. Lievi le condanne per il
capo della Federcalcio belga e per i
responsabili delle forze dell’ordine,
praticamente inesistenti la sera di 1985 allo
stadio. L’appello, un anno dopo, almeno inchiodò
l’Uefa alle proprie responsabilità. E le
briciole ? Per le 39 vittime, 32 italiane, e i
quasi 600 feriti, trecento dei quali in modo
serio, furono decisi indennizzi da 4 a 400
milioni di lire (da 2.065 a 206 mila euro) a
seconda del reddito ripartiti tra Stato,
federazione belga e Uefa. Ma molti di quei soldi
o non arrivarono davvero oppure servirono a
malapena per pagare le spese legali. E a ogni
anniversario spuntano in giro per l’Italia una
vedova, un figlio, un parente che reclamano
ancora quei denari. Se la Fiat, ad esempio, per
ciascuna vittima stanziò 100 milioni di lire (52
mila euro circa), dalla Federcalcio italiana,
invece, non arrivò alcun contributo. Il Governo
del calcio condannato pur solo per il reato di
omessa prevenzione ? Reagì con sdegno. Lennard
Johannson, svedese, numero uno del calcio
europeo, si disse addirittura "sorpreso e
indignato". Le squadre inglesi furono
squalificate dalle coppe europee per cinque
anni, il Liverpool per sei. "È un verdetto che
tende a considerare l’Uefa responsabile della
sicurezza dei giocatori e degli spettatori per
tutte le partite giocate in Europa, il che
significa oltre 500 gare all’anno distribuite in
una trentina di Paesi, scaricando gli
organizzatori locali sportivi e politici, di
tutte le responsabilità in materia di
sicurezza", disse. E definì la sentenza
"incoraggiamento alla passività per le
organizzazioni locali". Nemmeno i risarcimenti
per le spese mediche in Belgio arrivarono per i
feriti. Le autorità sanitarie del regno
chiedevano le ricevute. "Briciole dopo una
tragedia immane", ripete Pasqualin. Briciole e
pure meschinità. Poi l’ultimo ricordo: "Dopo
un’udienza tornai all’aeroporto, riconobbi uno
degli hooligans. Lo vidi passare accanto a
un’edicola dove c’erano le foto in prima pagina
degli imputati. Diede una distratta occhiata e
tirò dritto. Con lo sguardo vuoto". Di chi aveva
pensato di averla fatta franca.
Fonte: Tirreno.gelocal.it ©
27 maggio 2020
Video:
Domenico Laudadio
© Associazionefamiliarivittimeheysel.it
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L’APPUNTAMENTO
Una
commemorazione online, a 35 anni dall’Heysel
di Nicola
Balice
Venerdì 29
l’anniversario della tragedia. Impossibili le
celebrazioni convenzionali.
Venerdì 29 maggio
ricorrerà l’anniversario numero 35 della
tragedia dell’Heysel. E in Italia come in
Europa, da Torino a Liverpool e Bruxelles, non
sarà possibile commemorare in maniera
convenzionale il ricordo delle 39 vittime di
quella tragica giornata del 1985, quando la
prima vittoria in Coppa dei Campioni della
Juventus passò tristemente in secondo piano.
L’emergenza sanitaria che gradualmente ci stiamo
mettendo alle spalle non consentirà cerimonie
pubbliche per evitare il rischio di
assembramenti, questa situazione porterà alla
moltiplicazione di momenti virtuali per onorare
ugualmente la memoria dei 39 angeli che persero
la vita prima di quel drammatico
Liverpool-Juventus. Video e dirette social
riempiranno la giornata di venerdì 29 maggio. "Avevamo in programma una giornata di formazione
per le scuole a Coverciano proprio ieri, in
collaborazione con Matteo Marani a cui avrebbe
aderito anche la Juventus", racconta Andrea
Lorentini, presidente dell’associazione
"Familiari delle vittime dell’Heysel". Che
spiega il cambiamento di programma: "Diffonderemo un video documentario, poi
realizzeremo una diretta social a cui
parteciperò in compagnia di Francesco Caremani.
Ma per noi l’anniversario numero 35 non ha un
significato particolare, così come il 29 maggio
in sé per sé, la memoria senza l’impegno perde
di valore ed è importante l’aspetto formativo
che fin dalla nostra fondazione cerchiamo di
portare avanti quotidianamente". In ballo c’è
anche la proposta di trasformare il 29 maggio in
una giornata di unione: "Siamo in contatto con
il Governo per fare in modo che questo possa
diventare il giorno per ricordare tutte le
vittime dello sport". Commemorazioni on-line già
annunciate pure da altre realtà. Anche la
Juventus dedicherà ampio spazio attraverso le
proprie piattaforme on-line per la
commemorazione dei 39 angeli dell’Heysel, la cui
memoria verrà onorata come da tradizione anche
con l’illuminazione dedicata della Mole
Antonelliana.
Fonte:
Corriere.it ©
27 maggio 2020
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Codogno,
una via dedicata alle vittime dell’Heysel
Era il 29 maggio 1985 e
nello stadio Heysel di Bruxelles, in Belgio, era
in corso la finale di Coppa dei Campioni tra la
Juventus di Gaetano Scirea e il Liverpool. Una
partita che però non viene ricordata dalla
storia per il risultato maturato sul campo, dove
la Juve si laureò campione d’Europa, ma per gli
*scontri che scoppiarono sugli spalti. I tifosi
inglesi sfondarono le reti divisorie causando 39
morti, di cui 32 italiani sostenitori della
Juventus. A 35 anni di distanza, a queste
persone, le vittime della strage dell’Heysel, il
Comune di Codogno ha deciso di intitolare una
via cittadina. La cerimonia di intitolazione si
è tenuta oggi, 29 maggio, nel giorno
dell’anniversario di quella strage che ha
segnato la storia del calcio. "Codogno è stato
uno dei luoghi simbolo dell’emergenza che
abbiamo vissuto in questi mesi - ha dichiarato
Andrea Lorentini, presidente Associazione
Familiari Vittime Heysel. Dal 29 maggio sarà,
però, anche uno dei Comuni italiani che avrà
scelto di ricordare per sempre la tragedia di
Bruxelles. Verrà, infatti, intitolata una via in
memoria delle vittime dell’Heysel. Ho
ringraziato personalmente il sindaco Passerini
per questo gesto. Ci siamo dati appuntamento
appena sarà possibile per un’iniziativa insieme
coinvolgendo anche le scuole del Comune. Da una
delle città più ferite, un messaggio di speranza
per il futuro. Grazie sindaco, forza Codogno". *(NdR:
falso storico leggi
Nota scontri Heysel)
Fonte: Ilgazzettinometropolitano.it
© 29 maggio 2020
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LA
TESTIMONIANZA
Heysel 35 anni
dopo: "Mi arrabbio, dunque ricordo"
di Massimiliano
Nerozzi
Andrea
Lorentini perse il papà, medico, morto tentando
di aiutare un bambino: "Basta cori contro, fu
una tragedia di tutti. Come Superga".
Cerchiamo di dare un
senso a qualcosa che senso non ha, ripete Andrea Lorentini, 38 anni, che nella notte dell’Heysel,
il 29 maggio 1985, perse il papà Roberto,
trentunenne medico di Arezzo. Cerca di darci un
senso anche quando gli imbecilli insultano
quelle 39 vittime, con i cori dalle curve o gli
spray sui muri: "Mi incazzo - dice - ma proprio
per questo bisogna ricordare. Perché non sia la
memoria di una sola tifoseria, o di una squadra,
ma sia il ricordo di tutti. Vale anche per
Superga". Dopodiché, per chi si è visto
seviziare la vita, è ancora più dura: "Da un
punto di vista personale, l’Heysel è una di
quelle ferite che non si rimarginano. Come fai a
dimenticare la perdita di un genitore? Il dolore
è per sempre".
La battaglia
di nonno Otello e dell’associazione vittime
- Non rimane che combattere, allora, come ha
fatto la famiglia di Andrea, da papà Roberto,
che morì tentando di salvare gli altri, a nonno
Otello, ferroviere in pensione e fondatore
dell’associazione tra i famigliari delle vittime
che, alla fine, riuscì a fare condannare la Uefa
(nel 1992). Tra i responsabili di una gestione
dilettantesca e criminale. Da qualche anno
l’associazione s’è ricostituita, per "esercitare
il diritto alla memoria, ma facendolo in maniera
concreta: con iniziative di educazione civica,
fino al parlamento Europeo, grazie anche ad
Alberto Cirio". Per i 35 anni della tragedia
c’era un’iniziativa al museo del calcio di
Coverciano, boicottata dal Covid. Si rifarà.
Un monumento
alla Continassa -
Quella notte, Roberto Lorentini era riuscito a
salvarsi, scappando da una calca urlante e
schiacciata, corpo su corpo, sangue su sangue,
contro il muro del settore Z. Tra la carica
degli hooligans del Liverpool e pezzi di cemento
che arrivavano da tutte le parti.
Poi vide un
bambino, Andrea Casula, 11 anni, sepolto in
quella bolgia dantesca, e tornò indietro, per
salvarlo. Furono travolti entrambi, da una
seconda ondata di persone in fuga. Per questo,
fu poi decorato con la medaglia d’argento al
valor civile. Schegge di memoria che fanno male,
e che il figlio - tre anni all’epoca - ha saputo
solo dopo: "Quella partita non l’ho mai rivista:
perché con lo sport non c’entra nulla". Tanti
hanno rimosso, come raccontò Marco Tardelli, a
31 anni e 90 minuti da una Coppa Campioni che
mancava alla bacheca: "Ho cercato di cancellare
tutto, questa è la verità. Ma purtroppo non si
cancella niente di quella serata. In cui tutti
hanno perso e nessuno si è salvato. Nemmeno, e
soprattutto, quei poveretti che ci hanno
lasciato la vita. È stata una delle più brutte
cose nella storia del calcio". Lo stesso
Tardelli che, nel 2015, ebbe il coraggio e la
sensibilità delle parole: "Chiedo scusa. Chiedo
scusa se in qualche momento ho esultato per la
vittoria: perché probabilmente l’ho fatto
anch’io. Rivedendo il tutto, chiedo scusa per
quello. E per quello che non hanno fatto gli
altri per salvare quelle persone". Bisogna
allora difendere la memoria come, da sempre,
fanno gli ultrà della curva - "e mi fa piacere",
dice Andrea - e come potrebbe fare lo Stato: "Ho
incontrato la segretaria del ministro Spadafora,
per istituire una giornata contro la violenza
nello Sport". Come fa la Juve, che al J-Museum
ha messo "una stele con i nomi delle vittime, e
ha il progetto di un monumento, nella sede della
Continassa". Anche con il nome di Roberto, che
magari sarebbe potuto essere ancora qui: "Certo
che ci ho pensato, ma papà era uno che donava il
sangue, che faceva il volontario, e che quella
sera si comportò come era lui: tentando di
aiutare gli altri. A me piace ricordarlo così".
Fonte:
Torino.corriere.it © 29 maggio 2020
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AREZZO
Heysel, ad
Arezzo i piazzali a Roberto Lorentini
e Giusy Conti
dimenticati da navigatori e indirizzi
Piazzale Roberto Lorentini e piazzale Giusy Conti: dove sono ?
Digitando gli indirizzi su un qualsiasi motore
di ricerca, o su un navigatore, non otterrete
risposte. Perché i due piazzali intitolati alle
vittime dell’Heysel di cui venerdì 29 maggio
ricorreva il 35esimo anniversario e che si
trovano uno allo stadio e l’altro al palazzetto
delle Caselle, non sono mai stati "registrati"
dai meccanismi digitali. La scoperta nel giorno
del ricordo della tragedia di Bruxelles nella
quale Arezzo pagò un prezzo altissimo. Tra i 39
morti per la finale di Coppa Campioni tra
Juventus e Liverpool due erano aretini. Roberto
Lorentini, 31 anni, medico che morì per salvare
un bambino e Giusy Conti, la studentessa 17enne
con la passione sfrenata per la Juventus. Nel
2007, il giorno di Arezzo-Juventus, la città li
ricordò con l’intitolazione del "piazzale
Roberto Lorentini" che è il parcheggio dello
stadio e l’intitolazione, nell’ottobre dello
stesso anno, di un altro piazzale a Giusy Conti.
Quello che è al palasport delle Caselle. "Ma in
tutti questi anni, la toponomastica non è
cambiata", dice Francesco Caremani, giornalista
e autore del libro "Heysel, la verità di una
strage annunciata", scritto insieme a Otello
Lorentini che fondò l’Associazione Familiari
Vittime dell’Heysel, che oggi porta avanti il
nipote Andrea. "Ci sono società sportive, come
l’Arezzo, che hanno lasciato il vecchio
indirizzo", dice ancora Caremani, sottolineando
che "la memoria si fa anche con i piccoli
gesti". Perché se le mappe on line non fanno
trovare i due piazzali, anche le società
sportive che si affacciano su questi non hanno
mai cambiato il loro recapito. E’ il caso
dell’Arezzo calcio che è rimasto in viale
Gramsci. Non è così invece per la sezione
Arbitri Arezzo. Il presidente Sauro Cerofolini
ricorda quei due avvisi che mandò il Comune di
Arezzo. "Il 9 giugno 2007 e poi il 17 ottobre
sempre dello stesso anno - dice Cerofolini -
venne comunicata l’intitolazione dei due
piazzali. Noi come sezione decidemmo subito di
cambiare l’indirizzo e adesso la sezione Aia è
sita in piazzale Lorentini. Ma abbiamo il
problema che il piazzale non viene riconosciuto
dai navigatori e chi viene da fuori è costretto
a mettere stadio comunale per trovarci". "A me
dispiace che l’Arezzo, nonostante sollecitato
nel tempo, non abbia cambiato il proprio
indirizzo - sottolinea Andrea Lorentini - Mi
auguro che prima o poi lo faccia". L’intenzione
di cambiare indirizzo è anche quella Società
Basket Arezzo che si trova sul piazzale Giusy
Conti. Ma come fare ? La risposta è dell’ufficio
toponomastica Arezzo: "Spetta alle società
sportive, una volta saputo del cambio del nome
di una strada. Spesso però non succede anche per
una questione di comodità".
Fonte: Corrierediarezzo.corr.it © 29 maggio 2020
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Perse il
padre all'Heysel: "I cori sui 39 mi fanno
incazzare,
la Juve pensa
ad un monumento in memoria delle vittime"
Si chiama Andrea
Lorentini e 35 anni fa, il 29 maggio del 1985,
perse il padre Roberto nella calca dell'Heysel.
Si era inizialmente salvato, ma poi vide un
bimbo di 11 anni sepolto da quella bolgia. Tornò
indietro per salvarlo ma entrambi finirono
travolti da una seconda ondata di persone in
fuga. "Da un punto di vista personale, l’Heysel
è una di quelle ferite che non si rimarginano.
Come fai a dimenticare la perdita di un genitore
? Il dolore è per sempre", dichiara Andrea a il
Corriere di Torino. CORI DI SCHERNO
- "Mi incazzo ma proprio per questo bisogna
ricordare. Perché non sia la memoria di una sola
tifoseria, o di una squadra, ma sia il ricordo
di tutti. Vale anche per Superga. Quella partita
non l’ho mai rivista: perché con lo sport non
c’entra nulla". RICORDO
- "Ho incontrato la segretaria del ministro
Spadafora, per istituire una giornata contro la
violenza nello Sport. Juve ? Al J-Museum ha
messo una stele con i nomi delle vittime, e ha
il progetto di un monumento, nella sede della
Continassa. Papà era uno che donava il sangue,
che faceva il volontario, e che quella sera si
comportò come era lui: tentando di aiutare gli
altri. A me piace ricordarlo così".
Fonte:
Ilbianconero.com © 29 maggio 2020
Fotografia: Comitato Heysel Reggio Emilia ©
Icone: Pngegg.com
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L'ANNIVERSARIO
Heysel, 35 anni
fa la tragedia di Bruxelles dove perse la vita
anche il tuderte Franco Martelli.
"Trentacinque
anni dopo è ancora più importante ricordare
perché con il passare del tempo il rischio che
l’Heysel venga dimenticato è reale e quindi più
si va avanti e più c’è necessità di fare
memoria". Andrea Lorentini è il presidente
dell’Associazione dei familiari delle vittime
della strage dell’Heysel che oggi 29 maggio vive
il suo trentacinquesimo anniversario, nonché il
figlio di uno dei 39 deceduti in quella tragica
serata a Bruxelles in cui si giocava la finale
della Coppa dei Campioni tra Juventus e
Liverpool, Roberto Lorentini. Quest’ultimo è
stato anche insignito della medaglia d’argento
al valor civile in quanto si era salvato dopo le
prime cariche degli hooligans inglesi ma era
tornato indietro, essendo medico, per prestare
soccorso ai feriti sugli spalti, venendo
mortalmente travolto mentre stava praticando una
manovra respiratoria su un bambino. Andrea
Lorentini, in un’intervista all’agenzia
Italpress, ha voluto rimarcare come è giusto
tenere vivo il ricordo di quel che avvenne 35
anni fa, ma vi deve essere "una memoria che, non
sia fine a se stessa altrimenti sconfina nella
retorica. L’Associazione dei familiari delle
vittime si pone questo scopo dal 2015, da quando
si è ricostituita, intende ricordare attraverso
gesti e progetti concreti, in particolare
iniziative di educazione civico-sportiva rivolte
ai giovani. Solo così possiamo dare un senso
vero alla memoria dei nostri cari". La tragedia
dell'Heysel costò la vita anche a un umbro: il
tuderte Franco Martelli, aveva 22 anni. Gli è
stato intitolato il campo sportivo di Todi. "Per
questo trentacinquesimo anniversario avremmo
dovuto organizzare un’iniziativa presso il Museo
del calcio di Coverciano con la collaborazione
del direttore Maurizio Francini e del
giornalista Matteo Marani, alla presenza degli
studenti. L’emergenza Covid lo ha impedito, ma
speriamo di poterla organizzare quanto prima. Il
progetto più ambizioso al quale stiamo lavorando
da tempo è quello di istituire in Italia la
giornata nazionale contro la violenza nello
sport. Abbiamo presentato la proposta al Governo
e in particolare al ministero dello sport.
Speriamo di poter concretizzare il tutto.
Sarebbe un bel passo avanti poter creare ogni
anno un momento, un’occasione ufficiale di
memoria per tutte le vittime, innocenti, dello
sport" conclude Lorentini.
Fonte:
Corrieredellumbria.corr.it
© 29 maggio 2020
Fotografie:
©
Icone: Pngegg.com
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A processo:
offese vittime Heysel
A Napoli si è aperto il
processo nei confronti della signora (Omissis), rinviata a giudizio per il reato di
diffamazione per aver offeso le vittime
dell’Heysel. L’imputata ha scelto di sottrarsi
al dibattimento e ammettendo di fatto la propria
responsabilità, ha richiesto al giudice,
attraverso il proprio avvocato, di poter
scontare la pena con un periodo di messa alla
prova in servizi di pubblica utilità. Sarà,
inoltre, obbligata ad un risarcimento nei
confronti dell’Associazione (che devolveremo
ovviamente in beneficienza o per finanziare
progetti di educazione civico sportiva).
Fonte:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 18 settembre
2020
Icone: Pngegg.com
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GRAZIE
AVELLINO
L’omaggio dell’U.S.
Avellino 1912 prima del fischio d'inizio della
partita contro la Renate, valevole per il 1°
turno eliminatorio di Coppa Italia Serie C. Il
neo capitano biancoverde Mirko Miceli, anche a
nome della tifoseria irpina (rimasta fuori
dall’impianto per le restrizioni imposte dalle
leggi dell’emergenza sanitaria post pandemia da
Covid-19) ha compiuto un gesto nobilissimo in
memoria delle vittime della tragedia dell’Heysel
dove 35 anni fa il 29 maggio 1985 persero la
vita 39 persone prima della finale di Coppa
Campioni fra Liverpool e Juventus. Deposto un
fascio di fiori ai piedi della lapide
commemorativa affissa in tribuna centrale nello
stadio "Citta di Meda".
Fonte: Saladellamemoriaheysel.it ©
23 settembre
2020
Video: Primativvu
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