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N E W S
ASSOCIAZIONE
17.07.2022 |
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"Quel
campo abbandonato è un pugno allo
stomaco"
L’impianto dedicato a Roberto Lorentini
nell’incuria totale "Fate qualcosa per
riaprirlo".
Ospitiamo la riflessione del nostro
giornalista Andrea Lorentini sullo stato
di degrado del campo da calcio di
Pescaiola dedicato al padre Roberto,
morto allo stadio Heysel.
"Un pugno allo
stomaco. È stata questa la sensazione
che ho provato quando ho visto le foto
che testimoniavamo lo stato di degrado e
abbandono nelle quali versa, ormai da un
anno, l’impianto sportivo di Pescaiola
intitolato a mio padre Roberto Lorentini.
A me e alla mia famiglia non interessa
entrare nella
polemica politica che si è
alimentata in questi giorni, né tanto
meno esprimere giudizi, o accertare
responsabilità, ma certamente non
possiamo assistere in maniera passiva e
senza indignarci per quanto accaduto.
Mio padre Roberto è medaglia d’argento
al valor civile, quel campo di calcio
gli è stato intitolato nel ricordo di
quel suo gesto di estremo altruismo
quando, lui medico, dopo essersi messo
in salvo dalle prime cariche degli
hooligans inglesi, tornò nella calca e
fu travolto mentre prestava soccorso ai
feriti sugli spalti. Ecco, ogni volta
che un bambino, un ragazzo, un atleta è
entrato nell’impianto di Pescaiola aveva
la consapevolezza, ricordata dalla targa
all’ingresso, di chi fosse Roberto Lorentini. Un impianto che è stato negli
anni luogo di attività di tante
importanti realtà sportive del
territorio che hanno dato la possibilità
a numerosi ragazzi di fare sport. La
storia di mio padre, come quella
dell’altra vittima aretina dell’Heysel
Giuseppina Conti, sono parte integrante
della storia di questa città e lasciare
che quell’impianto muoia è come far
morire il ricordo e l’esempio di
Roberto. Mi auguro vivamente che si
possa trovare in tempi rapidi una
soluzione, magari venendo incontro alle
società sportive per favorirne la
gestione, affinché l’impianto sia
riqualificato e gli venga restituita una
dignità, ma soprattutto possa tornare a
ospitare partite di pallone e che le
nuove generazioni possano viverlo nel
ricordo di Roberto, un simbolo della
lotta contro la violenza nello sport".
Andrea Lorentini
17
luglio 2022
Fonte:
Lanazione.it
Fotografia: Corrierediarezzo.corr.it
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HEYSEL
Le verità di una strage annunciata
Francesco Caremani ai "Martedì
Letterari" di Ostuni
"L'Heysel è una
memoria e un'eredità insieme, qualcosa
che non tutti riescono a comprendere.
L'Heysel è tutti gli anni, tutto l'anno,
non solo negli anniversari "pari".
L'Heysel sono i colleghi arrabbiati
quanto te e a parte Vincenzo Murgolo non
ne conosco altri.
L'Heysel è una serata a Rosa Marina
(Ostuni) nella quale i più grandi ti
fanno i complimenti e i più giovani ti
ringraziano per avergli raccontato una
storia che non conoscevano, perché non
erano nati.
Una serata nata grazie a una persona
unica come Vito Plantamura e Angeli
senza frontiere OdV.
Sono passati 37 anni, ne passeranno
ancora, e mentre alcuni si stanno
preparando al quarantennale... "noi
siamo ancora qua eh già", cit. Soprattutto
Andrea Lorentini e l'Associazione fra i
Familiari delle Vittime dell'Heysel".
Francesco Caremani
8 luglio 2022
Fonte:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
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ARRETIUM CUP 2022
Premio Fair Play "Otello
Lorentini" al Cesena
di Domenico Laudadio
La nostra Associazione è stata
invitata a premiare la squadra di calcio più disciplinata al
Torneo Giovanile Esordienti "Arretium Cup" organizzato dal G.S.
OlmoPonte e al quale hanno partecipato questo fine settimana
(11-12 giugno 2022) con un enorme successo di pubblico 16
società, 10 delle quali professionistiche. Un premio "alla
squadra più corretta e disciplinata" è stato riservato dagli
organizzatori del G.S. OLMOPONTE AREZZO A.S.D. che, non a caso,
l’hanno voluto intitolare alla memoria di Otello Lorentini. Nel
1985 fondò l’Associazione fra i Familiari delle Vittime
dell’Heysel che si sciolse nel 1992 al termine del processo di
cassazione di Bruxelles e poi venne rifondata nel 2015 da suo
nipote, Andrea. E proprio lui, ad Arezzo, in rappresentanza
della famiglia Lorentini e in qualità di Presidente della nuova
Associazione ha consegnato il "Premio Fair Play" intitolato in
memoria di suo nonno ai giovanissimi esordienti del Cesena.
Questo riconoscimento di lealtà e correttezza sul campo, non è
soltanto importante dal punto di vista affettivo, ma in perfetta
simbiosi con i fini statutari medesimi dell’Associazione protesa
con ogni sforzo nella missione educativa rivolta alle nuove
generazioni ai valori di civiltà nello sport. Questo torneo (il
più importante a livello giovanile della provincia) è riservato
alla categoria Esordienti (2° Anno) e vi partecipano molti dei
migliori settori giovanili delle società professionistiche
italiane di calcio. Dopo due anni di blocco forzato, causati
dalla pandemia del Covid 19, finalmente l’attività agonistica è
stata riavviata. Richieste di partecipazione numerose non
soltanto da svariate società dilettantistiche di tutta Italia,
ma anche dall'estero, persino dal Giappone.
14 giugno 2022
Fonte:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
Fotografia: Olmoponte Arezzo (Pagina Facebook)
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L'EROE
LORENTINI TRA IL CORAGGIO E LA DEDIZIONE
di
Matteo Marani
Bruno
Pizzul, campione di giornalismo pure
nell'ora della tragedia, lo chiarì
subito: "Commenterò l'incontro con il
tono più asettico possibile".
Nell'appartamento di Arezzo della
famiglia Lorentini, ansia, angoscia e
terrore assalirono, davanti al
televisore, una giovane mamma, prossima
alla laurea in Medicina, e con due figli
piccoli: Stefano di un anno e mezzo e
Andrea di 3 anni. Al telefono, è proprio
Andrea a raccontare quella sera di sua
madre, allora ventottenne, oggi medico
in pensione, e dei nonni patemi Liliana
e Otello, figure straordinarie. È
toccato a loro far crescere chi è
rimasto orfano per l'Heysel. Andrebbe
ricordato a quanti oscenamente hanno
intonato cori contro le vittime. Nello
sguardo pulito di Andrea è scritta la
parte più intima di una tragedia che per
il resto degli italiani resterà la
maggiore vissuta dal nostro sport, ma
per lui è un lutto personale. A
Bruxelles mori Roberto Lorentini,
capofamiglia e medico. Fu la sua
professione, ma soprattutto il coraggio,
a costargli la vita. Era scampato alla
prima carica degli hooligans inglesi,
eppure decise di tornare indietro per
soccorrere Andrea Casula, anni 10, più
giovane vittima dell’eccidio. Vedendolo
agonizzante, gli praticò un massaggio
cardiaco, mentre la seconda ondata si
abbatteva sul settore Z, spicchio di
curva riservato ai tifosi del Liverpool.
Nell'86, l'allora ministro Oscar Luigi
Scalfaro ha conferito a questo eroe una
medaglia d'argento al valore civile. "É
qui con me spiega Andrea e spesso la
guardo per capire l'esempio di mio
padre". Fa bene. Roberto Lorentini e
Andrea Casula furono travolti,
schiacciati e uccisi dalla barbarie dei
supporter inglesi assieme ad altri 37
morti di quel 29 maggio 1985. Sono
passati 37 anni esatti da allora, ed è
giusto ricordarlo nel giorno successivo
a una finale Champions. Non c'erano solo
tifosi della Juve, ma anche interisti
come Nino Cerullo e Mario Ronchi, e non
c'erano unicamente italiani, ma pure
belgi, francesi e un nordirlandese.
L'Italia era rappresentata per intero:
Chieti e Varese, Udine e Catania,
Bergamo e Brindisi, Perugia e Torino,
Cagliari e Genova. Da quest'ultima
veniva Barbara Lusci, la più anziana, se
si può usare questo termine per una
donna di 57 anni. Era la sua prima volta
fuori dall'Italia, non l'ha più rivista.
Dietro al numero, e appunto al ricordo
generale che vede un memoriale alla
Continassa, una piccola targa ad Anfield
e la maglia numero 39 della Nazionale
ritirata per sempre, c'è la vicenda
personale di chi la strage l'ha vissuta
in casa. Emanuela, sorella del piccolo
Andrea Casula, è vicepresidente
dell’Associazione vittime dell'Heysel,
ricostituita proprio da Andrea Lorentini
nel 2015. Entrambi hanno perso i
familiari in Belgio, oggi sono uno
accanto all'altra per non smarrire la
memoria. Con loro ci sono Riccardo Balli
di Prato e Fabrizio Landini di Torino.
Il nonno Bruno aveva una trattoria e la
Juve nel cuore la notte in cui la Uefa
si dimenticò di proteggere gli
spettatori di una partita
(NDR: Bruno,
una delle vittime, era invece il
fratello di Riccardo mentre era
Giovacchino il ristoratore a cui si fa
riferimento, nonché zio di Fabrizio).
Tra padri, mogli e figli si sentono
continuamente, ogni anno organizzano
un'assemblea. Se qualcuno è venuto a
mancare visto lo scorrere degli anni, si
sono aggiunti nipoti. Lottano perché
nessuno possa rimuovere il peso di 39
vittime. La prima associazione la mise
su Otello Lorentini per seguire il
processo che portò alla ridicola pena di
4 anni per 9 hooligans, solo un terzo
degli iniziali imputati. È stata una
farsa, come la polizia belga, il governo
locale e l'Uefa quella notte. Per
fortuna, in mezzo al dramma di una vita,
ci sono famiglie che non hanno mai
mollato e che continuano a lottare per
il ricordo. Un giorno che non smetterà
mai di urlare giustizia.
29
maggio 2022
Fonte:
Tuttosport
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IL
MUSEO DEL CALCIO RICORDA LE VITTIME
DELL’HEYSEL
CON LA MAGLIA AZZURRA N. 39
Dal 28
maggio, infatti, verrà esposta al Museo
la maglia azzurra con il numero 39, che
venne ritirata simbolicamente dalla Figc
in occasione dell’amichevole
Belgio-Italia.
Il Museo del
Calcio di Coverciano ricorda le vittime
della tragedia dell’Heysel di Bruxelles.
Da domani 28 maggio, infatti, verrà
esposta al Museo la maglia azzurra con
il numero 39, che venne ritirata
simbolicamente dalla Figc in occasione
dell’amichevole Belgio-Italia, disputata
il 13 novembre 2015. La maglia viene
collocata all’ingresso del percorso
espositivo. Il Museo del Calcio rende,
così, omaggio alla memoria dei 39 tifosi
che persero la vita nella finale di
Coppa dei Campioni, il 29 maggio 1985.
Il
Presidente della Fondazione del Museo
del Calcio, Matteo Marani, ha incontrato
al Museo Andrea Lorentini,
Presidente dell’Associazione fra i
familiari delle vittime dell’Heysel, che
nella tragedia ha perso il padre. "Il
Museo del Calcio accoglie la maglia
azzurra numero 39 per ricordare coloro
che hanno perso la vita nella tragedia
dell’Heysel - ha affermato Matteo
Marani. Il Museo è un luogo di scambio
tra le generazioni. E’, infatti,
memoria, ricordo, condivisione e si lega
alla vita di ognuno di noi e del nostro
Paese".
"E' una
ferita che non si rimarginerà mai - ha
dichiarato Andrea Lorentini - ed ogni
anno, quando si arriva a questa triste
ricorrenza, è sempre un momento di
grande sofferenza. Ringrazio il Museo
del Calcio e il Presidente Marani per
questo gesto speciale: la maglia che
viene esposta onora la memoria e
contribuisce a tenerla viva anche nel
racconto alle giovani generazioni". E’
la prima tappa di un percorso di
collaborazione tra il Museo e
l’Associazione fra i familiari delle
vittime dell’Heysel che vedrà nuove
iniziative legate alla memoria.
27
maggio 2022
Fonte:
Figc.it (Testo e Fotografie)
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