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STAMPA e WEB 2024
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ARTICOLI STAMPA e WEB ASSOCIAZIONE 2024  
 

HEYSEL 1958

di Domenico Laudadio

Mi è capitato d’incrociare un video in bianco e nero dell’Archivio Luce che immortala la cerimonia di chiusura delle giornate internazionali cattoliche allo Stadio Heysel di Bruxelles il 24 settembre 1959 davanti a 70.000 persone. 36 Paesi del mondo i partecipanti all’evento svoltosi alla presenza di Re Baldovino e del Cardinale italiano Siri. Pensare che neanche tanta devozione è bastata a scongiurare l’autentica maledizione di questo famigerato impianto sportivo quale infausto catino di morte la sera del 29 maggio 1985. Un contrasto stridente fra il passato e la storia recente che sembra burlarsi della cruenta mattanza causata dalla teppaglia britannica in quei primitivi scenari ludici di spensieratezza di natura religiosa. Allora verrebbe spontaneo chiedersi dove fosse finito Dio in quella sera tragica di maggio data la sua familiarità con il luogo ? Ma a questa domanda risposta non c’è. Fonte: Saladellamemoriaheysel.it © 29 gennaio 2024 ©  Banner: Associazione Familiari Vittime Heysel © Video: Archivio Luce © Icone: Pngegg.com ©

 
 

Giustizia per l’Heysel: il Consiglio di Stato conferma la condanna

Un avvocato fiorentino, tifoso della Fiorentina, ha impugnato un DASPO di due anni ricevuto per aver indossato la maglia del Liverpool e gesticolato animatamente sotto il settore ospiti dello stadio Artemio Franchi dopo la partita Fiorentina-Juventus del 3 settembre 2022. Un atto che, secondo il TAR Toscana, era "particolarmente odioso e provocatorio" nei confronti della tifoseria juventina, richiamando alla mente la tragedia dell’Heysel del 1985. Il comportamento del tifoso viola, definito "quanto meno inavveduto" dal TAR, non solo era oltraggioso verso le vittime della strage e i loro familiari, ma rappresentava un’istigazione alla violenza. Le sue provocazioni, associate ai colori del Liverpool, squadra rivale della Juventus coinvolta negli *scontri del 1985, poteva oltretutto scatenare una reazione furiosa tra i tifosi bianconeri, con gravi rischi per la sicurezza pubblica. Fortunatamente il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva del DASPO presentata dall’avvocato, decisione che di fatto conferma la sentenza del TAR Toscana, e che rappresenta quindi un passo avanti importante nella lotta contro l’odio e la violenza negli stadi. La speranza ora è che il Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi sul ricorso dell’avvocato entro 45 giorni dalla data dell’8 Febbraio, confermi in toto la sentenza del TAR. Sarebbe un ulteriore segnale importantissimo per chi si batte da quasi 40 anni chiedendo semplicemente il rispetto per la memoria di chi ha perso la vita in una tragedia che non deve mai essere dimenticata. Inutile sottolineare come in una società civile sembri addirittura assurdo dover arrivare a questo, ma quello a cui abbiamo assistito in questi decenni è sotto gli occhi del mondo intero. Quello che lascia sbigottiti è che un professionista della legge, si suppone dunque un uomo anche di cultura, arrivi a ricorrere a più gradi di giudizio nella pretesa di difendere un proprio presunto diritto ad offendere la memoria delle vittime di una tragedia, e di odiare chi non tifa la sua squadra. La sua pretesa di "diritto all’odio" è un insulto alla memoria e un’offesa ai principi di civiltà e di rispetto che dovrebbero essere alla base di ogni società democratica. La decisione del TAR Toscana è un segnale positivo che la giustizia sta finalmente muovendosi nella giusta direzione. Le istituzioni hanno il dovere di condannare fermamente questo tipo di comportamento e di punire severamente i responsabili. Non possiamo permettere che l’odio e la violenza diventino la norma nel calcio o in qualsiasi altro ambito della nostra vita. Dobbiamo ribellarci a questa cultura di intolleranza e discriminazione. Dobbiamo difendere i valori del rispetto, della memoria e della convivenza civile. Solo così potremo costruire un futuro migliore per lo sport che amiamo e per la nostra società. Fonte: Fondazionejb.com © 29 febbraio 2024 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Verona-Juventus, la denuncia dalla tribuna:

"Caccia allo juventino e inneggiamenti all’Heysel"

Televisioni, giornali, siti web, come il nostro. Media tradizionali, ma non solo: il mondo del calcio, come d’altronde tutto ciò che ci circonda, si trasforma e si ibrida. Un esempio è il racconto delle partite: non solo pagelle, cronache e commenti, ma anche blog e contenuti social prodotti da vari "content creator". Un fenomeno così in crescita ed in espansione che, spesso, sono le stesse società a invitarli negli stadi. Tra questi c’è una coppia di tifosi che sul web prendono il nome di "ManuAle del calcio" e si descrivono simpaticamente così: "Siamo Manu e Ale, una coppia innamorata quasi quanto Allegri e De Sciglio". In uno dei loro ultimi video pubblicati su Youtube - Vi raccontiamo la nostra BRUTTA ESPERIENZA allo stadio - parlano della loro presenza al Bentegodi per Hellas Verona-Juventus. Come intuibile dal titolo del video, un’esperienza tutt’altro che positiva. Nei quasi 9 minuti di racconto, emerge un clima di caccia allo juventino nella tribuna est dello stadio scaligero, con aggressioni verbali atte a intimorire i presenti non riconosciuti come tifosi della squadra di casa. A tutto questo si aggiunge il becerume e i continui riferimenti all’Heysel. Manu e Ale, ancora, raccontano di essere stati contattati da altri tifosi che, sempre al Bentegodi, hanno assistito o sono stati vittime degli stessi comportamenti. Infine, un raggio di luce: "Ci teniamo a dire che non tutti i tifosi del Verona sono così, c’è anche chi ci è stato vicino e ci ha aiutato". Fonte: Ilbianconero.com © 2 marzo 2024 ©  Icone: Pngegg.com ©

 
 

Tutto quello che c'è da sapere sulla serie

di documentari dedicata al dramma dell'Heysel

di Vincent Hubé

Trasmessa su Planète +, la serie di documentari "La tragedia dell'Heysel" ripercorre la drammatica finale del 1985 della Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, i suoi 39 morti e il ricordo indelebile che questo disastro ha lasciato.

Un orrore. Mercoledì 29 maggio 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles, la finale della Coppa dei Campioni Liverpool-Juventus Torino (0-1) si trasformò in dramma ancor prima del fischio d'inizio. Trentadue italiani, quattro belgi, due francesi e un nordirlandese furono schiacciati a morte nel Blocco Z dopo una carica dei tifosi inglesi. Questo disastro era già stato oggetto di numerosi documentari, tra cui quello della BBC, Heysel 1985: Requiem for a Cup Final, nel 2005. Prodotta nel 2022 e ora disponibile in Francia su Planète +, la serie The Tragedy of Heysel, la sua, per la sua ambizione: sei episodi da 52 minuti ciascuno per descrivere non solo la sequenza fatale degli eventi del giorno della partita, ma soprattutto per seguire la traccia che hanno lasciato fino ad oggi. L'idea per questa docuserie viene dal Belgio. "Nel novembre 2020, la produttrice belga Geneviève Lemal mi ha chiamato per acquistare i diritti del mio libro", racconta Jean-Philippe Leclaire, vicedirettore editoriale de L'Équipe e autore, nel 2005, di Heysel, una tragedia europea (edizioni Calmann-Lévy ). Ha risposto a un bando di gara del canale belga RTL e Netflix per documentari e fiction. Netflix non è rimasto, ma ho scritto il docufilm e RTL l'ha comprato". Per la produzione, il produttore si è rivolto al regista Jan Verheyen, molto popolare nelle Fiandre. Verheyen, Jean-Philippe Leclaire e il giornalista Eddy Pizzardini hanno poi condiviso le interviste ai molteplici protagonisti del dramma, autorità belghe, vittime italiane e tifosi inglesi in particolare. "Volevamo avere una serie corale, con tutti i punti di vista", insiste Jean-Philippe Leclaire. Essere francese mi ha aiutato un poco".

Eddy Pizzardini dettaglia il metodo per convincere i testimoni a parlare: "Ci siamo concessi il lusso di fare scouting. Con Jan siamo andati a incontrare tutte le persone da intervistare un mese prima delle riprese, senza telecamera. Quasi quarant’anni dopo, c’è ancora molta modestia ed emozione". Il più complicato ? Convincere i calciatori presenti durante la partita a testimoniare. "Per i giocatori rimane un tabù assoluto. Abbiamo contattato tutte le persone ancora vive e tutti quelli che hanno risposto "sì" sono nel film", spiega Jean-Philippe Leclaire. A testimoniare sono Mark Lawrenson e Sammy Lee, del Liverpool, e Sergio Brio, Massimo Briaschi e Stefano Tacconi, della Juve. Ian Rush apparentemente era d'accordo, ma il centravanti gallese dei Reds ha interrotto la produzione due giorni prima delle riprese… D'altronde i colloqui con Lee e Lawrenson sono andati bene a Liverpool, in tribuna ad Anfield. "Siamo stati accolti molto bene dal Liverpool, abbiamo potuto filmare all'interno dello stadio e durante Liverpool-Inter (0-1) di Champions League (ritorno ottavi, 8 marzo 2022) perché RTL ha i diritti Champions League. Con la Juve è stato più complicato. Abbiamo chiesto di fare delle foto all'interno dello stadio (l'Allianz Stadium), ci hanno detto che non era rilevante perché non era più uguale a quello di allora (lo Stadio Comunale)".

E Jean-Philippe Leclaire prosegue: "A Torino c'è ancora il senso di colpa. La cosa più sorprendente oggi è che dopo la partita, quando abbiamo saputo il bilancio delle vittime, ci sono state scene di festa in città. La gente usciva per le strade, festeggiava, si gettava tutta vestita nelle fontane, ecc. La Juve è un club che vuole avere sempre un'immagine impeccabile, dove nulla stona. La catastrofe non si adatta a questa immagine". Tra chi non ha voluto testimoniare spicca un nome, quello di Michel Platini, unico marcatore della finale, su rigore inesistente. Nel documentario l'atteggiamento post-partita del fuoriclasse francese della Juve viene messo in discussione da più relatori. "Era in una forma di completo rifiuto, secondo Leclaire. Con la Juve ha giocato per quasi tutte le cause umanitarie possibili. Che si sia sempre rifiutato di giocare per le vittime francesi dell'Heysel è abbastanza strano….". Interpellato quasi fino alla fine del montaggio, il triplo Pallone d'Oro (1983, 1984 e 1985) ha comunque accettato fossero utilizzati estratti di una vecchia intervista, per un documentario RMC Sport risalente al 2018. Altri testimoni non hanno esitato a tornare su ciò che ha sconvolto le loro vite nel 1985. Come il commissario di polizia di Bruxelles Roland Vanreusel, ancora in lacrime mentre racconta i fatti. O il capitano della gendarmeria fiamminga Johan Mahieu, perseguitato ancora oggi dal senso di colpa. Potremmo citare anche Terry Wilson, condannato dalla giustizia belga a cinque anni di carcere per la sua partecipazione più che attiva alla carica dei tifosi dei Reds. Nel 2005, su iniziativa de L'Équipe, incontrò la famiglia di Roberto Lorentini, una delle 32 vittime italiane della tragedia, per "chiedere perdono".

Anche un altro sostenitore dei Reds, John Welsh, era all'Heysel nel 1985. Quando il muro del Blocco Z crollò, partecipò al salvataggio, salvando diversi spettatori. "È il personaggio più forte del documentario, secondo Jean-Philippe Leclaire. È stato molto difficile convincerlo. Al nostro primo incontro, a Liverpool, non venne. È un eroe, ha salvato le persone, ma, paradossalmente, è quello più disturbato. È in analisi ed è stato il suo psicologo a consigliargli di partecipare al film". Nel 2025 saranno quarant’anni dalla tragedia dell’Heysel. Secondo Jean-Philippe Leclaire, "questa storia non è ancora risolta. Ho chiesto agli italiani: "Siete pronti a perdonare ?" La risposta non è chiara". "Le famiglie delle vittime resteranno segnate per sempre", continua Eddy Pizzardini. La serie si chiude con gli sfoghi della tifoseria contemporanea alle riprese, come quelli che hanno costellato la finale Italia-Inghilterra di Euro 2021 (1-1, 3-2 in tabellone), a Wembley. "E oggi in Italia, tra violenza e razzismo, sugli spalti c'è il pericolo", ricorda Eddy Pizzardini. Alcuni dei nostri interlocutori sono sconvolti da ciò che vedono". L'Heysel è sempre un argomento caldo. Fonte: Lequipe.fr © 7 marzo 2024 (Testo © Fotografie) Icone: Pngegg.com ©

 
 

Continassa: la Juventus realizzerà un'opera

d’arte in memoria delle 39 vittime dell’Heysel

Approvato l'uso pubblico delle aree destinate a piazza, a verde, percorsi pedonali e parcheggi.

La Giunta Comunale ha approvato l’atto di assoggettamento all'uso pubblico delle aree destinate a piazza, a verde, percorsi pedonali e parcheggi a raso nell'area Continassa. Tra gli impegni assunti dalla Juventus vi è la realizzazione, a proprie cure e spese, di un’importante opera d’arte dedicata alla memoria delle 39 vittime della strage dell’Heysel a Bruxelles, da collocare in corrispondenza dell’area a verde adiacente alla piazza pubblica. La delibera prevede la stipula di un atto d’obbligo tra la Città di Torino, Ream S.G.R. S.p.a., per conto del Fondo J-Village, e Juventus F.C. S.p.a. per l’assoggettamento all’uso pubblico delle aree per 31.527 metri quadrati complessivi, di cui 15.400 destinati a verde, 9.937 adibiti a parcheggi pubblici a raso e viabilità di collegamento e 6.190 metri quadrati destinati a piazza pubblica. Fonte: Torinoggi.it © 20 marzo 2024 © Icone: Pngegg.com ©

 
 
 

Juventus, cambia ancora l'area Continassa

Dal club un'opera d'arte per le 39 vittime dell'Heysel

di Cristiano Corbo

Un'opera d'arte dedicata alle 39 vittime della strage dell’Heysel a Bruxelles: c'è anche questo, tra gli impegni assunti dalla Juventus, che a proprie cure e spese, realizzerà un ricordo struggente e allo stesso tempo toccante, da collocare nell'area della Continassa. Che cambierà, ancora, e sempre grazie al club bianconero.

L'AREA CONTINASSA E L'ACCORDO TRA CITTÀ DI TORINO E JUVENTUS - Nella seduta di ieri, infatti, la Giunta Comunale di Torino ha approvato l’atto di assoggettamento all'uso pubblico delle aree destinate a piazza, a verde, percorsi pedonali e parcheggi a raso nell’ambito "4.25 Continassa". Cosa prevede ? Un patto tra la Città, Ream e Juventus per l’assoggettamento all’uso pubblico delle aree per 31.527 metri quadrati complessivi, di cui 15.400 destinati a verde, 9.937 adibiti a parcheggi pubblici a raso e viabilità di collegamento e 6.190 metri quadrati. Tutto destinato a piazza pubblica. La Juventus gestirà a proprio carico l'intera zona, regalando anche un ricordo speciale, per la storia del club e per i tifosi.  Fonte: Ilbianconero.com © 20 marzo 2024 Icone: Pngegg.com ©

 
 

IL PIANO

Un giardino, parcheggi e un'opera per le vittime

dell'Heysel: la Juventus ridisegna la Continassa

Primo via libera per il nuovo progetto del club. Obiettivo, riqualificare la zona dove già si trova la sua sede, ancora da definire, però, i tempi di realizzazione.

Un giardino, parcheggi, una piazza, percorsi pedonali. Spazi fruibili a tutti i cittadini realizzati dalla Juventus nella zona della Continassa, accanto allo Stadium. Dove sarà sistemata anche un'opera d'arte in memoria delle vittime dell'Heysel. Tutto sarà realizzato in uno spazio di oltre 31mila metri quadri ora chiuso al pubblico. Lo prevede una delibera approvata dalla giunta di Palazzo Civico su proposta dell'assessore all'Urbanistica, Paolo Mazzoleni. Il progetto rientra nella convenzione firmata, dieci anni fa, tra la società bianconera e la Città, data di avvio dell'iter per la realizzazione, alla Continassa, come sede del club e dello stadio. La Juventus sta definendo i tempi per l'avvio del cantiere e la conclusione delle opere. Fonte: Rainews.it © 21 marzo 2024 Tweet: Associazione Familiari Vittime Heysel © Icone: Pngegg.com ©

 
 

Calcio ora per ora

Familiari delle vittime dell'Heysel, a Torino un nuovo monumento

Un cuore in ferro di cinque metri per quattro, intagliato con le frasi 'Heysel, +39. Per non dimenticare'. Questa è la bozza per la realizzazione di un monumento in ricordo delle 39 vittime della strage Heysel. Il monumento verrà realizzato con le risorse messe a disposizione dalla Regione Piemonte e potrebbe sorgere nella piazzetta già dedicata alle "Vittime dello stadio di Heysel", a pochi passi da strada del Fortino. Ad annunciarlo sono i promotori dell'iniziativa, l'associazione familiari Vittime dell'Heysel, insieme all'associazione 'Quelli di...Via Filadelfia', in occasione delle celebrazioni del 39/o anniversario. In autunno era stato creato un apposito capitolo nel bilancio regionale dotato di 100mila euro stanziati per conferire le risorse necessarie alla realizzazione e la manutenzione del monumento. Le associazioni promotrici hanno individuato la piazzetta come idonea far sorgere il monumento, con l'impegno di inserirlo in una più ampia iniziativa di riqualificazione e illuminazione. "In questo 39/o anniversario è significativo che Torino con le risorse messe a disposizione dalla Regione Piemonte sia vicina finalmente a concretizzare un segno tangibile e perenne del ricordo dei 39 angeli bianconeri", spiega Marrone "Con il Comune abbiamo avviato un dialogo già da dicembre, che speriamo possa giungere in tempi rapidi alla definizione degli aspetti tecnici e urbanistici, così da poter iniziare quest'anno i lavori e celebrare il prossimo anniversario all'ombra del nuovo Monumento alle Vittime dell'Heysel", sottolineano Beppe Franzo dell'associazione Quelli di...Via Filadelfia e Fabrizio Landini dell'associazione familiari Vittime dell'Heysel. Fonte: Sportmediaset.mediaset.it © 29 maggio 2024 Icone: Pngegg.com ©

 
 

LA MANIFESTAZIONE

Commemorate le 39 vittime dello stadio Heysel

Autorità, associazioni e mondo dell'istruzione insieme per uno sport sano e non violento, che unisca le persone. In occasione della commemorazione delle 39 vittime dello stadio Heysel, la lezione degli studenti sul rispetto. Ieri l'amministrazione comunale di Codogno ha organizzato un momento commemorativo dedicato alle vittime dell'Heysel in collaborazione con l'Istituto comprensivo di Codogno e l'associazione Familiari delle vittime dell'Heysel, nel quale gli studenti della terza G della scuola media Ognissanti hanno tenuto una "lezione" di rispetto, mettendo al centro i valori dello sport e del sano tifo e mettendo al bando ogni forma di violenza. La dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo di Codogno Cecilia Cugini ha portato il messaggio di Andrea Lorentini, presidente dell'associazione dei Familiari Vittime dell'Heysel. "Siamo qui con voi, che siete le nuove generazioni e che speriamo possiate sempre vedere lo sport come un divertimento, come un'occasione di stare insieme e di formazione" - ha detto il sindaco Francesco Passerini. Alla presenza delle autorità civili e militari, dopo le note del "silenzio", gli studenti hanno letto alcune riflessioni frutto del lavoro svolto durante l'anno a partire da un progetto promosso dalla Juventus dal tema "Un calcio al razzismo": "Il tifo serve per incoraggiare, non per spaventare; per sostenere, non per abbattere; il tifo è per la propria squadra, agli avversari non servono gli insulti". E ancora: "Lo sport serve per unire persone che hanno una passione in comune. Il razzismo divide le persone, per colpa dell'ignoranza e della paura del diverso". (S. G.)

Questa mattina insieme ai ragazzi dell'Istituto comprensivo, alle forze dell'ordine e alla cittadinanza abbiamo ricordato il 29 maggio, il 39esimo anniversario della strage dell'Heysel. Ringraziamo l'associazione dei familiari vittime dell'Heysel perché anche quest'anno hanno partecipato con un comunicato e insieme lanciamo un messaggio contro la violenza, perché il calcio e lo sport siano sempre e solo gioia, sorrisi e mai più morte e sofferenza. Francesco Passerini (Sindaco di Codogno) Fonte: Il Cittadino di Lodi © 30 maggio 2024 Icone: Pngegg.com ©

 
 

"ECCO DOVE SORGERÀ IL MONUMENTO"

"Un cuore gigante per i 39 angeli dell'Heysel di Bruxelles"

di Jessica Scano

Il nuovo monumento a ricordo delle 39 vittime della strage dell'Heysel potrebbe sorgere a Torino proprio nella piazzetta già dedicata alle "Vittime dello stadio di Heysel, a pochi passi da strada del Fortino. Ad annunciarlo, nel giorno del 39esimo anniversario della tragedia in cui morirono 39 tifosi bianconeri il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool, i promotori dell'iniziativa, ovvero l'Associazione familiari Vittime dell'Heysel", insieme all'associazione "Quelli di...Via Filadelfia. La realizzazione e la manutenzione del monumento sono possibili grazie alla creazione di un apposito capitolo regionale di 100mila euro. "In questo 39esimo anniversario è significativo che Torino con le risorse messe a disposizione dalla Regione Piemonte sia vicina finalmente a concretizzare un segno tangibile e perenne del ricordo dei 39 angeli bianconeri  ha dichiarato l'assessore regionale Maurizio Marrone. Per questo motivo sono soddisfatto che il Comune abbia raccolto il progetto delle associazioni promotrici e spero che al più presto possano iniziare i lavori". Il monumento formerà un cuore in ferro di 5 metri per 4, intagliato con le frasi "Heysel, +39, Per non dimenticare". "La piazzetta intitolata alla tragedia di Bruxelles  hanno detto Beppe Franzo dell'Associazione Quelli di...Via Filadelfia e Fabrizio Landini dell'Associazione familiari Vittime dell'Heysel  potrebbe diventare in prospettiva un vero e proprio cuore pulsante in memoria delle Vittime, permettendo di ospitare in un contesto riqualificato le iniziative istituzionali e sportive". Fonte: Cronaca Qui © 30 maggio 2024 Fotografia: Associazione Quelli di... Via Filadelfia © Icone: Pngegg.com ©

 
 

Non dimenticare l’Heysel

di Emilio Targia

Heysel non è più uno stadio. È solo e soltanto Heysel. Solo e soltanto quella strage dove persero la vita 39 persone e ne rimasero ferite 600.

Ricordo bene l’istante in cui Francesco Morini - ex stopper della Juve negli anni Settanta e all’epoca dirigente bianconero - mi consegnò all’Hotel Parco dei Principi di Roma i biglietti che forse mi salvarono la vita. Chissà. Sembravo destinato in un primo momento alla Curva Z, quella dove gli hooligans del Liverpool, ubriachi e invasati, avrebbero provocato la strage. I tagliandi che avevo tra le mani erano invece per la curva opposta, la "MNO". Erano di un colore anonimo, verde pallido tendente al grigio. Stampati su una carta piuttosto grezza, ruvida, con le scritte in due colori. La corona reale del Belgio in rosso così come il numero di serie del biglietto, in basso a destra. In nero invece la scritta "Coppa dei campioni europea per club". Declinata in francese e in tedesco. Non in italiano né in inglese. Mah. Poi il settore. E il prezzo: 300 franchi belgi. Infine, in basso, una scritta che mi lasciò perplesso: "L’organisateur décline toute responsabilité du chef d’accident, de quelque nature qu’il soit, qui pourrait se produire au cours ou à l’occasion du match pour lequel ce ticket est délivré". Così c’era scritto, su quel biglietto. Non sul retro del tagliando, no. Non di lato, in caratteri minuscoli. No. Sul davanti e in bella evidenza. Significava, in sostanza, che gli organizzatori declinavano ogni responsabilità in caso di incidenti. Chiaro e tondo, come se ti dicessero "Guarda che qui qualunque cosa ti accada, noi non c’entriamo mica niente, eh!". Non si capisce se fosse più un presagio o più una dismissione anticipata di responsabilità. Lo rilessi. Mi rigirai quel biglietto più volte tra le mani. La finale di Bruxelles del 29 maggio 1985 fu una follia che cominciava fin dal biglietto d’ingresso. Perché ci sono incubi che si travestono da sogni e quando poi lo scopri è troppo tardi e non puoi farci niente. Deve essere un vizio maledettamente umano, quello della propensione all’oblio. Una specie di basso istinto. Malsano, contagioso.

Lo si può scegliere per autodifesa, come anestesia contro il dolore. O si può provare a imporlo a sé stessi e agli altri per comodità, per superficialità. O per vigliaccheria. Heysel è una parola che oggi schiocca come una frustata. Che evoca solo e soltanto quella notte, quella strage. È un termine ormai svuotato del suo originario valore. Heysel non è più uno stadio. È solo e soltanto Heysel. Solo e soltanto quella strage dove persero la vita 39 persone e ne rimasero ferite 600. Oggi ci resta la memoria. La cui solidità non passa solo attraverso un monumento o un anniversario. Occorre che divenga prima di tutto risorsa condivisa, consapevolezza, comprensione. Una specie di sentimento comune. Occorre che le istituzioni, le scuole, i media sostengano e preservino la memoria. Occorre che la memoria divenga dinamica, un’entità produttiva che parta dal passato ma che sia proiettata sul futuro. Occorre lavorare sulla manutenzione di memoria per i 364 giorni che seguono ogni anniversario dalla strage. Per questo negli anni scorsi abbiamo dato alle stampe "Quella notte all’Heysel" (Sperling & Kupfer), per raccontare dal di dentro cosa accadde quella notte. E per questo oggi con la squadra di Mondadori Studios abbiamo realizzato un podcast: "Dentro l’Heysel", costruito con il racconto di quanto accadde e con le registrazioni ambientali di quella sera e le interviste che realizzai il giorno seguente con un piccolo registratore a cassette. Sono quattro puntate che cercano di far entrare dentro l’Heysel chi ancora oggi sa poco di quella vicenda. E chi vorrebbe capirne di più. Un podcast che abbiamo realizzato con grande cura e rispetto, sostenuto dalle musiche preziose e discrete di Gianluca Casadei. Perché in fondo la memoria è un lavoro. Una scelta. Un compito che spetta a tutti e a ciascuno. Perché senza memoria saremmo luci spente. Fonte: Laragione.eu © 31 maggio 2024 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Un maxi cuore di cinque metri

L'omaggio ai 39 morti di Heysel

Il progetto di due associazioni di famigliari per ricordare i tifosi della Juve rimasti uccisi nel 1985. L'assessore regionale Marrone: "Spero che inizino al più presto i lavori per gli angeli bianconeri". Sulla scultura di ferro comparirà la scritta "Per non dimenticare". 100.000 La somma in euro stanziata dalla Regione. E’ destinata al Comune per la creazione e la manutenzione del monumento. 39 Le vittime tra i tifosi allo stadio Heysel di Bruxelles nel 1985. Alcuni rimasero schiacciati dal crollo di un muro.

IL CASO - Un grande cuore in ferro, delle dimensioni di 5 metri per 4, su cui è inciso il messaggio "Heysel, + 39, per non dimenticare". E’ questo Il progetto per realizzare un monumento dedicato appunto alle 39 vittime della strage dell'Heysel, lo stadio belga di Bruxelles dove morì un gruppo di tifosi bianconeri poco prima della finale della Coppa dei Campioni disputata fra Juventus e Liverpool, il 29 maggio del 1985. Poche settimane dopo l'anniversario della tragedia, è l'iniziativa che vogliono mettere in campo i promotori dell'Associazione familiari Vittime dell'Heysel e dell'associazione Quelli di...via Filadelfia. Il primo passo per rendere possibile la nascita del monumento era stato fatto nello scorso mese di novembre, quando fu creato un apposito capitolo all'interno del bilancio regionale da 100 mila euro, da stanziare a favore della Città per la realizzazione e la successiva manutenzione dell'opera. Nei mesi passati furono avviate anche le interlocuzioni fra il Comune e i promotori dell'iniziativa: il luogo dove allestire il monumento con tutta probabilità dovrà essere la piazzetta già dedicata alle "Vittime dello stadio di Heysel", che si trova a pochi passi da strada del Fortino sul territorio del quartiere di Barriera di Milano, nella periferia nord. "Con l’amministrazione abbiamo avviato un dialogo già dallo scorso mese di dicembre, speriamo di poter giungere in tempi rapidi alla definizione di tutti gli aspetti tecnici e urbanistici del caso, in modo da poter cominciare quest'anno i lavori e celebrare il prossimo anniversario all'ombra del nuovo monumento dedicato alle Vittime dell'Heysel - spiegano Beppe Franzo dell'Associazione Quelli di... Via Filadelfia e Fabrizio Landini dell'Associazione familiari Vittime dell'Heysel. La piazzetta, che è già stata intitolata alla tragedia di Bruxelles, potrebbe diventare in prospettiva anche un vero e proprio cuore pulsante in memoria di quanto accaduto, consentendo di ospitare all'interno di un contesto riqualificato un programma di iniziative istituzionali e sportive". Un auspicio che viene espresso anche dall'assessore regionale Maurizio Marrone, che alla fine del 2023 aveva seguito l'iter per garantire le risorse necessarie all'opera: sarà significativo che Torino, con le risorse messe a disposizione dalla Regione Piemonte, sia finalmente vicina a concretizzare un segno tangibile e perenne del ricordo dei 39 angeli bianconeri dice. Per questo motivo spero che al più presto possano iniziare i lavori". (D. MOL.) Fonte: La Stampa © 19 giugno 2024 Icone: Pngegg.com ©

 
 

ROBERTO SEMPRE NEL CUORE

Andrea Lorentini ha partecipato all'evento di sabato 12 ottobre 2024 "Epilessia e diabete nello sport" organizzato dall'Associazione Arezzo per l'Epilessia in collaborazione con la società calcistica Fortis Arezzo presso la sede sociale del club in via dei Pianeti 10. Presidente dell'Associazione fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel e figlio del dottor Roberto, eroe della tragedia, mantenendo fede alla missione di mantenere viva la memoria delle vittime e di combattere la violenza nel calcio, ha condiviso la sua testimonianza sull'importanza dei valori positivi nello sport e della sicurezza negli stadi. Speciale ed emozionante l'incontro tra la Dottoressa Natalia Banelli, presidentessa dell'Associazione Arezzo per l'Epilessia e Andrea Lorentini. Lei aveva conosciuto suo padre Roberto tanti anni fa all'Ospedale San Donato, dove lavoravano entrambi. Avendo saputo che oggi Andrea sarebbe stato presente alla manifestazione, ha voluto condividerne commossa un vivo ricordo. Le sue dolci parole hanno testimoniato quanto fosse preziosa l'eredità del dottor Lorentini nel cuore di tante persone. Un momento intenso, ricco di memoria e affetto. Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 14 ottobre 2024 Icone: Pngegg.com ©

 
 

I morti di Valencia e il calcio che va

avanti: ma l'Heysel è un'altra storia

di Francesco Caremani

Roma-Real Madrid, 11 settembre 2001. Per la mia generazione, quelli di noi che amano il calcio, la prima giornata della Champions League 2001-02 è passata alla storia per essersi giocata nello stesso giorno dell’attentato alle Torri Gemelle. Si giocò mentre New York bruciava, si giocò mentre c’era chi lottava per estrarre i corpi da sotto le macerie, si giocava mentre il mondo, al di qua dell’Atlantico, era incollato, attonito, dal primo pomeriggio davanti al televisore, confondendo il fumo dell’attentato con quello dei fumogeni dentro uno stadio.

Il dramma di Valencia - All’epoca l’Uefa non fu in grado di rimandare la prima giornata, rimandando solamente le partite del giorno dopo. Un meccanismo, già allora, incapace di fermarsi, incapace di portare rispetto a qualcosa che era molto più grande di lui, dentro un calendario che più di venti anni fa era difficile da gestire, figurarsi oggi. È accaduto di nuovo. In questi giorni in cui la Comunità Valenciana sta affrontando il disastro di un evento climatico senza precedenti, mentre la conta dei morti diventa insopportabile e la ripresa della vita quotidiana un miraggio, e mentre la MotoGP ha rinunciato a correre nel circuito cittadino, accettando anche di finire il Mondiale allo stato delle cose per poi virare su Barcellona, il calcio non si è fermato, non lo ha fatto l’Uefa con la Champions League, non lo ha fatto la Liga del grande "moralizzatore" Javier Tebas Medrano. Che immensa vergogna. Il calcio non si è fermato nemmeno durante la pandemia di Covid-19, ovvero lo ha fatto ma dopo, lo ha fatto perché non poteva farne a meno riprendendo la maggior parte dei campionati e le coppe europee in estate per consegnare premi e trofei, mentre c’è chi ha avuto più dignità e ha interrotto tutto, chi non assegnando il titolo e chi riconoscendolo alla squadra oggettivamente più forte, roba da Europa del Nord ma non del Sud. In Italia, per esempio, si è forzata la mano fino all’impossibile, facendo giocare le squadre in stadi vuoti e in un clima surreale, poi ripartendo e violando più volte i protocolli senza subire sanzioni; parte di un capitolo ben peggiore di un Paese che si è vergognosamente scoperto nemico della scienza. The show must go on - Restando all’Italia, sono all’ordine del giorno le polemiche per partite non giocate a causa delle alluvioni o di eventi climatici disastrosi, che hanno causato danni ingenti alla popolazione e morti. In questi anni è accaduto per un Napoli-Juventus (c’era stato un morto), per Fiorentina-Juventus (con la Toscana sott’acqua) e per Bologna-Milan con l’Emilia Romagna in ginocchio da due anni. Spesso si è polemizzato sul fatto che il giorno della partita c’era il sole dimenticando tutto il resto.

E forse, allora, è il caso di dirselo fino in fondo. Se il calcio fosse ancora un gioco lo si interromperebbe sempre di fronte a cose più importanti, di fronte alla Storia, di fronte alle calamità naturali, di fronte ai morti. Evidentemente non lo è più e forse non lo è mai stato. Il calcio, invece, è un’industria e come tale deve andare avanti, non si può fermare altrimenti collassa dal punto di vista economico, come ha rischiato di fare durante la pandemia. Continuare a dirsi che è altro è ipocrita e fuorviante, quindi anche i protagonisti dovrebbero avere il coraggio di ammetterlo. Un brutto risveglio per chi crede ancora alle favole. Però c’è un concorso di colpa, perché parte dei tifosi (?) sui social media ha sempre espresso il parere di voler vedere le partite a tutti i costi: a Napoli, come a Firenze e Bologna. Vogliono la partita, qualunque cosa accada, perché se non sono colpiti personalmente dalle tragedie non gliene frega niente e basta con questa storia che il tifo organizzato "fa anche cose buone", certo, quando non è impegnato nelle partite o quando, come a Valencia, non c’è spazio per altro che per gli aiuti e dove ogni secondo è prezioso, ma potendo scegliere… Dirò di più. Ricordo ancora il giorno della morte di Davide Astori, quando la Serie A, udite Merano, si è fermata. Ricordo tutto, i commenti sotto un mio post, tifosi (?) che mi hanno bloccato, che rivendicavano il diritto alla gradinata di uno stadio sulla pelle di un ragazzo che era morto da poche ore, rivendicando anche i soldi spesi (tutte le settimane di tutte le stagioni, ma non ce l’hanno il mutuo da pagare e i figli da mandare a scuola?!) e dimenticando che l’industria ha solamente clienti e che quando qualcuno, molti anni fa, lo scriveva e lo faceva notare in molti hanno girato la testa dall’altra parte perché l’unica cosa che contava era poter andare allo stadio, le coreografie, battere i "nemici", mica fermarsi a riflettere.

Perché, va detto, un calcio diverso pretenderebbe una presa di posizione radicale e si dovrebbe stoppare prima di ripartire in modo completamente differente, e chi pensa che si possa fare in corsa non ha alcun contatto con la realtà. L’Heysel e le ricostruzioni posticce - In questi giorni alcuni siti, sul fatto che il calcio non si ferma mai, nemmeno davanti ai morti, hanno ricordato l’Heysel. E come al solito lo hanno fatto male. Era osceno giocare con i morti messi in fila sotto la tribuna ? Sì lo era. E chi meglio di Otello Lorentini che piangeva Roberto, il figlio unico, medaglia d’argento al valore civile per essere morto tentando di salvare un connazionale, poteva saperlo, lui che poi ha fondato l’Associazione tra le famiglie delle vittime di Bruxelles per affrontare il processo e ottenere giustizia dopo quella strage, perché di strage si è trattato. Eppure, durante il processo, ha capito che quella scelta è stata oculata e che ha impedito altri morti, nel momento in cui tutti erano a conoscenza di quello che era accaduto nella curva Z. Il 29 maggio 2025 saranno passati 40 anni da quella maledetta notte di Bruxelles e nell’avvicinarsi a quell’anniversario si inizia già a sentire il rumore delle fake news e delle ricostruzioni posticce per coprire la vergogna di chi non ha mai fatto niente per ricordare le 39 vittime e di chi, gli antijuventini, le hanno offese dalle gradinate di uno stadio. Gli stessi che vogliono andarci a tutti i costi, anche quando ci sono dei morti, anche quando la Storia gli suggerisce che sarebbe meglio non farlo: ma che ne sanno loro della storia e, soprattutto, della pietas. Termino con un’autocitazione, poco simpatica me ne rendo conto: chi volesse saperne di più sull’Heysel in maniera corretta può leggere il mio libro "Heysel - le verità di una strage annunciata", il primo sull’argomento, mentre gli altri sono arrivati tutti dopo. Per chi, invece, vuole credere agli asini che volano c’è solo l’imbarazzo della scelta. Fonte: Today.it © 6 novembre 2011 Icone: Pngegg.com ©

 
 

L'omaggio della Nazionale alle vittime della strage dell'Heysel.

Gravina: "Presenza degli Azzurri segno di profondo rispetto"

Il presidente federale, il capodelegazione della Nazionale Gianluigi Buffon e il Ct Luciano Spalletti hanno deposto tre mazzi di fiori sotto la lapide in ricordo delle 39 persone che persero la vita il 29 maggio 1985 in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus.

Un intenso momento di raccoglimento davanti alla lapide posta accanto a dove si trovava il tristemente famoso Settore Z. Questa sera, alla vigilia del match di Nations League con il Belgio in programma domani in quello che è stato ormai ribattezzato Stadio "Re Baldovino", la Nazionale al completo ha reso omaggio alle vittime della strage dell'Heysel. Il presidente della FIGC Gabriele Gravina, il capodelegazione della Nazionale Gianluigi Buffon e il Ct Luciano Spalletti - insieme allo staff ea tutti gli Azzurri - hanno deposto tre mazzi di fiori (uno rosso, uno bianco e uno verde) nel luogo dove il 29 maggio del 1985 persero la vita 39 persone a causa dei disordini scoppiati prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus. "La presenza degli Azzurri davanti al luogo della tragedia dell'Heysel – ha commentato Gravina - rappresenta un segno di profondo rispetto e di grande testimonianza. La memoria ci definisce come individui e come movimento, il dolore provocato da quella strage non può e non deve essere dimenticato, per le vittime, per i loro familiari e per l'intero calcio europeo, affinché drammi del genere non accadano mai più". "La data del 29 maggio 1985 - ha sottolineato Spalletti - deve rimanere nella memoria di tutti per il rispetto che dobbiamo a quelle famiglie. Il calcio è fatto di momenti bellissimi, ma ce ne sono altri tristi come questo, che non devono più succedere. Lo dobbiamo far capire a chi viene allo stadio, che è un luogo per divertirsi, incontrare persone e amare uno sport caro a tanta gente". Presenti alla commemorazione la presidente della Federazione belga Pascale Van Damme, la ministra dell'Interno Annelies Verlinden e l'Ambasciatrice Italiana a Bruxelles Federica Favi, che hanno a loro volta deposto delle corone di fiori in memoria delle vittime della tragedia. Fonte: Figc.it © 13 novembre 2024  © Video: Tuttosport © Icone: Pngegg.com ©

 
 

Heysel, nascerà il memoriale Juve:

ora è ufficiale, ecco dove e come sarà

Il Comune di Torino ha approvato l'opera: il club bianconero ha scelto il nome e la zona dove costruirlo. Tutti i dettagli.

Ricordare, ma non lasciarsi travolgere dal dolore della perdita, rielaborando il lutto con lo sguardo volto al futuro e a una nuova speranza di rinascita. È da questa volontà che prenderà vita "Verso Altrove", l'opera che la Juventus dedicherà alla memoria della tragedia dell'Heysel, di cui il 29 maggio 2025 ricorreranno i quarant’anni. Il progetto, affidato a Luca Beatrice, critico d’arte e presidente della Quadriennale di Roma e realizzato da Luca Vitone, artista di fama internazionale, è stato definitivamente approvato dalla Città di Torino e sarà realizzato nei prossimi mesi in un'area verde di circa duemila metri quadrati nei pressi di Strada della Continassa, a poche decine di metri dall'Allianz Stadium, dal Training Center e dalla sede del club. Juve, ecco "Verso Altrove": il progetto - Dal manto erboso, impreziosito da alberi di Ginko Biloba e cespugli di lavanda, si ergerà una pedana di sessantacinque metri dalla leggera forma di spirale centrifuga, innalzandosi a più di tre metri da terra. Una struttura leggera, architettonicamente semplice, al cui interno verrà posizionata una luce al neon lungo tutto il percorso, permettendo così all’opera di essere visibile anche da notevole distanza, nell'oscurità. Al termine della rampa, rivolto verso il paesaggio antistante, sarà posizionato un cannocchiale con lenti montate al contrario in modo da allontanare il fuoco sull'orizzonte. Un chiaro invito a guardare lontano, verso l'assoluto. La stessa scelta delle specie arboree che verranno piantate è fortemente simbolica: la lavanda rimanda al richiamo olfattivo di sensazioni oniriche, spesso presenti nelle opere di Vitone, mentre il Ginko Biloba è un albero antichissimo, le cui origini risalgono a milioni di anni fa, all'era mesozoica, considerato un fossile vivente a rappresentare la resistenza, la sintesi nella sua linfa di passato e futuro. Verso altrove non sarà quindi soltanto un memoriale, ma un luogo e un oggetto poetico, un panorama che diventerà spazio attivo e inviterà il pubblico a ricordare ciò che è stato, in un ideale percorso di ascesi, teso al futuro, alla vita. All'altrove. Fonte: Tuttosport.com © 9 dicembre 2024  Icone: Pngegg.com ©

 
 

L'omaggio della Juventus alle vittime dell'Heysel:

verrà costruito un monumento nell'area della Continassa

La Juventus, nei prossimi, mesi dedicherà un memoriale alle 39 vittime della notte tragica dello Stadio Heysel a Bruxelles, proprio in occasione del 40° anniversario di uno dei momenti più tragici e dolorosi nella storia del club bianconero. Il progetto, che prenderà forma nei prossimi mesi, verrà realizzato proprio alla Continassa, in un'area verde di circa duemila metri quadrati e pochissima distanza dall'Allianz Stadium, teatro delle partite casalinghe dei bianconeri. Un'opera d'arte dedicata alle 39 vittime della strage dell’Heysel a Bruxelles era infatti uno degli gli impegni assunti dalla Juventus, che a proprie cure e spese, realizzerà un ricordo struggente e allo stesso tempo toccante, da collocare nell'area della Continassa. Che cambierà, ancora, e sempre grazie al club bianconero.

Il memoriale dell'Heysel: il comunicato della Juventus - "Attraverso un comunicato ufficiale apparso sul proprio sito, la Juventus ha illustrato la realizzazione del monumento che omaggerà le vittime dell'Heysel: "Ricordare, ma non lasciarsi travolgere dal dolore della perdita, rielaborando il lutto con lo sguardo volto al futuro e a una nuova speranza di rinascita. È da questa volontà che prenderà vita Verso Altrove, l'opera che la Juventus dedicherà alla memoria della tragedia dell'Heysel, di cui il 29 maggio 2025 ricorreranno i quarant’anni anni. Il progetto, affidato a Luca Beatrice, critico d’arte e presidente della Quadriennale di Roma e realizzato da Luca Vitone, artista di fama internazionale, è stato definitivamente approvato dalla Città di Torino e sarà realizzato nei prossimi mesi in un'area verde di circa duemila metri quadrati nei pressi di Strada della Continassa, a poche decine di metri dall'Allianz Stadium, dal Training Center e dalla sede del club. Dal manto erboso, impreziosito da alberi di Ginko Biloba e cespugli di lavanda, si ergerà una pedana di sessantacinque metri dalla leggera forma di spirale centrifuga, innalzandosi a più di tre metri da terra. Una struttura leggera, architettonicamente semplice, al cui interno verrà posizionata una luce al neon lungo tutto il percorso, permettendo così all’opera di essere visibile anche da notevole distanza, nell'oscurità. Al termine della rampa, rivolto verso il paesaggio antistante, sarà posizionato un cannocchiale con lenti montate al contrario in modo da allontanare il fuoco sull'orizzonte. Un chiaro invito a guardare lontano, verso l'assoluto. La stessa scelta delle specie arboree che verranno piantate è fortemente simbolica: la lavanda rimanda al richiamo olfattivo di sensazioni oniriche, spesso presenti nelle opere di Vitone, mentre il Ginko Biloba è un albero antichissimo, le cui origini risalgono a milioni di anni fa, all'era mesozoica, considerato un fossile vivente a rappresentare la resistenza, la sintesi nella sua linfa di passato e futuro. Verso altrove non sarà quindi soltanto un memoriale, ma un luogo e un oggetto poetico, un panorama che diventerà spazio attivo e inviterà il pubblico a ricordare ciò che è stato, in un ideale percorso di ascesi, teso al futuro, alla vita. All'altrove".

L'area Continassa e l'accordo tra Città di Torino e Juventus - Nella seduta dello scorso 19 marzo, infatti, la Giunta Comunale di Torino ha approvato l’atto di assoggettamento all'uso pubblico delle aree destinate a piazza, a verde, percorsi pedonali e parcheggi a raso nell’ambito "4.25 Continassa". Cosa prevede? Un patto tra la Città, Ream e Juventus per l’assoggettamento all’uso pubblico delle aree per 31.527 metri quadrati complessivi, di cui 15.400 destinati a verde, 9.937 adibiti a parcheggi pubblici a raso e viabilità di collegamento e 6.190 metri quadrati. Tutto destinato a piazza pubblica. La Juventus gestirà a proprio carico l'intera zona, regalando anche un ricordo speciale, per la storia del club e per i tifosi.  Fonte: Illbianconero.com © 9 dicembre 2024  Icone: Pngegg.com ©

 
 

Verso altrove: in memoria dell'Heysel

Ricordare, ma non lasciarsi travolgere dal dolore della perdita, rielaborando il lutto con lo sguardo volto al futuro e a una nuova speranza di rinascita. È da questa volontà che prenderà vita Verso Altrove, l'opera che la Juventus dedicherà alla memoria della tragedia dell'Heysel, di cui il 29 maggio 2025 ricorreranno i quarant’anni anni. Il progetto, affidato a Luca Beatrice, critico d’arte e presidente della Quadriennale di Roma e realizzato da Luca Vitone, artista di fama internazionale, è stato definitivamente approvato dalla Città di Torino e sarà realizzato nei prossimi mesi in un'area verde di circa duemila metri quadrati nei pressi di Strada della Continassa, a poche decine di metri dall'Allianz Stadium, dal Training Center e dalla sede del club. Dal manto erboso, impreziosito da alberi di Ginko Biloba e cespugli di lavanda, si ergerà una pedana di sessantacinque metri dalla leggera forma di spirale centrifuga, innalzandosi a più di tre metri da terra. Una struttura leggera, architettonicamente semplice, al cui interno verrà posizionata una luce al neon lungo tutto il percorso, permettendo così all’opera di essere visibile anche da notevole distanza, nell'oscurità. Al termine della rampa, rivolto verso il paesaggio antistante, sarà posizionato un cannocchiale con lenti montate al contrario in modo da allontanare il fuoco sull'orizzonte. Un chiaro invito a guardare lontano, verso l'assoluto. La stessa scelta delle specie arboree che verranno piantate è fortemente simbolica: la lavanda rimanda al richiamo olfattivo di sensazioni oniriche, spesso presenti nelle opere di Vitone, mentre il Ginko Biloba è un albero antichissimo, le cui origini risalgono a milioni di anni fa, all'era mesozoica, considerato un fossile vivente a rappresentare la resistenza, la sintesi nella sua linfa di passato e futuro. Verso altrove non sarà quindi soltanto un memoriale, ma un luogo e un oggetto poetico, un panorama che diventerà spazio attivo e inviterà il pubblico a ricordare ciò che è stato, in un ideale percorso di ascesi, teso al futuro, alla vita. All'altrove.  Fonte:  Juventus.com © 9 dicembre 2024  Icone: Pngegg.com ©

 
 

La prima pietra per il monumento alle vittime dell'Heysel

Dalla Regione Piemonte la prima pietra per la realizzazione del monumento alle 39 persone che il 29 maggio 1985 persero la vita nello stadio Heysel di Bruxelles poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. La Giunta regionale ha infatti approvato le modalità di erogazione del contributo di 100.000 euro per la realizzazione e manutenzione, in occasione del 40° anniversario, di un monumento a Torino dedicato alle vittime di quella tragedia secondo un progetto promosso dall’Associazione dei Familiari delle Vittime dell’Heysel, dall’Associazione Quelli di via Filadelfia e previsto anche dalla legge regionale n. 33/2023. Sarà una scultura in ferro Corten alta cinque metri ed a forma di cuore con la scritta "Heysel, +39, Per non dimenticare". Attualmente in fase di progettazione, sarà collocata in una piazzetta intitolata alle "Vittime dell’Heysel" nei pressi di Strada del Fortino. "Questo progetto - sostiene l’assessore regionale allo Sport Marina Chiarelli - integra le politiche sportive con quelle culturali ed educative, in linea con la nostra visione di uno sport che sia motore di inclusione e coesione sociale. È un passo significativo che rende il Piemonte protagonista nella costruzione di una cultura sportiva fondata su pace, memoria e rispetto. Questo monumento è un'opera commemorativa e nello stesso tempo un simbolo del nostro impegno a trasmettere i valori etici dello sport e a sensibilizzare le nuove generazioni sull'importanza della memoria e della responsabilità collettiva". Il contributo regionale, suddiviso in più fasi legate allo stato di avanzamento del progetto, sarà assegnato alla Città di Torino. Fonte: Regione.piemonte.it © 27 dicembre 2024 Tweet: Articolo Associazione Familiari Vittime Heysel Icone: Pngegg.com © Grafica Logo: Gianni Valle (Studio Charivari grafica design) ©

 
   

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