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ARTICOLI STAMPA e WEB ASSOCIAZIONE 2017  
 

Strage Heysel: adesivi shock al Franchi

I familiari delle vittime: "Gesto spregevole"

di Claudia Failli

Della vicenda si stanno adesso interessando anche i membri dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel il cui presidente, Andrea Lorentini figlio di Roberto, sta valutando insieme ai propri legali quali operazioni intraprendere. "Un gesto spregevole".

Un gesto spregevole. Che evoca una delle pagine più brutte, tristi e feroci del calcio. Era il 29 maggio 1985 e poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles morirono 39 persone a causa dell’attacco da parte delle frange più violente della tifoseria inglese. Tra coloro che persero la vita c’erano anche gli aretini Roberto Lorentini (31 anni) e Giuseppina Conti (17). Un giorno da cancellare. Da riscrivere. Ma che invece ciclicamente, complice l’insensibilità dei soliti ignoti, torna sotto gli occhi di tutti con la stessa violenza di trentadue anni fa. L’ultimo episodio è quello documentato da Repubblica Firenze nelle proprie colonne virtuali. Centinaia di adesivi sulla strage dell’Heysel sono stati attaccati sui segnali stradali in giro per Firenze e nei pressi dello stadio. Altri, invece, hanno fatto la loro comparsa persino sul plexiglass del settore ospiti dello stadio Artemio Franchi. Su tutti si legge chiara e inequivocabile la scritta "-39, nessun rispetto". Secondo quanto riportato da Repubblica, gli adesivi sarebbero stati trovati pochi minuti prima del calcio di inizio di Fiorentina Juventus (disputatasi alle 20.45 del 15 gennaio). Sarebbero stati gli steward a rimuovere le odiose etichette che hanno attirato immediatamente l’attenzione delle forze dell’ordine presenti all’interno dello stadio. In questo senso l’episodio potrebbe avere delle conseguenze giudiziarie visto che la giustizia sportiva potrebbe persino disporre una sanzione nei confronti della società. Della vicenda si stanno adesso interessando anche i membri dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel il cui presidente, Andrea Lorentini figlio di Roberto, sta valutando insieme ai propri legali quali operazioni intraprendere. "Un gesto spregevole". Fonte: Arezzonotizie.it © 18 gennaio 2017 Tweet: Associazione Familiari Vittime Heysel © Fotografie: Firenze.repubblica.it ©  Icone: Pngegg.com ©

 
 

I cervelli sotto vuoto allo stadio, tra Heysel ed ebrei

di Mattia Cialini

Lo sport è passione: lo è il calcio giocato, lo è quello vissuto al fianco della squadra del cuore. In casa, in trasferta. Nelle partite più anonime, nei derby più sentiti. Va bene il sostegno ai propri colori e pure lo sfottò avversario, perché anche all’oratorio certe pietanze vogliono il giusto condimento. Amen. Ci sono poi manifestazioni allo stadio che tifo non sono ma avrebbero la pretesa di essere divertenti/sarcastiche/provocatorie/fighe. Fanno branco. Ma che in sintesi sono partorite da cervelli carenti, replicate e sostenute da cervelli spenti. Che dentro il gruppone/gruppetto/gruppino sembrano suonare tanto bene per denigrare l’avversario: vengono evocate tragedie con logiche da bullismo della scuola materna. Suscitano più pena che rabbia, come un bimbo che dice parolacce per farsi notare. Ma siccome gli stadi calamitano milioni di occhi, poi tocca parlarne. E dire cose ovvie tipo che gli adesivi allo stadio Franchi contro le vittime dell’Heysel sono spregevoli al pari dei cori antisemiti allo Stadium di Torino. Lo spunto arriva da un messaggio facebook indirizzato alla nostra redazione, dopo l’articolo della collega Claudia Failli sulle penose scritte del Franchi. Mi pare assurdo giustificare il nostro articolo, lo faccio per chiarirne la logica giornalistica. Siamo un giornale di provincia, ci interessiamo di quel che accade nell’Aretino. Il presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime dell’Heysel è di Arezzo, Andrea Lorentini, due giovani – tra cui il padre di Andrea, Roberto Lorentini – che persero la vita Bruxelles nell’85 erano di Arezzo: la posizione dell’associazione sui fatti del Franchi non può che trovare spazio su Arezzo Notizie. Come lo troverebbe, per dire, la condanna dei cori dello Stadium di un’associazione aretina che lotta contro l’antisemitismo. Detto questo, il messaggio, nella sua tristezza, permette un paio di riflessioni. Uno: gli pseudo-tifosi che intonano un canto articolato contro i fiorentini ("Il viola è il colore che odio e quello che odio di più. Gli sterilizziamo le donne, cosi non ne nascono più! Firenze è una patria d’infami, la odio da sempre perché i viola non sono italiani ma sono una massa di ebrei") con finale antisemita, tendono (involontariamente) una trappola al loro bersaglio, chi ci casca – come il nostro lettore – offendendosi per l’epiteto "massa di ebrei" pecca dello stesso pregiudizio di quelli che intonano il coro. Giusto indignarsi per il coro, non certo per l’accostamento fiorentini=ebrei, ma per tutto quel che implicitamente intende (ebrei=popolo inferiore, quindi fiorentini=popolo inferiore). Due. Grazie al lettore per il messaggio (che però resta parecchio piccino e triste): ci permette di ribadire cose che sembrano ovvie, ma che per tutti forse non lo sono. Che juventini e fiorentini si sfottano, a Torino, a Firenze, ad Arezzo come a Ponticino. Ma ci vuole rispetto per le tragedie e zero tolleranza per chi offende la memoria, sia che vengano oltraggiate le vittime di incidenti, sia le vittime di insensato odio razziale. E, per inciso, l’Associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel si batte contro tutte le forme di odio e discriminazione negli stadi. Fonte: Arezzonotizie.it © 23 gennaio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

"-39, nessun rispetto", i familiari delle Vittime dell’Heysel:

"Basta infangare la memoria di coloro che persero la vita a Bruxelles"

di Riccardo Ciccarelli

"L’Associazione non è più disposta a tollerare fatti di questo tenore o comportamenti denigratori e diffamatori nei confronti delle vittime di quel tragico 29 maggio". È la dura, e legittima, presa di posizione dei Familiari delle Vittime dell’Heysel, dopo quanto accaduto in occasione della partita Fiorentina-Juventus dello scorso 15 gennaio quando sono stati rimossi dalle forze dell’ordine, all’esterno dello stadio Franchi di Firenze, adesivi con la scritta "– 39, nessun rispetto", riferibili alle vittime dello stadio Heysel, in quella tragica serata di Bruxelles. "Attraverso l’avvocato dell’Associazione abbiamo scritto al dott. Andrea Della Valle una lettera formale di richiamo affinché prenda pubblicamente le distanze da quei personaggi che con i loro atteggiamenti infangano la memoria delle vittime dell’Heysel e macchiano l’immagine di una città, Firenze, e di un popolo, i fiorentini, che non meritano di essere associati a questo tipo di becere manifestazioni, afferma il presidente dell’Associazione, Andrea Lorentini. "Una presa di distanza che non sia solo pubblica – prosegue Lorentini – ma che si espliciti in gesti e atti concreti. La lettera è stata inviata per conoscenza anche al sindaco di Firenze Nardella, al presidente federale Tavecchio, al procuratore federale, al presidente della Lega Beretta, e al Centro di coordinamento dei viola club". Quello registrato poco più di una settimana fa non è che l’ennesimo episodio. Proprio per questo l’Associazione non si stanca di proseguire nell’azione di diffondere una cultura sportiva fatta di sani valori: "Offendere le vittime dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie. Significa mancare di rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una partita di calcio". "Va da sé – conclude Lorentini – per tutte le menti vuote che in questi giorni hanno commentato sui social la nostra presa di posizione, come bambini dell’asilo Mariuccia, che la nostra battaglia si allarga a tutti quei cori e quelle offese intollerabili, fuori e dentro uno stadio: da Paparelli a Curi, da Superga al Vesuvio. Fonte: Tele San Domenico Arezzo © 24 gennaio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Dura presa di posizione dell’Associazione Familiari Vittime Heysel dopo i fatti di Firenze

Familiari vittime Heysel: "Inaccettabile quanto accaduto a Firenze"

L’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel denuncia quanto accaduto in occasione della partita Fiorentina-Juventus dello scorso 15 gennaio, quando sono stati rimossi dalle forze dell’ordine, all’esterno dello stadio Franchi di Firenze, adesivi con la scritta "– 39, nessun rispetto", riferibili alle vittime dello stadio Heysel, in quella tragica serata di Bruxelles del 29 maggio 1985.

"Attraverso l’avvocato dell’Associazione abbiamo scritto al dottor Andrea Della Valle una lettera formale di richiamo affinché prenda pubblicamente le distanze da quei personaggi che con i loro atteggiamenti infangano la memoria delle vittime dell’Heysel e macchiano l’immagine di una città, Firenze, e di un popolo, i fiorentini, che non meritano di essere associati a questo tipo di becere manifestazioni – afferma il presidente dell’Associazione, Andrea Lorentini. Una presa di distanza che non sia solo pubblica, ma che si espliciti in gesti e atti concreti. La lettera è stata inviata per conoscenza anche al sindaco di Firenze Nardella, al presidente federale Tavecchio, al procuratore federale, al presidente della Lega Beretta, e al Centro di coordinamento dei viola club". L’Associazione non è più disposta a tollerare fatti di questo tenore o comportamenti denigratori e diffamatori nei confronti delle vittime di quel tragico 29 maggio. Pertanto annuncia la propria scelta di adottare una linea dura nei confronti di tutti coloro che con scritte, comportamenti o parole rievochino impropriamente la strage dell’Heysel. "Purtroppo da quasi 32 anni a Firenze si ripete questo scempio – prosegue Lorentini – già nell’aprile del 2015 scrissi una lettera al dott. Della Valle sui continui oltraggi alla memoria che puntualmente si ripetevano ogni qualvolta la Juventus giocava allo stadio "Franchi". Della Valle rispose condividendo il nostro sdegno e assicurando che avrebbe dato mandato ai suoi collaboratori di non tollerare più simili comportamenti. Purtroppo dobbiamo constatare che ciò non ha sortito alcun effetto. È quindi necessario da parte della proprietà della Fiorentina un’ulteriore e seria presa di posizione".

Offendere le vittime dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie. Significa mancare di rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una partita di calcio. Quanto accade puntualmente a Firenze è ancora più grave per almeno due ordini di motivi. Il primo perché Otello Lorentini, fondatore e storico presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime di Bruxelles, simbolo della lotta contro la violenza negli stadi, era tifoso della Fiorentina. Il secondo perché nel 2015 l’Associazione è stata insignita proprio a Firenze del Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza del Consiglio regionale della Toscana, dal Presidente del consiglio regionale Giani, come riconoscimento dell’impegno civile che porta avanti per i valori dello sport. Va da sé, per tutte le menti vuote che in questi giorni hanno commentato sui social la nostra presa di posizione, come bambini dell’asilo Mariuccia, che la nostra battaglia si allarga a tutti quei cori e quelle offese intollerabili, fuori e dentro uno stadio: da Paparelli a Curi, da Superga al Vesuvio. Non ne possiamo più, esigiamo rispetto e lo pretendiamo per tutte quelle famiglie che hanno perso una persona cara che viene ciclicamente offesa durante una partita di calcio. Prima di una partita di calcio, il 29 maggio 1985, sono morte 39 persone, durante molte altre partite sono state uccise una seconda volta e questo è inaccettabile. Chiediamo quindi a tutte le associazioni, anche del tifo organizzato, che si sentono colpite e/o offese da tanta infamia di unirsi a noi in questa lotta di civiltà. Intanto abbiamo iniziato attraverso le vie legali, le uniche che in questo Paese pare sortiscano effetti. Fonte: Arezzonotizie.it © 24 gennaio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

La Fiorentina contro gli adesivi sulla strage dell'Heysel

"Siamo offesi e dispiaciuti. Siamo in prima fila contro la violenza scritta o verbale".

"Siamo sinceramente dispiaciuti e offesi di quanto accaduto, ma vorremmo evidenziare che la nostra società è da sempre in prima linea con attività, comportamenti e iniziative volte a condannare ogni forma di discriminazione razziale, violenza scritta o verbale e atta a limitare o peggio privare la libertà altrui e qualsiasi forma offensiva dell'altrui personalità". Comincia così la lettera aperta della Fiorentina all'Associazione familiari vittime dell'Heysel. "Prendiamo atto della vostra nota inerente agli incresciosi fatti accaduti all'esterno dello stadio Franchi in occasione di Fiorentina-Juventus lo scorso 15 gennaio - prosegue la lettera -. Nel fatto specifico teniamo a precisare che, appena informati, abbiamo messo in atto tutte le procedure presso gli organi competenti affinché fosse fatta chiarezza sull'accaduto, benché lo stesso non fosse imputabile al nostro servizio di sicurezza che come previsto dalla normativa vigente agisce all'interno dell'impianto. Il gesto messo in atto da alcune persone è sicuramente da condannare come lo sono gli attori medesimi. Il fatto accaduto all'esterno dello stadio però non può essere imputato a un'intera tifoseria o a un'intera città che hanno sempre dimostrato, nel tempo e con azioni concrete, la propria sensibilità nei confronti di avvenimenti dolorosi". Poi, sui propri tifosi: "Annotiamo come si siano comportati correttamente durante tutto l'incontro e a testimonianza di questo non sono stati rilevati dagli organi adibiti a controllare fatti e/o azioni offensive, lesive e/o diffamatorie. Siamo certi che con la collaborazione di tutte le componenti e con provvedimenti severi volti a punire tali atti di viltà non potremo che porre fine a queste manifestazioni di inciviltà e idiozia". Fonte: Firenze.repubblica.it © 24 gennaio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Heysel, i familiari delle vittime:

"Della Valle prenda posizione contro i tifosi"

di Alberto Pucci

In occasione della recente sfida tra viola e bianconeri, nei pressi dello stadio i tifosi della Fiorentina hanno attaccato manifesti e adesivi con la scritta "-39 nessun rispetto".

La stupidità di certi tifosi non conosce confini. Da nord a sud si continuano infatti a sentire cori deliranti: talmente beceri da far impallidire anche buona parte di coloro che prende posto in quelle stesse curve da dove solitamente parte l'insulto agghiacciante. E se dalle parti di Torino il punto più basso viene toccato ogni volta che gli ultrà inneggiano al Vesuvio, in quel di Firenze ci si vergogna dei continui cori della tifoseria in favore della strage dell'Heysel. Quella maledetta serata del 29 maggio 1985, nella quale persero la vita 39 tifosi della Juventus, è stata nuovamente rievocata in occasione della recente sfida al "Franchi" tra i bianconeri e i viola. Nei pressi dello stadio di Firenze, lungo il tragitto percorso dai tifosi ospiti, sono addirittura comparsi dei manifesti con la scritta "-39 nessun rispetto". L'invito a Della Valle - A distanza di giorni, l'associazione familiari delle vittime dell'Heysel è tornata a farsi sentire con una lettera inviata al presidente viola Della Valle. Nella missiva, spedita per conoscenza anche a Carlo Tavecchio e al sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente dell'associazione ha invitato il patron del club gigliato a prendere posizione contro i propri tifosi: "Non siamo più disposti a tollerare episodi del genere – ha scritto Andrea Lorentini – da 32 anni a Firenze si ripete questo scempio. Nel 2015 abbiamo scritto al presidente Della Valle, che condivise il nostro sdegno, ma ciò non ha sortito alcun effetto. È necessario che la Fiorentina prenda un’ulteriore e seria presa di posizione". Offendere le vittime dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie – ha concluso il presidente Lorentini. Significa mancare di rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una partita di calcio". Fonte: Calcio.fanpage.it © 25 gennaio 2017 Fotografie: Firenze.repubblica.it © Fiorentinanews.it © Icone: Pngegg.com ©

 
 

Calcio, offese alle vittime dell'Heysel:

I familiari: "La Fiorentina prenda posizione"

Prima di Fiorentina-Juventus del 15 gennaio le scritte "-39 nessun rispetto", l'associazione familiari delle vittime: "Ora basta".

Dura protesta dell'Associazione familiari delle vittime dell'Heysel, per i manifesti comparsi domenica 15 gennaio nei pressi dello stadio Artemio Franchi, prima di Fiorentina-Juventus. Manifesti con la scritta "-39 nessun rispetto", che richiamavano la tragedia del maggio 1985, quando a Bruxelles, prima della finale di Coppa Campioni contro il Liverpool, morirono 39 tifosi juventini. "Non siamo più disposti a tollerare episodi del genere, da oggi adotteremo una linea dura nei confronti di tutti coloro che con scritte, comportamenti o parole rievochino impropriamente la strage dell’Heysel", afferma Andrea Lorentini, presidente dell’associazione, che annuncia la volontà di intraprendere vie legali. "Da 32 anni a Firenze si ripete questo scempio. Nel 2015 abbiamo scritto al presidente Della Valle, che condivise il nostro sdegno, ma ciò non ha sortito alcun effetto. È necessario che la Fiorentina prenda un’ulteriore e seria presa di posizione", chiede Lorentini, che ha scritto una nuova lettera alla dirigenza viola, inviata anche al sindaco di Firenze Dario Nardella e al Centro di coordinamento dei viola club. "Offendere le vittime dell’Heysel significa non solo oltraggiare la memoria di quei 39 caduti, ma riaprire una dolorosissima ferita per 39 famiglie - conclude Lorentini. Significa mancare di rispetto a mogli, madri, figli, fratelli che da quel maledetto 29 maggio 1985 hanno visto la loro vita stravolta e distrutta per una partita di calcio". Otello Lorentini, fondatore dell’Associazione e morto nel 2014, era tra l'altro tifoso della Fiorentina. L’Associazione, che lotta anche contro la violenza negli stadi, è stata insignita a Firenze, nel novembre del 2015, del Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza del consiglio regionale della Toscana, come riconoscimento dell’impegno civile che porta avanti per i valori dello sport. Fonte: Firenzetoday.it © 25 gennaio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Calcio: Associazione vittime dell’Heysel

invia lettera di "richiamo" a Della Valle

La lettera si riferisce agli adesivi con la scritta "-39, nessun rispetto", riferiti quindi alle vittime dello stadio di Heysel dell’85, diffusi fuori dallo stadio Franchi lo scorso 15 gennaio, in occasione della partita Fiorentina-Juve.

Andrea Lorentini, come portavoce dell’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel, ha fatto recapitare una lettera ad Andrea Della Valle, invitandolo a prendere pubblicamente le distanze da "quei personaggi che con i loro atteggiamenti infangano la memoria delle vittime dell’Heysel". La lettera si riferisce a quanto accaduto lo scorso 15 gennaio quando, poco prima della partita Fiorentina-Juve, sono stati distribuiti adesivi con la scritta "meno 39, nessun rispetto", in riferimento alle vittime dello stadio Heysel del 29 maggio 1985. "Attraverso l’avvocato dell’Associazione abbiamo scritto ad Andrea Della Valle – ha detto Andrea Lorentini – perché prenda le distanze da questi personaggi che offendono le vittime dell’Heysel e macchiano l’immagine di una città, Firenze, e di un popolo, i fiorentini, che non meritano di essere associati a questo tipo di becere manifestazioni. Una presa di distanza che non sia solo pubblica, ma che si espliciti in gesti e atti concreti. La lettera è stata inviata per conoscenza anche al sindaco di Firenze Dario Nardella, al presidente federale Tavecchio, al procuratore federale, al presidente della Lega Beretta, e al Centro di coordinamento dei viola club". Fonte: Controradio.it © 25 gennaio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Heysel, la Fiorentina chiede scusa alle

famiglie delle vittime: "offesi e dispiaciuti"

Il club viola prende le distanze dal comportamento di quei tifosi che in occasione della sfida contro la Juventus avevano tappezzato alcuni cancelli del Franchi con gli adesivi "-39 nessun rispetto".

TORINO - "-39, nessun rispetto". È il contenuto degli adesivi che campeggiavano sui cancelli dello stadio Franchi in occasione della sfida contro la Juventus dello scorso 15 gennaio. Adesso il club viola, a più di una settimana di distanza dal fattaccio, ha tenuto a scusarsi con i familiari delle vittime con una lettera aperta pubblicata sul proprio sito. ECCO IL TESTO INTEGRALE: "Gentilissimi Signori, Prendiamo atto della Vostra nota inerente agli incresciosi fatti accaduti all'esterno dello Stadio Franchi in occasione dell'incontro di campionato disputato lo scorso 15 gennaio Fiorentina-Juventus. Siamo sinceramente dispiaciuti e offesi di quanto accaduto, ma vorremmo evidenziare che la nostra società è da sempre in prima linea con attività, comportamenti e iniziative, che ci vedono partecipanti attivi, volti a condannare qualsivoglia forma di discriminazione razziale; violenza scritta o verbale e atta a limitare o peggio privare la libertà altrui e qualsiasi forma offensiva dell’altrui personalità. Nel fatto specifico, ci teniamo a precisare che appena avuto informazione del fatto abbiamo messo in atto tutte le procedure presso gli Organi competenti affinché fosse fatta chiarezza sull'accaduto, benché lo stesso non fosse imputabile al nostro servizio di sicurezza che come previsto dalla normativa vigente agisce all'interno dell'impianto. Il gesto messo in atto da alcune persone è sicuramente da condannare, come lo sono gli attori medesimi. Il fatto accaduto all'esterno dello Stadio non può essere imputato a una intera tifoseria o a un'intera città, che hanno sempre dimostrato, nel tempo e con azioni concrete, la propria sensibilità nei confronti di avvenimenti dolorosi. In particolare per quanto concerne i nostri tifosi annotiamo come si siano comportati correttamente durante tutto l'incontro a testimonianza di questo, non sono stati rilevati dagli Organi adibiti a controllare: fatti e/o azioni offensive lesive e/o diffamatorie). Siamo certi che con la collaborazione di tutte le componenti e con provvedimenti severi volti a punire tali atti di viltà non potremo che porre fine a queste manifestazioni di inciviltà e idiozia". Fonte: Tuttosport.com © 25 gennaio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Caso Heysel, la Fiorentina:

"Incivili da condannare, ma i nostri tifosi sono rispettosi"

Dopo le prese di posizione dell’Associazione fra i familiari delle Vittime della strage dell’Heysel, che avevano evidenziato la presenza di adesivi che offendevano la memoria delle vittime allo stadio Franchi di Firenze, la Fiorentina ha risposto al presidente, l’aretino Andrea Lorentini.

Prendiamo atto della vostra nota inerente agli incresciosi fatti accaduti all’esterno dello Stadio Franchi in occasione dell’incontro di campionato disputato lo scorso 15 gennaio Fiorentina-Juventus. Siamo sinceramente dispiaciuti e offesi di quanto accaduto, ma vorremmo evidenziare che la nostra società è da sempre in prima linea con attività, comportamenti e iniziative, che ci vedono partecipanti attivi, volti a condannare qualsivoglia forma di discriminazione razziale; violenza scritta o verbale e atta a limitare o peggio privare la libertà altrui e qualsiasi forma offensiva dell’altrui personalità. Nel fatto specifico, ci teniamo a precisare che appena avuto informazione del fatto abbiamo messo in atto tutte le procedure presso gli organi competenti affinché fosse fatta chiarezza sull’accaduto, benché lo stesso non fosse imputabile al nostro servizio di sicurezza che come previsto dalla normativa vigente agisce all’interno dell’impianto. Il gesto messo in atto da alcune persone è sicuramente da condannare, come lo sono gli attori medesimi. Il fatto accaduto all’esterno dello stadio non può essere imputato a una intera tifoseria o a un’intera città, che hanno sempre dimostrato, nel tempo e con azioni concrete, la propria sensibilità nei confronti di avvenimenti dolorosi. In particolare per quanto concerne i nostri tifosi annotiamo come si siano comportati correttamente durante tutto l’incontro (a testimonianza di questo, non sono stati rilevati dagli organi adibiti a controllare: fatti e/o azioni offensive lesive e/o diffamatorie). Siamo certi che con la collaborazione di tutte le componenti e con provvedimenti severi volti a punire tali atti di viltà non potremo che porre fine a queste manifestazioni di inciviltà e idiozia. Fonte: Arezzonotizie.it © 26 gennaio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Domenica 26.03.2017 l'Associazione partecipa all'inaugurazione a Grugliasco (TO)

Un giardino delle vittime dell'Heysel

di Fabrizio Landini

"Questa mattina si è tenuta a Grugliasco, l'inaugurazione del giardino dedicato alla memoria dei nostri 39 angeli. Evento a cui ho partecipato in rappresentanza dell'associazione. Il tutto si è svolto con la consueta partecipazione di un nutrito numero di persone, composto da gente del posto, più i soliti gruppi di tifoseria juventina, che già in altre circostanze avevano promosso tali iniziative. L'evento di oggi, è stato promosso dal comune di Grugliasco, e dallo Juventus club Doc, intitolato ai due ragazzi, Riccardo ed Alessio, morti annegati nei laghetti attigui ai campi di allenamento a Vinovo. Oltre alle autorità del posto, era presente la società Juventus, rappresentata dal responsabile del settore giovanile, Gianluca Pessotto, dal presidente del museo Garimberti, e dal responsabile dell'area informativa, Claudio Albanese. Altri personaggi a voi conosciuti, da Nereo Ferlat, alla Juliana del comitato di Reggio Emilia, da Beppe Franzo, alla Rossella Sereno e altri. Dopo i vari ringraziamenti di circostanza, sono stati effettuati interventi di testimonianza, tra cui anche il mio. Un bellissimo murales colora tutto il muro di cinta del giardino; inoltre è stata esposta una palina che ci riporta alla memoria del 29 maggio. Nei prossimi mesi, verranno inseriti i nomi dei 39 defunti, sulle pietre del giardino stesso, con rispettive date di nascita. Il tutto è durato circa un'ora, considerando che il tempo non ci è stato amico, tant'è che ha piovuto tutta la mattinata. Un sentito grazie per l'attenzione, e un caro saluto a tutti voi". Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 26 marzo 2017 Tweet: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © Icone: Pngegg.com ©

 
 

NELLA REGIONE

E ad Arezzo vive la memoria dell’ Heysel

di Filippo Conticello

Lorentini, figlio di una delle vittime nel 1985: "Così ricordiamo ed educhiamo".

La studentessa Giuseppina Conti, 17enne di Arezzo. Giancarlo Gonnelli di Ponsacco, 20 anni (NdR: 46). Bruno Balli e Giovacchino Landini, 5oenni di Prato e Capannori. Poi il medico aretino, Roberto Lorentini, 31enne, eroe dell’Heysel. C’è tanto, troppo sangue toscano versato a Bruxelles: cinque morti, tra i trentanove tifosi uccisi dalla follia hooligan prima che la Juve vincesse tra le lacrime la sua prima Coppa Campioni. E proprio in Toscana si custodisce ancora la memoria della tragedia: ad Arezzo opera l’associazione "Familiari e Vittime dell’Heysel" (NdR: Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel), animata dal 1987 da Otello Lorentini, il papà di Roberto. Era un dottore e ritornò indietro sugli spalti a soccorrere un bambino ferito, secondo alcune testimonianze proprio Andrea Casùla, la vittima più giovane di quell’inferno. Morì anche lui travolto da una seconda carica inglese mentre era chinato e provava la respirazione artificiale al piccolo tifoso. Oggi ad Arezzo è il figlio Andrea, giornalista sportivo, a custodire la memoria: "Nonno Otello, il fondatore dell’associazione, è morto nel 2014. lo ho deciso di continuare il suo lavoro perché il ricordo deve intrecciarsi in eterno all’educazione. Noi esistiamo per ricordare a tutti che non è stato sport, ma solo follia". L’associazione che adesso dirige il nipote ha vissuto tutto il processo sulla strage dell’Heysel fino in Cassazione, ottenendo una sentenza che ha fatto giurisprudenza in tutta Europa. Da quel momento la Uefa è responsabile degli eventi che organizza: "Non può più lavarsi le mani, deve garantire certi standard di sicurezza", ricorda Andrea. Dieci anni fa esatti, era col nonno e col presidente Cobolli Gigli all’intitolazione del piazzale dello stadio a Roberto Lorentini: due ore dopo la squadra del medico eroe sarebbe pure tornata in Serie A. IL SACRIFICIO - Cardiff sta arrivando e, come ogni finale europea, sarà un tuffo al cuore: "Per noi parenti delle vittime è sempre una esplosione di sentimenti contrastanti. Non possiamo guardare a questa partita senza pensare a ciò che è stato", ricorda adesso. Dando nuova energia all’associazione, Lorentini continua a coinvolgere bimbi in tutta Italia: "Ricordiamo banalmente che il calcio è vita, nient’altro". Oggi c’è quel +39 che risalta nella curva dello Stadium a far da scudo contro chi vuole sporcare il ricordo: "Negli ultimi anni c’è molta più attenzione e per questo ringraziamo i tanti tifosi bianconeri, non solo toscani", conclude Andrea. Di Roberto, medaglia d’argento all’onor civile, non ha ricordi: aveva tre anni quando il papà sacrificò se stesso per salvare gli altri. Fonte: La Gazzetta dello Sport © 24 maggio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Pensieri e parole di amore

"La voce del cronista Bruno Pizzul, è rimasta impressa nelle orecchie di chi, come me, quella maledetta sera, era in attesa della finale. E sì, perché sono passati 32 anni, ma sembra ieri. L'attesa e la speranza che crescevano di ora in ora, spezzate da quelle immagini strazianti di corpi ormai abbandonati al loro destino. 29 maggio 1985, come non tornare con la memoria a quanto di peggio lo sport potesse offrire. Laddove la competizione, il sudore per la maglia, la gioia di un gol, dovevano prevalere, furono l'orrore, la tragedia, e la morte, a prendere il sopravvento. E noi non possiamo, non dobbiamo dimenticare. Perché pur nella sofferenza, l'essere vicini ai nostri 39 Angeli, è l'unica maniera per tenere lontani tutti gli sciacalli, che ancora oggi, non perdono occasione per mostrare la loro idiozia. Un pensiero, il mio pensiero, e un ricordo indelebile per tutti i nostri cari. Oggi, e per sempre, rispetto per le vittime dell'Heysel, e per tutte quelle morti assurde, che non hanno colore e non hanno squadre". Fabrizio Landini (Nipote di Giovacchino, Vittima all’Heysel)

"Questo è un giorno che non sarà mai uguale agli altri. Un giorno nel quale ogni anno mi chiedo perché è potuto accadere. Cerchi di distrarti, di pensare ad altro ma non ce la fai. Poi torni a casa e vedi quella medaglia. E l'orgoglio prevale sulla rabbia e il dolore. L'orgoglio di essere tuo figlio". Andrea Lorentini (Figlio di Roberto, Vittima all'Heysel) Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 29 maggio 2017   Icone: Pngegg.com ©

 
 

Il ricordo dell’Heysel 32 anni dopo, Donati: "Ricordare ed educare"

Due delle vittime erano di Arezzo, la studentessa di Rigutino Giuseppina Conti e il medico Roberto Lorentini, morto tentando di salvare un connazionale e per questo medaglia d’argento al valore civile.

Il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool morirono 39 persone, di cui 32 italiani, per colpa degli hooligans inglesi, delle autorità politiche e sportive belghe e dell’Uefa. Due di quelle vittime erano di Arezzo, la studentessa di Rigutino Giuseppina Conti e il medico Roberto Lorentini, morto tentando di salvare un connazionale e per questo medaglia d’argento al valore civile. "Ci sono date che da aretini e da italiani restano impresse nella memoria - dichiara l’onorevole aretino Marco Donati - e il 29 maggio 1985, purtroppo, è una di queste. L’Italia e la mia città pagarono un drammatico tributo di sangue per una partita di calcio e questo è assurdo e inaccettabile". Otello Lorentini, fondando l’Associazione fra i familiari delle vittime, ha fatto condannare l’Uefa con una sentenza che ha cambiato per sempre il mondo del calcio. Dopo la sua scomparsa il testimone è stato preso dal nipote Andrea, primogenito di Roberto, che nel 2015 ha rifondato l’Associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel. "Otello Lorentini ci ha lasciato una grande eredità - continua Donati - eredità oggi portata avanti da suo nipote Andrea il quale, in una recente intervista a un importante quotidiano sportivo nazionale, ha dichiarato che la memoria serve per due cose: "Ricordare ed educare". "Andrea Lorentini - conclude Marco Donati - assieme all’Associazione che rappresenta si è fatto carico di presentare proposte concrete che mirano a trasmettere, attraverso la scuola, i veri valori dello sport e in particolare il rispetto degli avversari e credo sia compito della politica sostenere i progetti che vanno in questa direzione". Fonte: Arezzonotizie.it © 29 maggio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Giro dell’Heysel

di Domenico Laudadio

29.05.2017: Partita la cronometro della mia ultima tappa verso il podio della dignità e verità nella staffetta della Memoria.

E’ sempre più difficile per me aggiungere con la scrittura qualcosa che non si è già detto o letto sull’Heysel, quindi sarà una impresa anche questa volta schivare il turbinio del gorgo della retorica, non tinteggiare pareti prefabbricate dal sentimentalismo una tantum. Quasi dieci anni fa mi sono messo in sella su una bici sgangherata e avevo davanti una montagna da scalare. Ho forato tante volte per strada, si sa come sono le strade in montagna, però, soprattutto al principio, spesso le ruote me le han bucate di notte faine e roditori. Ma lo sguardo sfidava ancora la vetta ciò nonostante. La memoria di certe tragedie datate è impresa ardua in Italia: un po’ per cattiva tradizione di chi trascrive la storia, un po’ per il menefreghismo di chi ama cibarsi la mente di gossip e altre menate. Pensavo di essere un uomo solo al comando, ma più nella disperazione che per il vanto, fortunatamente mi sbagliavo. Oltre alla maglia Rosa Caremani qualche compagno/a di squadra seguiva a ruota mentre un folto gruppo si formava alle nostre incrinate spalle e si arrampicava sui tornanti dando battaglia nell’inseguimento fino in vetta al mare di silenzio. Presto mi resi conto che non era me che volevano superare, ma puntavano soltanto al comune traguardo. La verità in cima alla salita ci attendeva con qualche baruffa di nebbia a intervallare il panorama tra le pietre infocate e le verdi valli. Nessuna impresa individuale, dunque, ma l’arrivo in volata di un gruppone di giusti.

Oggi l’Heysel finalmente non è più l’arrocco inespugnabile della viltà dei rei impuniti e dell’oblio calato ad arte da chi celebrò una mezza vittoria, ma una tappa di una storia ben più limpida, depurata dalle incrostazioni delle frasi di circostanza, dei racconti infantili di testimoni divorati dai sensi di colpa. Oggi l’Heysel è il puzzle ricomposto faticosamente con parsimonia dai cacciatori di una verità inconfutabile che radicalizzandosi in un sentimento di umanità ha istituzionalizzato la Memoria: Associazione dei Familiari delle Vittime, un monumento nazionale e il suo Comitato a Reggio Emilia, Associazioni, Clubs, Gruppi Ultras della Tifoseria, una tradizionale giornata della memoria ufficiale a Bruxelles e Torino, altre cerimonie solenni, inaugurazioni di Giardini, Vie, Piazze, tornei sportivi commemorativi. Possiamo dirlo con estrema soddisfazione dopo decenni di calvario: "tutto è compiuto !". Da domani potrò svestire i panni sudici del gregario ardimentoso in breve fuga solitaria, appendere quella bici al chiodo e rientrare nei ranghi a seguire il giro dell’Heysel benemerito sulla grande ammiraglia dei Familiari. Non mi resterà che prendermi cura dei miei 2 siti amatoriali (saladellamemoriaheysel.it e associazionefamiliarivittimeheysel.it) chiudendo l’agonismo con il trofeo più agognato: "la sala della memoria dell’Heysel".

Tutto, infatti, partì da lì, da una petizione nazionale nel 2008 che la invocava a furor di popolo nel nuovo stadio della Juventus, cordialmente ignorata da Cobolli Gigli, Monsieur Blanc e dal mio idolo Roberto Bettega. In seguito idea riconvertita in una luminosa stele commemorativa nel J-Museum da Andrea Agnelli, Presidente Bianconero molto più sensibile all’argomento. Ora, però, è tempo di fare da soli… Sono schierato dalla parte migliore: approvata in febbraio dall’assemblea dei soci dell’Associazione fra i Familiari delle Vittime dell’Heysel" la "Sala della Memoria" sarà il progetto che chiuderà naturalmente la mia corsa e un ciclo decennale. Si prevede un piccolo museo nazionale con sede e collocazione ancora da definirsi nel quale documentare la verità su questa trentennale pagina di sangue e terrore dello sport, rivendicando in nome della eterogeneità delle vittime la sua degna cittadinanza nella storia nazionale e dell’Europa, non più l’accantonamento in cronaca nera nel feudalesimo bianconero, inviso a molti. Il mio giro intorno all’Heysel si concluderà esattamente nel punto dove è partito, chiudendo il cerchio di una sorta di vocazione con questo speciale tributo per 39 caduti innocenti e con il ringraziamento alle loro onorevoli famiglie. Così sia. Fonte: Giulemanidallajuve.com © 29 maggio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Torino: figlio vittima Heysel, ma la strage fu diversa

Legale famiglia, non dimenticare che a Bruxelles ci fu un assalto.

(ANSA) - AREZZO, 4 GIU - "Quello che è accaduto a Torino con il panico, la folla che scappa, le persone schiacciate e calpestate ha riportato alla mente scene di 32 anni fa, anche se si tratta di due situazioni completamente diverse". A parlare da Arezzo è Andrea Lorentini, presidente dell'Associazione fra i familiari delle vittime dell'Heysel che nella strage allo stadio di Bruxelles, avvenuta il 29 maggio 1985, perse il padre Roberto, 31 anni, medico, travolto mentre cercare di prestare soccorso a un ferito: con la studentessa Giuseppina Conti furono le due vittime aretine della follia di quella finale di Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool. "Il nostro pensiero - aggiunge Andrea che alla presidenza dell'Associazione è succeduto al nonno paterno Otello, scomparso tre anni fa e che era anche lui all'Heysel - va ai feriti in particolare a chi in queste ore sta vivendo momenti di preoccupazione per i propri familiari e in particolare una preghiera per il bimbo che è in prognosi riservata". "Quanto accaduto a Torino ieri non è paragonabile con la tragedia dell'Heysel - commenta infine l'avvocato Paolo Enrico Ammirati, uno dei principali artefici della battaglia legale portata avanti da Otello Lorentini. A Torino si è trattato di un incidente, in Belgio di un vero e proprio assalto dove persero la vita 39 persone tra cui il medico aretino Roberto Lorentini, deceduto per portare aiuto ad un bimbo ferito e la studentessa Giuseppina Conti". Fonte: Ansa.it © 4 giugno 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

A Bruxelles, per non dimenticare Heysel

Giornata di commemorazione per le vittime del 1985; è stata anche ricordata Erika Pioletti.

Il Parlamento Europeo ha voluto ricordare oggi a Bruxelles le vittime della tragedia dell’Heysel ed Erika Pioletti, la giovane vittima della notte del 3 giugno scorso in piazza San Carlo a Torino. Davanti alla lapide che, nella capitale belga, ricorda i nomi delle vittime della Finale di Coppa dei Campioni del 1985, sono state deposte due corone di fiori: la Juventus era presente con il suo gonfalone e rappresentata da Paolo Garimberti, presidente dello Juventus Museum, e Gianluca Pessotto, team manager della Primavera. Con loro c’erano l’eurodeputato Alberto Cirio, Andrea Lorentini, presidente dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, Beppe Franzo, presidente dell’Associazione Quelli di Via Filadelfia e i rappresentanti di numerosi club bianconeri di Piemonte, Lombardia e Liguria. È stata anche deposta una rosa bianca, in memoria di Erika Pioletti. L’incontro si è concluso con l’intenso monologo dell’attore David Gramiccioli "Heysel: tutti sapevano, tranne loro". Fonte: Juventus.com © 29 giugno 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Maria Federica Giuliani: "Toglieremo gli adesivi

inneggianti alla tragedia dello stadio Heysel"

"Saranno rimossi presto gli adesivi attaccati su alcuni cartelli stradali tra piazza Alberti e lo stadio Franchi, vergognosamente inneggianti alla tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles, dove nel 1985 trovarono la morte 39 tifosi juventini durante la finale di Coppa Campioni. L’assessore Giorgetti ci ha assicurato che l’intervento è già inserito nel programma dei lavori sulle strade cittadine". Lo rende noto la presidente della commissione Cultura e Sport M. Federica Giuliani che oggi sull’argomento ha presentato un question time. "Abbiamo voluto avere rassicurazioni in questo senso perché questo macabro scherzo da parte di alcuni tifosi contrasta totalmente con l’autentico spirito sportivo di cui vogliamo che Firenze sia sempre portabandiera" ha aggiunto la presidente Giuliani. Fonte: Comune di Firenze (Ufficio Stampa) © 17 luglio 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Bruxelles, deposito di bidoni dell'immondizia

sotto la lapide per i morti dell'Heysel

di Mariachiara Giacosa

L'eurodeputato piemontese Alberto Cirio manda la foto al sindaco della capitale belga: "Scelta indecorosa, si manca di rispetto alle 39 vittime e ai familiari".

Bidoni dell'immondizia, un vero deposito, sotto la targa di commemorazione delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel. Un accostamento "indecoroso e inopportuno" secondo l'eurodeputato Alberto Cirio, che ha scritto una lettera al sindaco di Bruxelles per chiedere che quel deposito sia trasferito altrove, allegando una foto pubblicata dal gruppo Facebook "Quelli di... via Filadelfia" e rilanciata da altri siti del tifo juventino. "Sotto la lapide commemorativa sostano i cassonetti dell'immondizia - scrive Cirio al primo cittadino di Bruxelles, Philippe Close - oltre a ritenerlo indecoroso penso sia una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro famigliari". "Sono certo che vorrà adottare gli accorgimenti opportuni - prosegue l'eurodeputato, che ha organizzato le ultime due cerimonie di commemorazione della tragedia - per garantire il giusto rispetto ad un monumento che ricorda un momento così tragico della nostra storia sportiva recente". La lapide all'interno dello stadio "Re Baldovino" è stata inaugurata nel 2005 in occasione del ventennale degli incidenti che si verificarono il 29 maggio del 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, e che causarono 39 vittime, in grandissima parte tifosi bianconeri. Fonte: Torino.repubblica.it © 9 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Cirio scrive al sindaco di Bruxelles: "Via i cassonetti

dei rifiuti sotto la lapide per le vittime dell’Heysel"

L’europarlamentare albese: "Mancanza di rispetto verso tifosi deceduti e familiari".

Bruxelles - L’eurodeputato Alberto Cirio ha inviato una lettera al sindaco di Bruxelles, Philippe Close, per denunciare la presenza di bidoni dell’immondizia sotto la lapide che ricorda le vittime della tragedia dell’Heysel: il 29 maggio 1985 39 tifosi, la maggior parte italiani, morirono poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool per il cedimento di un settore dello stadio nella capitale belga. La pubblichiamo di seguito. "Egregio signor sindaco, come lei ben sa lo stadio "Re Baldovino" di Bruxelles è tristemente noto in Italia per i tragici fatti del 1985. Da due anni sono onorato di organizzare, nella mia veste di parlamentare europeo, una cerimonia di commemorazione dei tifosi deceduti in quell’occasione ed ho sempre trovato nei suoi uffici la massima collaborazione. Tuttavia, recentemente mi hanno fatto notare che sotto la lapide commemorativa che riporta i nomi delle 39 persone che hanno perso la vita, sostano i cassonetti dell’immondizia. Oltre a ritenerlo indecoroso, penso sia una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro familiari. Mi sono permesso di segnalarle la cosa certo che vorrà prenderla in seria considerazione ed adottare gli accorgimenti che riterrà opportuni al fine di garantire il dovuto rispetto ad un monumento che ricorda un momento così triste della nostra storia sportiva recente". Fonte: Lastampa.it © 9 Ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Infangata (come se ce ne fosse il bisogno)

la memoria dei morti dell’Heysel

di Andrea Rotella

A Bruxelles è stato allestito un deposito di bidoni dell’immondizia sotto la lapide per i morti dello stadio Heysel.

Decisamente il posto sbagliato, all’esterno dell’impianto dell’Heysel, dove ammassare decine di bidoni dell’immondizia. Uno schiaffo vero e proprio alla memoria delle 39 vittime (in grandissima parte tifosi bianconeri) che il 29 maggio del 1985 persero la vita poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. Per alcuni potrà sembrare un’inezia, un dettaglio, ma appare davvero indecoroso aver piazzato, perfettamente allineati, una fila di secchioni sotto la lapide (installata 12 anni fa) che li ricorda. L’eurodeputato piemontese Alberto Cirio ha mandato al sindaco della capitale belga la foto dove sono in bella mostra, definendo una "scelta indecorosa", con la quale "si manca di rispetto alle 39 vittime e ai familiari", quella di piazzare proprio in quel posto i bidoni. Cirio ha richiesto anche l’immediata rimozione dei secchioni dicendosi certo che il primo cittadino di Bruxelles "vorrà adottare gli accorgimenti opportuni per garantire il giusto rispetto ad un monumento che ricorda un momento così tragico della nostra storia sportiva recente". A volte, diceva anni fa un famoso critico, la forma è sostanza. E stavolta siamo in presenza di uno di quei casi. Fonte: Lultimaribattuta.it © 9 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

VERGOGNA A BRUXELLES: deposito

d'immondizia sotto la lapide dell'Heysel

Una vera vergogna. A Bruxelles, sotto la lapide che commemora i morti della tragedia dell'Heysel ora c'è un deposito d'immondizia. La targa commemorativa, che è stata inaugurata il 29 maggio 2005, in occasione del ventennale di quella dolorosa finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool in cui morirono 39 tifosi bianconeri, non è corredata come di consueto da fiori e candele, ma da un serie di bidoni verdi della spazzatura. Una scena raccapricciante e spregevole, che l'eurodeputato Alberto Cirio ha fotografato e che ha fatto il giro del web, in allegato al suo commento: "Scelta indecorosa, si manca di rispetto alle 39 vittime e ai familiari". Lo stesso Cirio, ha poi scritto una lettera al Sindaco della città belga, Philippe Close: "Sotto la lapide commemorativa sostano i cassonetti dell'immondizia, oltre a ritenerlo indecoroso penso sia una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro famigliari. Sono certo che vorrà adottare gli accorgimenti opportuni per garantire il giusto rispetto ad un monumento che ricorda un momento così tragico della nostra storia sportiva recente". Un fatto spiacevole, una scena indegna. Fonte: Ilbianconero.com © 9 ottobre 2017 Fotografia: Sportal.it © Andrea Gussoni © Icone: Pngegg.com ©

 
 

Una sfilza di bidoni dell'immondizia

sotto la targa dei morti dell'Heysel

L'eurodeputato Alberto Cirio ha denunciato l'accaduto al sindaco di Bruxelles: accostamento indecoroso. Il 29 maggio del 1985 morirono nello stadio belga 39 tifosi, soprattutto juventini.

Una lettera piccata quella dell'eurodeputato di Forza Italia, Alberto Cirio al sindaco di Bruxelles. L'onorevole, che è nato a Torino, ha scoperto che sotto la targa che commemora le 39 vittime della strage dell'Heysel nella capitale belga, sono apparsi una serie consistente di bidoni dell'immondizia, un vero deposito. Un accostamento "indecoroso e inopportuno" secondo l'eurodeputato Alberto Cirio, che ha chiesto che quel alloggiamento per la spazzatura sia trasferito altrove, allegando una foto pubblicata dal gruppo Facebook "Quelli di... via Filadelfia" e rilanciata da altri siti del tifo juventino. "Sotto la lapide commemorativa sostano i cassonetti dell'immondizia - scrive Cirio al primo cittadino di Bruxelles, Philippe Close - oltre a ritenerlo indecoroso penso sia una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro famigliari. Sono certo che vorrà adottare gli accorgimenti opportuni - prosegue l'eurodeputato, che ha organizzato le ultime due cerimonie di commemorazione della tragedia - per garantire il giusto rispetto ad un monumento che ricorda un momento così tragico della nostra storia sportiva recente". La lapide all'interno dello stadio "Re Baldovino" è stata inaugurata nel 2005 in occasione del ventennale degli incidenti gravissimi che si verificarono il 29 maggio del 1985. Fonte: Globalist.it © 9 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Bruxelles: bidoni della spazzatura

sotto la lapide delle vittime dell'Heysel

di Daniele Fantini

La denuncia attraverso un tweet dell'Europarlamentare Alberto Cirio: "Una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro famigliari".

Un tweet dell'Europarlamentare Alberto Cirio denuncia la surreale situazione venutasi a creare a Bruxelles, dove un gruppo di bidoni verdi dell'immondizia sono stati ammassati sotto la targa che ricorda le 39 vittime della strage dell'Heysel. L'Europarlamentare ha annunciato, sempre attraverso twitter, di aver contattato il sindaco della città belga perché intervenga. "Sotto la lapide commemorativa sostano i cassonetti dell'immondizia: oltre a ritenerlo indecoroso, penso sia una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro famigliari. Sono certo che vorrà adottare gli accorgimenti opportuni per garantire il giusto rispetto a un monumento che ricorda un momento così tragico della nostra storia sportiva recente". Il 29 maggio 1985, in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Liverpool disputatasi allo stadio Heysel di Bruxelles, 39 tifosi persero la vita a causa del crollo di una parte delle tribune, collassate sotto il peso delle persone ammassatesi per fuggire dalle cariche degli hooligans inglesi: 32 di queste vittime erano italiane. La Juventus vinse poi la partita 1-0 giocata in un clima surreale, grazie a un rigore trasformato da Michel Platini. Fonte: Eurosport.com © 10 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Juventus, bidoni sotto la lapide dell'Heysel

La denuncia dell'europarlamentare Cirio

Lettera al sindaco di Bruxelles: "Una posizione inopportuna e indecorosa che manca di rispetto alle famiglie e alla memoria delle persone che persero la vita il 29 maggio del 1985".

TORINO - L'europarlamentare Alberto Cirio ha scritto al sindaco di Bruxelles, Philippe Close, per denunciare la presenza di bidoni dell'immondizia sotto la lapide delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel. "Una posizione inopportuna e indecorosa - sottolinea Cirio - che manca di rispetto alle famiglie e alla memoria delle persone che persero la vita il 29 maggio del 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool".

LE SCUSE DEL SINDACO - Si scusa il sindaco di Bruxelles, Philippe Close, per la presenza di bidoni dell'immondizia sotto la lapide delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel. Lo riferisce l'eurodeputato Alberto Cirio che ieri aveva denunciato il fatto. Il sindaco si scusa per l'accaduto, affidando all'assessore allo Sport, Alain Courtois, il compito di verificare e risolvere la situazione, che giudica egli stesso inopportuna. Fonte: Tuttosport.com © 10 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Cirio: "Via i cassonetti di immondizia sotto

alla targa delle vittime della tragedia dell'Heysel"

"E' indecoroso": l'eurodeputato albese ha scritto una lettera al sindaco di Bruxelles.

Uno squallore. Un becero e totale irrispetto di quei 39 tifosi della Juventus che in quella che avrebbe dovuto essere un’altrimenti sana serata di sport e di tifo da consumarsi a Bruxelles hanno invece perso la vita schiacciati da una calca inenarrabile di tifosi "impazziti" e senza alcun controllo. Accadde il 29 maggio del 1985, a Bruxelles, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. Nei mesi scorsi il Parlamento Europeo aveva deposto davanti alla targa che ricorda quei tragici fatti due corone di fiori per non dimenticare le 39 vite spezzate ed una rosa bianca per Erika Pioletti, la giovane donna vittima del panico che ha travolto Piazza San Carlo, a Torino, durante la finale di Champions League, ad inizio giugno scorso. In quel luogo venne affissa una lapide, con incisi i nomi di tutte le vittime: "Per anni qui a Bruxelles si è voluto dimenticare - disse in quella circostanza l’eurodeputato Alberto Cirio - quasi a negare le responsabilità per quanto era successo. Il nostro impegno sarà quello di ricordare. Perché ciò che è avvenuto recentemente a Torino (NdR: Piazza San Carlo) dimostra, purtroppo, che il tema della sicurezza negli eventi sportivi è ancora oggi di forte attualità". Passata la festa, poi, ecco l’immancabile "gabbatura" del Santo, con una serie di cassonetti dell'immondizia posizionati - con la sensibilità di un elefante - sotto la targa di commemorazione delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel. Ed ecco allora l'eurodeputato albese Alberto Cirio scrive retto al primo cittadino di Bruxelles, Philippe Close per, per chiedere che vengano rimossi. "Sotto la lapide commemorativa sostano i cassonetti dell'immondizia: oltre a ritenerlo indecoroso - scrive Cirio - penso sia una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro famigliari". "Sono certo che vorrà adottare gli accorgimenti opportuni - prosegue l'eurodeputato, che ha organizzato le ultime due cerimonie di commemorazione della tragedia - per garantire il giusto rispetto ad un monumento che ricorda un momento così tragico della nostra storia sportiva recente". Alberto Cirio chiede quindi che quel deposito di rifiuti, sia trasferito altrove, allegando una foto pubblicata dal gruppo Facebook "Quelli di... via Filadelfia" e rilanciata da altri siti del tifo juventino. Fonte: Torinosportiva.it © 10 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

ORRORE

Heysel, sotto alla targa commemorativa della tragedia

un deposito di bidoni: sfregio alle vittime Juventine

Orrore che si aggiunge a orrore. Sotto alla targa di commemorazione delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel, quasi tutti italiani e juventini, è stato allestito un deposito di bidoni dell'immondizia. La denuncia, da Bruxelles, arriva dall'eurodeputato Alberto Ciro, che ha scritto una lettera al sindaco della città per chiedere che i bidoni siano trasferiti altrove. Inoltre, ha scattato una foto che in breve è divenuta virale. "Sotto la lapide commemorativa sostano i cassonetti dell'immondizia - scrive Cirio al primo cittadino di Bruxelles, Philippe Close. Oltre a ritenerlo indecoroso penso sia una mancanza di rispetto nei confronti delle vittime e dei loro famigliari. Sono certo che vorrà adottare gli accorgimenti opportuni - prosegue l'eurodeputato, che ha organizzato le ultime due cerimonie di commemorazione della tragedia - per garantire il giusto rispetto ad un monumento che ricorda un momento così tragico della nostra storia sportiva recente". La lapide, all'interno dello stadio Re Baldovino, era stata inaugurata nel 2005, in occasione del ventennale della tragedia, che risale al 29 maggio 1985: poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, a causa dei disordini scatenati dagli hooligans, morirono schiacciate nella calca 39 persone. Fonte: Liberoquotidiano.it © 10 Ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Offesa a lapide Heysel, sindaco si scusa

Primo cittadino di Bruxelles ha disposto soluzione vicenda.

TORINO - Si scusa il sindaco di Bruxelles, Philippe Close, per la presenza di bidoni dell'immondizia sotto la lapide delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel. Lo riferisce l'eurodeputato Alberto Cirio che ieri aveva denunciato il fatto. "Il sindaco si scusa per l'accaduto, affidando all'assessore allo Sport, Alain Courtois, il compito di verificare e risolvere la situazione, che giudica egli stesso inopportuna". Cirio aveva scritto ieri al sindaco di Bruxelles per la "posizione inopportuna e indecorosa" dei bidoni che "manca di rispetto alle famiglie e alla memoria delle persone che persero la vita il 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool". Fonte: Ansa.it © 10 Ottobre 2017 Tweet: Associazione Familiari Vittime Heysel © Icone: Pngegg.com ©

 
 

Bidoni della spazzatura sotto la lapide per i morti

dell'Heysel: il sindaco di Bruxelles si scusa

di Mariachiara Giacosa

Dopo la denuncia dell'eurodeputato italiano Cirio.

(ANSA) - Si scusa il sindaco di Bruxelles, Philippe Close, per la presenza di bidoni dell'immondizia sotto la lapide delle 39 vittime della tragedia dell'Heysel. Lo riferisce l'eurodeputato Alberto Cirio che ieri aveva denunciato il fatto. Il sindaco si scusa per l'accaduto, affidando all'assessore allo Sport, Alain Courtois, il compito di verificare e risolvere la situazione, che giudica egli stesso inopportuna. Cirio aveva scritto ieri al sindaco di Bruxelles per la "posizione inopportuna e indecorosa" dei bidoni che "manca di rispetto alle famiglie e alla memoria delle persone che persero la vita il 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool". Fonte: Torino.repubblica.it © 10 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Heysel, il sindaco di Bruxelles si scusa con Cirio

per la "spiacevole ed inopportuna situazione"

Il primo cittadino ha affidato all’assessore allo Sport, Alain Courtois, il compito di verificare e risolvere la situazione dei cassonetti dell’immondizia posizionati sotto alla lapide che ricorda i 39 morti dell’Heysel.

Dopo la lettera dell’eurodeputato albese Alberto Cirio, giunge quest’oggi (martedì) la risposta del sindaco di Bruxelles, Philippe Close, in merito alla presenza di bidoni dell’immondizia sotto la lapide delle 39 vittime della tragedia dell’Heysel. Il sindaco si è scusato per l’accaduto, affidando all’assessore allo Sport, Alain Courtois, il compito di verificare e risolvere la situazione, che egli stesso giudica inopportuna. "Ho preso nota della sua lettera - scrive Close - che ho inviato immediatamente al mio collega Alain Courtois, assessore con delega dello sport. Attiro la sua attenzione in merito a questa spiacevole ed inopportuna situazione. Voglia credere, signor deputato del Parlamento europeo, alla mia assoluta buona fede". Firmato, il sindaco Philippe Close. "Verificheremo che quanto accaduto non si ripeta" conclude l’eurodeputato Alberto Cirio. (R.G.) Fonte: Torinosportiva.it © 10 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Bruxelles, rimossi i cassonetti

sotto la lapide dei morti dell'Heysel

di Rosa Doro

Negli ultimi giorni ha fatto molto parlare la presenza di decine di cassonetti posizionati sotto la targa che ricorda i 39 morti del 29 maggio 1985 a Bruxelles. La redazione di Tuttojuve.com aveva denunciato l'oltraggio il 2 ottobre scorso, raccogliendo lo sfogo di Domenico Laudadio, che da anni cura il Museo Virtuale Multimediale www.saladellamemoriaheysel.it. Il sindaco della città belga ha cercato immediatamente di scusarsi per un fatto indecoroso che sottolineava una vera e propria mancanza di rispetto per le famiglie dei morti e per la memoria delle persone scomparse e come documentano le foto scattate dal collega di Sportal, Andrea Gussoni i cassonetti sono stati finalmente rimossi. Fonte: Tuttojuve.com © 11 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Bruxelles, tolti i cassonetti sotto la targa per le vittime dell'Heysel

Dopo la vergogna dei cassonetti posizionati sotto la targa in memoria dei 39 morti dello stadio Heysel (omissis), il sindaco di Bruxelles ha voluto rimediare ad una situazione a dir poco incommentabile. "Una posizione inopportuna e indecorosa, che manca di rispetto alle famiglie e alla memoria delle persone che persero la vita il 29 maggio del 1985, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool", ha dichiarato il primo cittadino della città belga, con l'amministrazione che si è messa oggi in moto per rimuovere i cassonetti. Fonte:  Ilbianconero.com © 11 ottobre 2017 Icone: Pngegg.com ©

 
 

Così il Belgio è ricaduto nella trappola dell'Heysel

di Marco Bernardini

Da Magritte a Rubens e dalla Yourcenar a Simenon e, per non parlare di Carlo Magno, non è possibile dire che il Belgio sia stato avaro di personaggi importanti. Lo stesso sport, in particolare il ciclismo, ha regalato al mondo figure di primissimo piano nate sia nelle Fiandre che nel Vallone. Un popolo, quello belga, che solamente i francesi hanno sempre ritenuto intellettualmente "inferiore" e di fatto assolutamente provinciale. Noi italiani con il Belgio abbiamo un rapporto piuttosto stretto per via specialmente della storia legata alla nostra emigrazione negli anni in cui migliaia di nostri connazionali erano costretti ad abbandonare la loro terra di origine per andare a lavorare nelle miniere di carbone sparse soprattutto intorno a Liegi. Un’italiana, donna Paola moglie di re Baldovino, fu addirittura regina di quel Paese. Il cantante Adamo era figlio del nostro profondo Sud. ll cioccolato belga, insieme con quello piemontese, è tra i più apprezzati al mondo e la sua lavorazione venne esportata proprio da Torino. Insomma, per questi e altri motivi, il fil rouge che unisce Belgio e Italia dovrebbe essere davvero solido e ben difeso. Salvo poi doversi confrontare con certe "distrazioni" da parte dei belgi che fanno a cazzotti con il riguardo da loro dovuto nei confronti del nostro Paese e di una precisa storia. Diciamo che sono "sfigati" perché sono nuovamente ricaduti in quella "trappola" la cui esistenza ciascun belga non avrebbe mai dovuto dimenticare e che si chiama Heysel.

A tutti noi italiani, non soltanto agli juventini, il solo fatto di dover pronunciare quel nome mette i brividi. Lo stadio che divenne luogo di mattanza e tempio di cordoglio planetario il quale non esiste più come struttura ma che resiste nel ricordo di ciascuno. Allorché venne abbattuto, anche per stemperare un poco i sensi di colpa delle autorità del Belgio giustamente accusate di sottovalutazione e di faciloneria organizzativa, e poi ricostruito con nuovo nome all’esterno di quella che era stata la "Curva Z" venne installata una targa "per non dimenticare" con incisi tutti i nomi delle povere vittime. Si poteva presumere che, sotto quella stele, vi fossero da allora e sempre fiori freschi forniti dal comune di Bruxelles. Macché. Un europarlamentare italiano in visita allo stadio ha notato con sconcerto che proprio sotto la targa si trovavano allineati un numero esagerato di cassonetti per la raccolta della spazzatura. Non perché il "caso" fosse di gravità eccezionale ma certamente di "buon riguardo e creanza" il nostro rappresentante a Bruxelles s’è affrettato a rendere pubblica la cosa con il supporto di circostanziate fotografie. Ieri, dopo quarantotto ore dalla "denuncia", i cassonetti sono scomparsi da sotto la targa di quelle che furono anche la tragedia dello stesso Belgio oltreché la vergogna degli hooligans inglesi. Sicuramente uno spregio non voluto, ma che si poteva tranquillamente evitare da parte dell’amministrazione comunale belga con un pizzico di maggiore attenzione e con una dose maggiore di conoscenza della propria storia. Fonte:  Ilbianconero.com © 11 ottobre 2017 Fotografia: Juventus Official Fan Club Meda © Icone: Pngegg.com © Grafica Logo: Gianni Valle (Studio Charivari grafica design) ©

 
   

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