Privacy Policy Cookie Policy
EPISTOLARIO ASSOCIAZIONE
www.associazionefamiliarivittimeheysel.it   Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel
  Epistolari Associazione  
    Multimedia   Comunicati   Stampa e Web   Interviste   Eventi   Associazione   Il Presidente  

 
LETTERE APERTE   ASSOCIAZIONE 2015-2025
2024 Lettera di Davide Actis (Tifoso del Torino FC)
2022 Lettera di Claudia Rossi (In memoria di Giuseppina Conti)
2022 Lettera di Paolo Levanti ad Andrea Lorentini
2022  Lettera di Giovanna Bacci (Tifosa dell' ACF Fiorentina)
2017 Lettera dell'On. Alberto Cirio al Borgomastro di Bruxelles
2017  Lettera dell' ACF Fiorentina all'Associazione Familiari Vittime Heysel
2015 Lettera al Dottore Carlo Tavecchio (Presidente FIGC)
2015  Lettera di Andrea Lorentini al Presidente Carlo Tavecchio (FIGC)
2014 Lettera di Andrea Lorentini al Presidente Andrea Agnelli (Juventus FC)
2014  Lettera di Andrea Lorentini ai familiari delle vittime dell'Heysel
MAIL @ Associazione      MAIL @ Presidente
    29.05.2024 

Lettera di Davide Actis (Tifoso del Torino)

Immagino la sofferenza delle famiglie a distanza di quasi quarant'anni e la vostra ogni qual volta viene infangata in maniera vile ed infame la memoria di quelle povere anime morte per una fottuta partita di calcio e nonostante questo vi ammiro per la forza d'animo che avete dimostrato in questi anni per pretendere giustamente il sacrosanto rispetto per loro. Vi ammiro per le persone forti che siete e mi raccomando continuate così gli infami sono destinati ad estinguersi di fronte alla bontà e alla generosità della gente con un cuore grosso come voi. Un abbraccio enorme da un cuore granata e grazie per il rispetto che portate ogni anno ai nostri eroi il 4 maggio. In giornate come queste esiste solo il silenzio, il rispetto e una preghiera. Un abbraccio enorme a tutti voi per quello che fate, siete delle persone stupende. Un cuore granata. Davide Actis Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 29 maggio 2024   Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use) Icone: Pngegg.com ©

 
   31.10.2022 

Lettera di Claudia Rossi (In memoria di Giuseppina Conti)

Buongiorno, mi chiamo Claudia ed abito a Terni, in Umbria. Vi scrivo perché il ricordo di ciò che accadde all'Heysel nel 1985 non mi abbandona. Mai. Questo non solo per il carattere così terribile delle dinamiche legate alla tragedia, ma anche perché fu solo un caso che io e mio padre non fossimo là. Non l'ho mai raccontato, qualche volta soltanto l'ho ricordato parlando con mia mamma. Ma sento il bisogno di dirlo a qualcun altro, qualcuno che possa capirmi e non mi consideri "strana" ad avere questi pensieri, a non riuscire a dimenticare. Era il 1985, avevo 14 anni ed era una calda primavera. La scuola stava finendo, le vacanze erano alle porte. Insomma, eravamo in quella fase allegra dove l'unico pensiero era quanto caldo fosse il sole e come e quanto ci saremo divertiti quell'estate. Mio padre riuscì ad acquistare i biglietti per la finale allo stadio Heysel e tutto contento corse a casa per dircelo. Era un operaio e faceva i turni, ma era riuscito ad avere tre giorni di ferie organizzandosi con i suoi amici in squadra con lui. Era felice perché i biglietti per la finale erano introvabili, ma lui riuscì a trovarli. Ma era riuscito a trovarne soltanto due. Quindi mia madre sarebbe dovuta restare a casa. Sono molto attaccata alla mia famiglia ed abbiamo fatto sempre tutto insieme, così, anche se a malincuore, dissi a mio padre che non sarei partita senza mia mamma. Quindi lui cedette i due biglietti del settore Z ad un amico (che andò a Bruxelles, ma non entrò perché vide troppi tafferugli e poca sicurezza già nei dintorni dello stadio e questo lo salvò).

La sera del 29 Maggio 1985, quando ci sedemmo tutti insieme per vedere la partita, il nostro sangue si fermò. Mio padre era bianco in viso e non faceva altro che dire "guarda lì, sta succedendo un casino, guarda... Ci saranno sicuramente dei morti, guarda... Uno sopra all'altro, come fanno ad essere ancora vivi...". Eravamo senza parole... Non trovo parole nel descrivere cosa vuol dire guardare in diretta una tragedia simile. E tutto si amplifica, pensando che in mezzo a quel disastro potevamo esserci anche noi. Mio padre era seduto incredulo al tavolo del salotto, mia madre sul divano con le mani sulla bocca e le lacrime agli occhi. Io mi alzai e, d'istinto, andai a toccare la spalla di mio padre. Rimanemmo così per qualche minuto. Pizzul parlava e descriveva ciò che stava accadendo, ma sospettavamo fosse ancora peggio. La partita si giocò lo stesso, ma non c'era più gioia né senso. Era come mangiare segatura. I giorni successivi capii che la scelta che feci fu perfetta. L'amore per mia madre salvò sia me che mio padre. Ma non sono più riuscita a non pensare più a quella sera, come se un filo invisibile ed inspiegabile mi tenesse in qualche modo legata a chi era lì e non ce l'ha fatta.

Spesso ripenso a quel giorno di primavera, alle 39 persone che hanno perso la vita… C'è soprattutto un uomo, un padre che non riesco a dimenticare. I giorni successivi, comprai tutti i giornali che pubblicarono articoli riguardanti la tragedia dell'Heysel ed uno, in particolare (che conservo ancora, ma non ho più guardato) pubblicò moltissime foto. Tra queste, una mi è da sempre rimasta impressa nella mente e nel cuore: la foto di un padre che, piangendo, teneva tra le braccia la figlia: l'estremo pallore, la posizione del corpo, i visi di quelli attorno a loro, tutto lasciava intuire che quella ragazza non c'era più. Non so il nome di questo signore, ma il suo viso e quello della figlia sono stampati nella mia mente. Forse perché avremmo potuto essere io e mio padre al loro posto, forse è per questo che non riesco a dimenticarli. Non so dove siano i sopravvissuti alla strage dell'Heysel, non conosco i loro visi, ma sia loro che i 39 di quella sera sono e saranno sempre nel mio cuore. Un abbraccio sincero. Claudia

POST SCRIPTUM: "Sono onorata di dare il mio consenso a pubblicare la mia mail ed altrettanto mi emoziona sapere che sarò ulteriormente legata a quella sera, anche se da sempre sono legata a tutte le vittime ed ai loro familiari da un filo invisibile, come già detto. Solo il forte amore per mia madre mi ha impedito di sedere insieme a mio padre nel settore Z. Purtroppo lui non c'è più da quasi dieci anni, ma anche lui in qualche modo si sentiva "legato" nell'anima alle 39 vittime dell'Heysel. Ho parlato di voi a mia madre ed insieme siamo tornate a quei giorni del 1985: anche lei non ha mai dimenticato. Colgo l'occasione per sottolineare che anche i suoi sentimenti sono uguali ai miei. Anche lei si è sempre sentita in qualche modo "legata" a quella sera. Ieri ne abbiamo parlato, abbiamo ricordato e ci sono venuti i brividi. Ci siamo commosse. Grazie ancora per avermi rivelato il nome di Giuseppina Conti: adesso, non so perché, mi sento un po' più serena. Con infinito rispetto ed affetto. Un abbraccio a tutti i sopravvissuti e a chi è rimasto a piangere quei 39 cuori". Claudia Rossi Fonte: © Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 31 ottobre 2022 Icone: Pngegg.com ©

 
   6.10.2022 

Lettera di Paolo Levanti ad Andrea Lorentini

Ciao, mi chiamo Paolo Levanti e abito a Pavullo nel Frignano in provincia di Modena, non mi conosci e forse ti stupirai di ricevere questa mail in merito ad una tragedia avvenuta nel 1985 della quale ti spiegherò il motivo. Ero presente all’Heysel come Presidente del club con una comitiva di 28 tifosi e dopo il massacro avvenuto allo stadio, non riuscendo a trovare uno dei componenti, non sono rientrato allo stadio cominciando a cercare l’amico scomparso. Con il cortese aiuto di due ragazze di Bruxelles, con la loro auto, ho girato tutti gli ospedali nei quali avevano portato i feriti per terminare questa via Crucis nella caserma militare dove avevano portato le persone decedute. È stato in quel triste posto che ho conosciuto tuo nonno con il quale abbiamo scambiato, in una atmosfera che ti lascio immaginare, frasi che misero in evidenza la sofferenza di tuo nonno. Una frase mi ha colpito in modo profondo che mi ha accompagnato quotidianamente per un anno e ancora oggi mi risuona nella mente… Mi disse: "Vedi, ho voluto fare un regalo a mio figlio per la sua prossima attività di medico e l’ho portato a morire" e questa frase mi colpì in modo particolare, oltre al tono di voce sussurrato quasi non volesse disturbare suo figlio, perché la sera prima di partire convinsi con fatica mia figlia di 10 anni a non venire, rinunciando al biglietto, in quanto non ero tranquillo di quel settore. Da quel ritorno ho volutamente cercato di dimenticare quella triste serata per questo non ho mai voluto partecipare a nessun evento che me la facesse tornare in mente, ma oggi mi farebbe enormemente felice sapere come sta tuo nonno, una roccia per quel poco che l’ho conosciuto, e gli porgessi i miei doverosi omaggi e saluti. Ti ringrazio per la cortesia. Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 6 ottobre 2022 Icone: Pngegg.com ©

 
   
   18.06.2022 

Lettera di Giovanna Bacci (Tifosa della Fiorentina) 

Mi chiamo Giovanna, ormai ho 58 anni e anche quest’anno ho celebrato il mio, molto intimo, giorno della memoria. Avete ragione: la memoria è importante. Vi scrivo soltanto per farvi sapere che molte, moltissime persone, anche quelle improbabili come me, ricordano quella notte e ciò che è accaduto. Magari, così come ho fatto io, lo ricordano in silenzio, senza dirvelo perché pensano che sia insignificante. Ma ricordiamo. E vi ringraziamo perché continuate a ricordare. Andate avanti ! Il vostro lavoro, il vostro dolore, la vostra dedizione è importante per tutti. Vi lascio la mia testimonianza. Forse inutile, ma per me è solo un pensiero posato su quelle 39 tombe.

L’anniversario.

Mia sorella Daniela è morta a 26 anni il 29 Maggio del 1984.

Una morte improvvisa, assurdamente causata da una cisti che ha rotto l’arteria femorale. Una manciata di minuti e tutto era finito per sempre.

Esattamente un anno dopo, sulla mia bella Firenze cade lentamente un tramonto dolce che ha i colori dell’estate.

Ceniamo prestissimo, in silenzio.

Io ho vent’anni ma da quando è morta Daniela vivo la vita come attraverso un velo. La mia allegria, la mia energia, esistono a momenti, per il resto è una commedia tragica dove fingo emozioni che non riconosco.

Ho iniziato l’Università, ai nuovi amici non dico nulla perché sono imbarazzata dall’imbarazzo che provoca il dolore dell’Altro. Lo risparmio a tutti.

È difficile sopravvivere a chi amiamo. È duro chiedersi perché non io. È duro consolare e non chiedere consolazione. Capisci che ogni respiro di tuo padre, di tua madre, è solo perché tu sei ancora viva. Non puoi più sbagliare, non più.

Dopo cena, mia madre va a dormire. In realtà si chiude in camera per poter piangere da sola. La sento singhiozzare.

Non posso lasciare mio padre da solo… C’è Juve-Liverpool, per fortuna. La Coppa.

Io e lui siamo da sempre tifosi Viola, abbonati da quando ho memoria. Dacché son grande però, lui va in tribuna, io in curva Fiesole: tutte le volte che il tempo è brutto gli auguro per scherzo che piova "a vento", così un pochino si bagnano anche loro. Quell’anno sopporto anche la neve, perché il gioco del pallone è il più bello del mondo. Ci credo davvero, è una passione bellissima, quasi forte come l’Amore.

Quella sera mio padre è terreo. Come me, come la mamma, si fa forza schiantato da un dolore che sopportiamo a stento e che, "quella" sera, sembra più acuto. Ma c’è Juve-Liverpool, la speranza è che forse riusciamo a non pensare per un paio d’ore. Sono grata di questa opportunità; riesco persino a immaginare che sarà bello vedergliela perdere anche questa volta. Mio padre no, lui è davvero uno sportivo: se gioca una squadra italiana spera sempre che vinca. Se invece non vince va bene lo stesso, per lui avrà sempre vinto la Migliore.

Accendiamo la tv, lui sulla sua poltrona, io su quella "del popolo", cioè l’altra. La voce di Pizzul, rassicurante. Per fortuna ci sono cose che non cambiano mai.

Le prime immagini.

"Maremma quanta gente…".

"Sì, ma, boh, che stadio… Ci si lamenta del Franchi…".

All’inizio non capiamo. Ascoltiamo poco il commento, più che altro cerchiamo di parlare tra noi per non stare in silenzio.

Nel vedere quel caos, ce la prendiamo subito con gli italiani, le telecamere inquadrano solo loro, chissà che avranno combinato… Poi, ce la prendiamo con la polizia, soprattutto io, che ogni domenica, in curva, ho la sensazione di essere assediata e invece lì, a una finale di Coppa, vedo tre gatti in divisa. Poi, ce la prendiamo con tutti.

"Insomma, guarda che casino… "Ovvìa, su", per una partita ! Guarda come hanno ridotto lo stadio ! La gente che aspetta… Chissà che sete… Ci saranno bambini… E questi continuano a voler fare a botte… Mah, sempre la stessa storia. Eh, la mamma ha ragione a prenderci per grulli perché la domenica si va allo stadio !".

Lentamente tra noi cala il silenzio.

Ma lo stesso non vogliamo capire.

Un morto è una tragedia, una catastrofe, un morto è Daniela. Alcuni morti, 24 morti, 36 morti dentro uno stadio sono incomprensibili.

Iniziamo a chiederci sottovoce se sia il caso di giocare… "È successo qualcosa di grosso, questa volta hanno esagerato, bisogna dare un segnale !".

No, non si dovrebbe giocare. Concordiamo. Ma l’Ordine pubblico, la Sicurezza… Mio padre è sempre stato un uomo di buon senso.

Le immagini continuano a scorrerci davanti agli occhi. Il babbo ora è immobile, impietrito, ed io non oso nemmeno guardarlo. Siamo sprofondati dentro le nostre poltrone. Muti e attoniti.

Inizia la partita. Dobbiamo guardarla, siamo entrambi senza alcuna forza di reagire, non abbiamo il coraggio di dire all’altro che ne abbiamo abbastanza, perché è "quella" sera… Va bene, va bene tutto, pur di non parlare ancora di Daniela. Guardiamo, guardiamo.

Dopo un po’, invece, cediamo: le lacrime inondano prima il viso di mio padre, poi il mio.

Mi alzo, mi rannicchio nella sua poltrona, tra le sue braccia, e piangiamo insieme. Piangiamo per ognuno di quei morti perché abbiamo finalmente capito… Ed ognuno di loro si chiama Daniela, ha il suo viso, i suoi bellissimi capelli ricci e il suo profumo. Ognuno di quei morti diventa nostro, come lei. E tra i singhiozzi la chiamiamo e chiamiamo quelle povere madri, i padri, i fratelli, i figli di quelle persone che non conosciamo. In quei momenti ci sentiamo noi due, la loro famiglia. Sappiamo quanto soffriranno e mentre ci stringiamo l’uno all’altra, come naufraghi, stringiamo tutti loro.

Quando ci sembra di non aver più lacrime, spegniamo la tv e, in silenzio, andiamo a letto anche se non dormiremo.

Non abbiamo visto il goal, né sentito Pizzul chiedere il permesso di gioire. Non abbiamo visto la Juve alzare la coppa. Non abbiamo visto il giro della vittoria. Ci vorranno giorni per capire davvero, per appena intuire cosa è sommariamente successo. Ci vorranno mesi, anni, per sentire il sapore autentico del disgusto.

Mio padre ed io non abbiamo mai più parlato di quella sera. Troppo dolore e persino la vergogna di non aver aiutato l’uno il dolore dell’altra, di essere crollati, di non essere stati forti mentre l’altro cedeva.

Ma da allora ho sempre ricordato, insieme a mia sorella, i morti dell’Heysel. Ogni anno, giorno più, giorno meno.  Giovanna Bacci (NOTA BENE: Autorizzazione alla pubblicazione della lettera in esclusiva su questo dominio web) Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 18 giugno 2022 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)  Icone: Pngegg.com ©

Giardinaggio.net © Posarellivillas.it ©

 
   9.10.2017 

Lettre de l'Honorable Alberto Cirio au Bourgmestre de Bruxelles

 (Poubelles sous la Pierre Tombale des Victimes du Heysel)

Bonjour Monsieur le Boùrgmestre, vous savez bien que en Italie Ie stade "Roi Baudoin" est tristement connu pour les événements tragiques du 1985. Depuis deux années j'ai l'honneur d'organiser, autant que député au Parlement Européen, une cérémonie de commémoration des suppofleurs décédés il y a 32 ans, et j'ai toujours bénéficié de la coopération de vos services. Néanmoins, récemment j'ai su (comme vous pouvez voir de la photo ci-jointe) que juste au-dessous de la plaque commémorative avec les noms des 39 qui ont perdu la vie, il y 3 les bacs de la poubelle. le le trouve inconvenant, et je pense qu'il soit une manque de respect pour les victimes et ses familiers. Je me permets de vous le Signaler pour que vous pussiez en prendre connaissance et trouver des solutions pour garantir le du respect à un monument qui nous rappelle un moment aussi triste de notre histoire sportive récente. En confiant en votre intérét, je vous prie d’accepter mes salutations les plus distingués. Bruxelles, le 9 octobre 2017 Alberto Cirio (Membre du Parlement Européen)

 

Lettera dell'On. Alberto Cirio al Borgomastro di Bruxelles

(Bidoni sotto la Lapide delle Vittime dell'Heysel)

Egregio Sig. Sindaco, come Lei ben sa, lo stadio "Re Baldovino" di Bruxelles, è tristemente noto in Italia per i tragici fatti del 1985. Da due anni sono onorato di organizzare, nella mia veste di parlamentare europeo, una cerimonia di commemorazione dei tifosi deceduti in quell'occasione ed ho sempre trovato nei Suoi uffici la massima collaborazione. Tuttavia, recentemente mi hanno fatto notare (come può vedere dalla testimonianza fotografica allegata) che giusto sotto la lapide commemorativa che riporta i nomi delle 39 persone che hanno perso la vita, sostano i cassonetti dell‘immondizia. Oltre a ritenerlo indecoroso, penso sia una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro familiari. Mi sono permesso di segnalarLe la cosa certo che vorrà prenderla in seria considerazione ed adottare gli accorgimenti che riterrà opportuni al fine di garantire il dovuto rispetto ad un monumento che ricorda un momento così triste della nostra storia sportiva recente. Fiducioso in un suo interessamento, le porgo i miei più cordiali saluti. Bruxelles, 09/10/2017 Alberto Cirio (Deputato al Parlamento Europeo) Fonte: Facebook (Pagina Autore) © 9 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
   
   24.01.2017 

Lettera dell' ACF Fiorentina all'Associazione Familiari Vittime Heysel

Gentilissimi Signori, prendiamo atto della Vostra nota inerente agli incresciosi fatti accaduti all’esterno dello Stadio Franchi in occasione dell'incontro di campionato disputato lo scorso 15 gennaio Fiorentina-Juventus. Siamo sinceramente dispiaciuti e offesi di quanto accaduto, ma vorremmo evidenziare che la nostra società è da sempre in prima linea con attività, comportamenti e iniziative, che ci vedono partecipanti attivi volti a condannare qualsivoglia forma di discriminazione razziale; violenza scritta o verbale e atta a limitare o peggio privare la libertà altrui e qualsiasi forma offensiva dell'altrui personalità. Nel fatto specifico, ci teniamo a precisare che appena avuto informazione del fatto abbiamo messo in atto tutte le procedure presso gli Organi competenti affinché fosse fatta chiarezza sull’accaduto, benché Io stesso non fosse imputabile al nostro servizio di sicurezza che come previsto dalla normativa vigente agisce all’interno dell'impianto. Il gesto messo in atto da alcune persone è sicuramente da condannare, come lo sono gli attori medesimi. Il fatto accaduto all’esterno dello Stadio, non può essere imputato a una intera tifoseria o a un'intera città, che hanno sempre dimostrato, nel tempo e con azioni concrete, la propria sensibilità nei confronti di avvenimenti dolorosi. In particolare per quanto concerne i nostri tifosi annotiamo come si siano comportati correttamente durante tutto l’incontro (a testimonianza di questo, non sono stati rilevati dagli Organi adibiti a controllare: fatti e/o azioni offensive lesive e/o diffamatorie). Siamo certi che con la collaborazione di tutte le componenti e con provvedimenti severi volti a punire tali atti di viltà non potremo che porre fine a queste manifestazioni di inciviltà e idiozia. Fonte: It.violachannel.tv © 24 gennaio 2017 Fotografia (Tweet): GETTY IMAGES © (Not for Commercial Use)  Icone: Pngegg.com ©

 
   10.04.2015 

Lettera al Dottore Carlo Tavecchio Presidente Figc

P.C. Dr. Maurizio Beretta Presidente Lega Calcio Serie A

A Federazione Italiana Giuoco Calcio

PETIZIONE POPOLARE: RITIRO DEFINITIVO DELLA MAGLIA NUMERO 39 DELLA NAZIONALE ITALIANA DI CALCIO, DEDICANDOLA ALLE 39 VITTIME DELL'HEYSEL.

Il 29 Maggio prossimo ricorrerà il 30 anniversario della tragedia dell’Heysel, nella quale morirono 39 tifosi della Juventus, vittime innocenti della barbara violenza di alcuni sostenitori del Liverpool. In questi anni, il ricordo è stato affidato ai parenti delle vittime ed ai tifosi coraggiosi che, più volte, hanno sfidato la burocrazia e la incomprensibile voglia di dimenticare delle istituzioni sportive e del mondo del calcio, con rare eccezioni.

Nel corso di questi anni, da semplici tifosi e come Familiari delle vittime, abbiamo chiesto ed ottenuto diverse iniziative che potessero ricordare le vittime dell’Heysel sia con la Juventus Fc, sia con il Comune di Torino che ha promesso, in accordo con la stessa Juventus, un monumento ai caduti ed una via a loro intestata, che li possa ricordare per sempre. Ogni 29 maggio, i nostri tifosi presenti in Belgio, posano una corona di fiori affianco alla targa commemorativa a Bruxelles in prossimità dell’ex stadio dell’Heysel; Eravamo presenti ad Arezzo quando è stata a Loro intitolata la piazza antistante lo stadio.

Abbiamo ottenuto più facilmente (e ci spiace dirlo) l’attenzione del governo belga e della Commissione Europea, tramite le istituzioni governative e l’ambasciata Italiana in Belgio, affinché il monumento ai caduti, dedicato alle vittime dell'Heysel, sito in Bruxelles, non fosse abbattuto. L’attenzione invece delle istituzioni sportive italiane e non solo loro, latitano o ascoltano poco. Tutti vogliono dimenticare quella sera e farla sparire nell’oblio. Noi NO. Ogni volta che possiamo facciamo in modo che i nostri 39 Angeli siano con noi a condividere gioie e delusioni sportive e non solo.

A tale scopo, come Associazione Familiari delle Vittime dell’Heysel e come semplici tifosi, con l’appoggio dei Media, social, forum, del popolo del web, e di tutti quei tifosi che amano il calcio e la vita, indipendentemente dai colori, siamo a richiedere alla Figc, massima istituzione calcistica italiana, nell’occasione del trentennale, di dare un segnale forte, che faccia capire a tutti che l’Heysel fa parte della storia (anche se drammatica) del calcio italiano, non solo europeo, e non solo di noi tifosi Juventini, ANNUNCIANDO IL RITIRO DELLA MAGLIA DELLA NAZIONALE NUMERO 39 DEDICANDOLA PER SEMPRE ALLE VITTIME DELL'HEYSEL.

Numero rimasto nell’immaginario collettivo della tifoseria bianconera ma, anche di chi ha l’ignoranza al posto del cuore. Numero utilizzato quasi come una bestemmia, per chi vuole offendere i nostri morti. (la famosa maglietta del Liverpool esposta ripetutamente, come sfregio da alcuni tifosi italiani oltre che imbecilli, con la scritta meno 39... è rimasta purtroppo nell’immaginario collettivo di chi ha una pietra al posto del cervello). Ecco perché ritirare quella maglia, sarebbe un gesto pieno di significato. Sarebbe un gesto forte, se sostenuto, sia dalla Lega calcio e sia, da una giustizia sportiva che dovrebbe porre molta più attenzione nel colpire, con durezza, chi ancora dopo trent’anni offende ancora quei morti che non trovano mai pace, in un mondo dove la vita vale poco e la morte ancora meno.

Ogni partita della Nazionale, diventerebbe così, un’occasione per ricordare che il sacrificio di alcuni può essere di esempio per molti... magari per tutti. E il ricordo delle 39 Vittime dell'Heysel potrà essere vivo, sia in noi che quella tragedia l’abbiamo vissuta, sia nei più giovani che per loro fortuna non l’hanno vissuta direttamente, ma, dal racconto e dalla memoria, potranno trarre un insegnamento di rispetto e fratellanza utile per la vita di tutti i giorni. E’ con questo spirito che noi, pur nell’immensa tragedia, non abbiamo mai considerato inutili quelle morti... ed è con questo spirito che da anni ci impegniamo perché non siano inutili !

Confidiamo in un Suo fattivo interessamento per la realizzazione concreta di quanto richiesto, e ci auguriamo che il tutto possa essere messo in atto, con il giusto risalto e con il coinvolgimento dei familiari delle Vittime, in concomitanza con l’evento di commemorazione che l’Associazione familiari vittime dell’Heysel sta portando avanti per il 29 maggio 2015 in occasione del trentennale, alla quale, ovviamente, sarà nostra premura invitarvi. Chiediamo alla Lega calcio di serie A e alla Sua Presidenza di interessarsi presso la FIGC affinché la nostra richiesta abbia un esito positivo. E invitiamo la stessa ad unirsi a Noi per l'evento del 29 maggio in fase di organizzazione. Ricordare e Onorare i morti è un dovere di tutti. Non solo dei tifosi e dei familiari. Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel

In supporto all’iniziativa: Saladellamemoriaheysel.it, Vecchiasignora.com, Tuttojuve.com, Radiojuveweb, Redazione di Juwelcome.com Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 10 aprile 2015 Icone: Pngegg.com ©

 
   10.04.2015 

Lettera di Andrea Lorentini al Presidente Carlo Tavecchio (FIGC)

Egregio Presidente Dott. Carlo Tavecchio, (pc Dott. Maurizio Beretta) come sa il prossimo 29 maggio prossimo ricorrerà il trentesimo anniversario della tragedia dell’Heysel, nella quale persero la vita 39 tifosi di cui 32 italiani, vittime innocenti della barbara violenza degli hooligans inglesi, prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. In questi anni, il ricordo e la memoria sono stati affidati ai parenti delle vittime e a quei tifosi o semplici cittadini che, più volte, hanno sfidato la burocrazia e il muro di gomma che troppe volte è stato eretto su quella tragica serata da parte delle istituzioni sportive e non solo. Lo scorso gennaio si è ricostituita l’Associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel della quale mi onoro di essere presidente e che ha tra i suoi principali obiettivi quello di difendere e portare avanti la memoria dei nostri cari. L’Associazione che rappresento ha deciso di promuovere e sostenere questa petizione che nasce dal basso, da uomini e donne di buona volontà e che hanno quelle 39 vite spezzate da sempre nel cuore. Auspico che nel suo ruolo di massimo rappresentante calcistico italiano possa recepire la richiesta che dall’Associazione e da tanti tifosi che amano il calcio le viene fatta. Ritirare la maglia azzurra numero 39 e dedicarla alle vittime dell’Heysel. Con questo gesto, simbolico, ma al tempo stesso denso di significato, l’Heysel entrerebbe a far parte a pieno titolo della storia del calcio italiano, al di là di ogni bandiera e ogni fede calcistica. Confidando nella sua attenzione per questa iniziativa la saluto cordialmente. Andrea Lorentini (Presidente Associazione Familiari Vittime Heysel) Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 10 aprile 2015 Icone: Pngegg.com ©

 
   
   30.10.2014 

Lettera di Andrea Lorentini al Presidente Andrea Agnelli (Juventus FC)

Egregio Presidente, come le annunciavo nella mail (di seguito) che le scrissi lo scorso maggio per ringraziarla per la presenza della Juventus ai funerali di mio nonno, Otello Lorentini  (già presidente dell'associazione tra i familiari delle vittime dell'Heysel), a breve verrà ricostituita l'associazione tra i familiari con lo scopo di difendere la memoria dei nostri cari (ancora oggi troppo spesso calpestata) e combattere ogni forza di violenza negli stadi e nello sport in generale. Come le scrissi alcuni mesi fa, adesso che la memoria dell'Heysel è stata "istituzionalizzata" mi auguro che si possa preservarla nel tempo. Il prossimo anno, come ben sa, ricorrerà il 30° anniversario. e credo che ognuno di noi che a Bruxelles ha perso un padre, un marito, un figlio, un fratello, un parente abbia il desiderio che i propri cari vengano ricordati in maniera degna e come meritano. Attraverso un’associazione giuridicamente riconosciuta avremo più forza affinché la loro memoria non si disperda. Il mio personale auspicio è quello di poter istaurare tra l'associazione e la Juventus un rapporto di fattiva collaborazione per organizzare un evento (o più eventi) che possano ricordare le vittime di Bruxelles in maniera degna. Collaborazione che ci auguriamo possa estendersi anche per quanto riguarda il progetto del monumento in memoria delle vittime dell’Heysel da costruire nel nuovo centro sportivo alla Continassa. A tal proposito la informo che abbiamo preso contatti con il Comune di Torino e a tempo debito ci incontreremo con i rappresentanti istituzionali per prendere visione del progetto". Certo della sua sensibilità e attenzione la ringrazio fin da adesso. Cordiali saluti. Andrea Lorentini Fonte: Andrea Lorentini © 30 ottobre 2014 Icone: Pngegg.com ©

 
   20.10.2014 

Lettera di Andrea Lorentini ai familiari delle vittime dell'Heysel

Gent.mi... Sono Andrea Lorentini, nipote di Otello Lorentini, già presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime di Bruxelles. All’Heysel ho perso mio padre, Roberto, medico di 31 anni. Mio nonno è scomparso lo scorso 11 maggio e nel ricordo del suo impegno civile e sforzo umano contro la violenza nello sport ho deciso di ricostituire l’associazione tra i familiari delle vittime dell’Heysel con lo scopo di difendere la memoria dei nostri cari (ancora oggi troppo spesso calpestata) e combattere ogni forza di violenza negli stadi e nello sport in generale. L’associazione sarà, ovviamente no profit e non avrà in alcun modo scopo di lucro. Il prossimo 29 maggio ricorrerà il 30° anniversario dell’Heysel e credo che ognuno di noi che a Bruxelles ha perso un padre, un marito, un figlio, un fratello, un parente abbia il desiderio che i propri cari vengano ricordati in maniera degna e come meritano. Attraverso un’associazione giuridicamente riconosciuta avremo più forza affinché la loro memoria non si disperda. Con questa lettera chiedo ad ognuno di voi intraprendere insieme questo nuovo percorso. Si tratta di un impegno di testimonianza, condivisione di idee e iniziative nel ricordo del sacrificio dei nostri cari. L’associazione avrà un suo regolare statuto (che prevede un presidente, un segretario ecc..), una sua sede che per comodità sarà domiciliata ad Arezzo, la città dove risiedo. Comunicherò successivamente a chi aderirà i passaggi burocratici per la costituzione del nuovo soggetto. Chi volesse contattarmi direttamente o in privato può farlo ai recapiti che troverete di seguito. Per motivi organizzativi, se non dovessi ricevere risposta a questa lettera entro 15 giorni dal ricevimento della stessa considererò tale silenzio come un no alla mia proposta. Cordiali saluti. Andrea Lorentini Fonte: Andrea Lorentini © 20 ottobre 2014 Fotografia: GETTY IMAGES © (Not for commercial use) Icone: Pngegg.com © Grafica Logo: Gianni Valle (Studio Charivari grafica design) ©

 
     

Associazionefamiliarivittimeheysel.it Domenico Laudadio © Copyrights 2015 (All rights reserved)