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ARTICOLI STAMPA
e WEB
ASSOCIAZIONE
2016 |
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"Il Franchi ora isoli chi semina odio"
di Andrea Lorentini
Appello dell'associazione vittime dell'Heysel
dopo i cori vergognosi della curva juventina.
I cori antisemiti all'indirizzo
di Firenze e dei fiorentini partiti dalla curva
bianconera in occasione di Juventus-Palermo sono
solo l'ultimo episodio d'intolleranza e inciviltà
che caratterizza gli stadi italiani. Episodio che
conferma, purtroppo, come nel nostro Paese, soprattutto
nel calcio, manchi cultura sportiva. L'altro visto
come il nemico e non l'avversario. Da odiare e da
abbattere. Senza alcun rispetto. Atteggiamenti che
non hanno alcuna giustificazione. Come familiare
di una vittima dell'Heysel (mio padre Roberto era
un medico di trentuno anni e perse la vita nel tentativo
di soccorrere i feriti sugli spalti durante le cariche
degli hooligans) ho subìto sulla mia pelle l'ignoranza
e la follia di persone simili che usano lo stadio
come zona franca, dove tutto è permesso. Persino
offendere i morti. Ho dovuto sopportare, al pari
delle altre famiglie, per oltre trent'anni il vilipendio
alla memoria di quelle 39 vite innocenti. Il motivo
principale per il quale un anno e mezzo fa ho deciso
di ricostituire l'Associazione fra i familiari delle
vittime dell'Heysel, fondata subito dopo la tragedia
da mio nonno, Otello Lorentini,
tifoso della Fiorentina, è stato proprio per alzare
la voce e chiedere il rispetto dei nostri cari.
L'Associazione è impegnata quotidianamente nella
cura della memoria di quell'assurda tragedia. Ci
sono stadi in Italia, e Firenze purtroppo è uno
di questi, dove appaiono striscioni che oltraggiano
la memoria dei nostri cari, stadi nei quali si alzano
cori vergognosi che inneggiano all'Heysel. Trentanove
non è, semplicemente, un numero da mostrare come
scalpo del nemico. Dietro quel numero, quei cori,
quegli striscioni ci sono trentanove famiglie che
ancora oggi convivono con un dolore incancellabile.
Ogni volta che in uno stadio si levano quei cori
o vengono esposti quegli striscioni ignobili con
il 39 per tutti noi è una ferita che si riapre.
L'Associazione, quindi, chiede e chiederà sempre
il rispetto
per i propri morti, ma proprio per questo pretende, esige, il rispetto per Firenze e i fiorentini.
Cosi come pretende il rispetto per tutte le città
e i cittadini di questo Paese, per le altre tragedie
del calcio, come Superga per esempio, e per tutte
le vittime dello sport in generale. L'Associazione
si sta battendo con ogni sforzo e con i mezzi di
cui dispone, anche legali, affinché certa gente
venga espulsa per sempre dal calcio e dallo sport.
Qualunque sia la curva, qualunque sia la tribuna,
qualunque sia la gradinata, qualunque sia il colore
con il quale ignoranza e idiozia si travestono.
Il mio auspicio è che Fiorentina-Juventus sia solo
una partita di calcio. Che sugli spalti si tifi
con passione nel segno di una rivalità antica e
profonda, ma che tutto resti nei limiti del rispetto
dell'essere umano e della normale convivenza tra
le persone. Per evitare di vergognarci tutti quanti
un'altra volta.
Andrea Lorentini (Presidente
"Associazione
fra i Familiari delle Vittime dell'Heysel")
Fonte: Il Corriere Fiorentino
©
20 aprile 2016
Icone: Pngegg.com
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Heysel, l’Associazione fra i familiari
delle vittime
a
Bruxelles per il 31° anniversario
della tragedia
Tavola rotonda
al Parlamento Europeo e a seguire commemorazione
di fronte al settore Z.
In occasione del
31esimo anniversario della tragedia dell’Heysel
l’Associazione fra i familiari delle vittime
sarà presente a Bruxelles, giovedì 26 maggio, e
parteciperà alle iniziative promosse dalla
delegazione italiana al parlamento Europeo
guidata dal vice presidente Tajani e
dall’onorevole Cirio. La giornata si aprirà alle
ore 10 con una tavola rotonda al Parlamento
Europeo sul tema: "La sicurezza negli stadi:
fare tesoro della tragica esperienza di Heysel
per garantire l’incolumità di giocatori e
tifosi". Alle 12.30 commemorazione di fronte al
settore Z dello stadio Heysel (oggi Re
Baldovino) che sarà introdotta da un minuto di
silenzio in memoria delle vittime.
L’Associazione parteciperà con il presidente
Andrea Lorentini e con il segretario Riccardo
Balli. In rappresentanza della Juventus sarà
presente il presidente dello Juventus Museum
Paolo Garimberti. Per il comune di Bruxelles
l’assessore allo sport Alain Courtois.
"Sarà una
giornata di
memoria e riflessione - spiega il presidente
dell’Associazione Andrea Lorentini. Ringraziamo
il vice presidente Tajani e l’europarlamentare
Cirio per aver promosso questa iniziativa che
nelle intenzioni vuol essere un punto di
partenza. L’obiettivo - prosegue Lorentini - è
istituzionalizzare una giornata della memoria
ogni anno a Bruxelles per tenere vivo il ricordo
di quella tragedia nel luogo nel quale è
accaduta. A tal proposito l’Associazione è
pronta a fornire il proprio contributo e
sostegno affinché in futuro questa giornata
venga allargata a delegazioni di altri paesi per
una memoria quanto più possibile collettiva e
condivisa".
Quello del prossimo 26
maggio è il secondo evento di rilievo che si
celebra a Bruxelles dopo le commemorazioni del
12 e 13 novembre 2015 quando, in occasione del
trentennale, la Figc raccolse la petizione
lanciata dall’Associazione ritirando
simbolicamente la maglia n. 39 della nazionale a
cui seguì l’interruzione della partita al minuto
39 dell’amichevole Belgio-Italia. "Torniamo a
Bruxelles a pochi mesi di distanza - conclude
Lorentini - e ciò ha un significato molto
importante perché è il segnale che anche in
Belgio, seppur con colpevole ritardo, s’inizia a
scalfire il muro di gomma che per oltre
trent’anni è stato eretto su una tragedia che si
è voluta dimenticare".
Fonte:
Arezzonotizie.it © 24 maggio 2016
©
Fotografia: Associazione "Quelli di... Via
Filadelfia" ©
Icone: Pngegg.com
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Heysel
31 anni fa, alcuni familiari a Bruxelles
Nel 1985
durante la finale di Coppa Campioni tra Juventus
e Liverpool persero la vita 39 persone tra cui
anche il ponsacchino Giancarlo Gonnelli.
PONSACCO - Pochi giorni
prima del 31esimo anniversario della tragedia
dell’Heysel, avvenuta il 29 maggio 1985,
l’associazione dei familiari delle vittime sarà
presente a Bruxelles, giovedì 26 maggio, dove
parteciperà alle iniziative promosse dalla
delegazione italiana al parlamento Europeo
guidata dal vice presidente Tajani e
dall’onorevole Cirio.
Tra i familiari non ci
saranno però quelli di Giancarlo Gonnelli, come
ha spiegato la figlia Carla: "Ci tengo a
precisare e gradirei, se possibile, che la
figlia e la moglie di Giancarlo Gonnelli non
partecipano alla commemorazione in questione (e
quindi non sono a Bruxelles) ma ancor di più che
non fanno parte della suddetta associazione che
porta, purtroppo, un nome forviante in quanto vi
fanno parte una minima parte, circa
una decina
credo, di familiari delle vittime".
La giornata si aprirà alle
10 con una tavola rotonda al Parlamento Europeo
sul tema La sicurezza negli stadi: fare tesoro
della tragica esperienza di Heysel per garantire
l’incolumità di giocatori e tifosi. Alle 12.30
commemorazione di fronte al settore Z dello
stadio Heysel, oggi Re Baldovino che sarà
introdotta da un minuto di silenzio in memoria
delle vittime. L’associazione parteciperà con il
presidente Andrea Lorentini e con il segretario
Riccardo Balli. In rappresentanza della Juventus
sarà presente il presidente dello Juventus
Museum Paolo Garimberti. Per il comune di
Bruxelles l’assessore allo sport Alain Courtois.
"Sarà una giornata di
memoria e riflessione - ha spiegato Lorentini.
Ringraziamo il vice presidente Tajani e
l’europarlamentare Cirio per aver promosso
questa iniziativa che nelle intenzioni vuol
essere un punto di partenza. L’obiettivo è
istituzionalizzare una giornata della memoria
ogni anno a Bruxelles per tenere vivo il ricordo
di quella tragedia nel luogo nel quale è
accaduta. A tal proposito l’Associazione è
pronta a fornire il proprio contributo e
sostegno affinché in futuro questa giornata
venga allargata a delegazioni di altri paesi per
una memoria quanto più possibile collettiva e
condivisa".
Quello del prossimo 26
maggio è il secondo evento di rilievo che si
celebra a Bruxelles dopo le commemorazioni del
12 e 13 novembre 2015 quando, in occasione del
trentennale, la Figc raccolse la petizione
lanciata dall’Associazione ritirando
simbolicamente la maglia numero 39 della
nazionale a cui seguì l’interruzione della
partita al minuto 39 dell’amichevole
Belgio-Italia: "Torniamo a Bruxelles a pochi
mesi di distanza - ha concluso Lorentini - e ciò
ha un significato molto importante perché è il
segnale che anche in Belgio, seppur con
colpevole ritardo, s’inizia a scalfire il muro
di gomma che per oltre trent’anni è stato eretto
su una tragedia che si è voluta dimenticare".
Fonte: Quinewsvaldera.it ©
25 maggio 2016
Icone: Pngegg.com
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Gorgonzola, venerdì
14 ottobre serata
per ricordare
la tragedia dell'Heysel
di Davide Villa
Presso il centro intergenerazionale di via
Oberdan a Gorgonzola, si svolgerà alle ore 21:00
di venerdì 14 ottobre un incontro con Francesco
Caremani, autore del libro "HEYSEL, le verità di
una strage annunciata", Andrea Lorentini Presidente
dell'Associazione Familiari Vittime Heysel, Luca
Gattuso giornalista e conduttore radiofonico di
Radio Popolare, Daniele Fossati responsabile sezione
sport di "Radar", per ricordare la tragedia dello
stadio Heysel.
Sono
passati più di trentuno anni da quel 29 maggio del
1985, giorno della finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool, nella quale perirono 39
persone, di cui 32 italiane e ne rimasero ferite
oltre 600. Un mix di follia originata dagli atti
vandalici dei temibili hooligans inglesi, sommata
alle scelte infelici dell’Uefa e dell’organizzazione
locale, a partire dallo stadio, quello dell’Heysel
di Bruxelles, un impianto fatiscente e logoro, con
una capienza di solo trentamila posti, a fronte
di richieste da parte dei tifosi italiani che ammontavano
a quasi il doppio.
Nella grande calca che venne a crearsi in seguito
alle cariche di hooligans ubriachi, che dalla propria
curva invasero il piccolo settore Z adiacente occupato
da famiglie di tifosi Italiani - gli ultrà della
Juventus erano assiepati nella curva opposta - alcune
persone rimasero schiacciate contro il muro di recinzione,
altre si lanciarono nel vuoto, proprio per evitare
di essere calpestate dalla folla e uccise
alla
ricerca di una via d’uscita. L’impreparazione delle
forze dell’ordine belghe, che
ingenuamente ostacolarono
l’unica via di fuga verso il campo, completò la
carneficina.
Dopo un'ora e mezza di parapiglia generale, la prefettura
belga e l’Uefa decisero di far disputare ugualmente
la partita, per evitare altre tensioni, sotto gli
occhi attoniti di migliaia di tifosi i quali, con
lo scorrere dei minuti, percepivano sempre più grave
la portata del dramma.
La gente, ormai in preda
al panico, implorava i giornalisti affinché essi
potessero contattare le famiglie di turno a casa,
dando loro bigliettini con numeri di telefono per
riportare messaggi del tipo "suo figlio è vivo,
suo marito sta bene". Fu così che dalla tribuna
partirono telefonate in tutta Italia.
Venne ufficialmente affidata alla voce del capitano
Gaetano Scirea, attraverso un altoparlante, la comunicazione
che la partita sarebbe stata giocata, per consentire
alle forze dell’ordine di gestire l’emergenza. Poi
il fischio d’inizio. Vinse la Juve con un rigore
inesistente: fallo su Boniek fuori area e gol di
Platini, in uno scenario apocalittico, con i cadaveri
disposti in fila a fare da sfondo alla tribuna.
Lo stesso Platini risponde alle critiche sull’opportunità
o meno di giocare quella partita surreale, e sui
successivi episodi di esultanza con il trofeo in
mano, sostenendo "il pericolo di una minaccia imminente
di incidenti ancor più gravi", nel caso non si fosse
giocato, e che soltanto "rientrati in albergo, dopo
la partita, prendemmo coscienza della gravità del
bilancio delle vittime, un’assurdità che mi accompagnerà
per il resto della mia vita".
Tutto il mondo calcistico ha faticato non poco a
metabolizzare il disastro dell’Heysel, che ha di
fatto costretto gli addetti ai lavori a ripensare
l’intero sistema dei flussi negli stadi, a partire
dalla messa in sicurezza dei medesimi, regolamentando
gli ingressi con tessere personalizzate e installando
telecamere all’interno degli impianti. Le squadre
inglesi furono, per decisione dell’Uefa, squalificate
per cinque anni dalle Coppe europee e il Liverpool
per ulteriori tre stagioni (poi ridotta a una).
Il provvedimento fu applicato fino al 1990.
Fonte: Tuttotritiumgiana.com
© 9 ottobre 2016
Fotografia:
Comune di Arezzo
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Icone: Pngegg.com
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