AREZZO
- Le famiglie delle vittime dell'Heysel" si sono riunite
ad Arezzo ed hanno deciso di costituire un'associazione
per perseguire i responsabili della tragedia sul piano
penale e civile. A sei mesi dalla tragedia, i sopravvissuti
all'incubo di Bruxelles chiedono giustizia. All'appello
lanciato da Otello Lorentini, padre del giovane medico
aretino morto nello stadio belga mentre assisteva i
feriti, hanno risposto 22 delle 34 famiglie colpite.
Sono venuti da ogni parte d'Italia, genitori, fratelli,
amici, oltre a qualcuno, pochi per la verità, che ha
sentito il bisogno di essere solidale. C'era anche un
neonato Club Juventus, intitolato alla memoria di due
aretini morti all'"Heysel", che ha donato una targa
ricordo ai parenti delle vittime. "Molto poco" - hanno
fatto notare con amarezza i parenti delle vittime. Sono
passati appena sette mesi ma, della grande mobilitazione
di coscienze dei primissimi giorni, sono rimaste tracce
molto flebili ed inconsistenti. Infine, i parenti delle
vittime chiedono giustizia anche per i feriti (circa
250, molti del quali irrimediabilmente menomati). E'
stato anche fatto notare che finora anche il sistema
di solidarietà pubblico si è rivelato del tutto insufficiente.
Ogni famiglia colpita ha ricevuto in media contributi
oscillanti tra i 30 e 140 milioni. La maggior solidarietà
economica è venuta dalla Fondazione Agnelli, che ha
inviato a ciascuna delle famiglie dei 39 caduti nella
famigerata curva "Zeta" 15 milioni. Decisa infine la
costituzione di un'associazione. Sarà denominata "Associazione
delle vittime di Bruxelles".
g.d.
26 novembre 1985
Fonte: La Stampa
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Voce Narrante:
Francesco Caremani 29.05.2015
