Villaggio per la Terra, al centro
lo sport
di Michela Altoviti
La manifestazione, ideata da Earth Day Italia e realizzata con i Focolari di Roma, si
conclude lunedì 29 aprile. L’incontro sul tema
"Pace-Conflitto e rispetto".
A guidare le attività della
giornata di apertura, giovedì 25 aprile, del Villaggio
per la Terra, la manifestazione ideata da Earth Day
Italia in programma fino al pomeriggio di oggi, 29
aprile, a Villa Borghese, è stato lo sport quale
strumento di educazione all’inclusione sociale e
culturale. In particolare nel pomeriggio della prima
giornata ha avuto luogo un incontro di riflessione sul
tema "Peace-Conflitto e rispetto", organizzato in
collaborazione con il Pontificio Consiglio della
cultura, il Cortile dei Gentili e la rete mondiale di
sportivi "Sportmeet". Tanti i relatori intervenuti ma
una la convinzione di base condivisa: per favorire lo
sviluppo di una società capace di rispetto e
integrazione è necessario ripartire dall’educazione dei
più piccoli. "Lo sport educa a un grandissimo senso di
civiltà - ha detto in apertura del dibattito Paolo
Cipolli, presidente di Spoortmeet - e per questo è un
patrimonio comune imprescindibile da trasferire ai più
giovani perché fortifica non solo fisicamente ma anche
umanamente e caratterialmente, facendo crescere nel
rispetto e riconoscendo nell’altro non un nemico ma un
avversario verso il quale si può essere solidali". A
questi stessi obiettivi mira pure il progetto Novis-no
violence in sport: "Proponiamo attività nella scuole -
ha spiegato il responsabile Giulio Bencini - per
prevenire, soprattutto sui campi da calcio, la violenza
fisica e verbale che si accompagna a quella psicologia,
più sottile, e che interessa già le società giovanili".
Negli istituti scolastici incontra
i più giovani anche Andrea Lorentini, figlio di una
delle vittime della strage dell’Heysel del 1985: "Con la
nostra associazione, per dare senso alla memoria di quei
morti innocenti a Bruxelles - ha detto - investiamo sui
giovani facendo una lezione particolare di educazione
civica sportiva: crediamo che lo sport sia veicolo di
valori e possa educare alla convivenza". Anche per padre
Laurent Mazas, direttore esecutivo del Cortile dei
Gentili e referente del progetto #BeAlive, "è importante
portare ai più giovani i valori dello sport, come il
sacrificio e lo spirito di squadra, per un’educazione
integrale della persona" mentre secondo Andrea Abodi,
presidente dell’Istituto per il credito sportivo, "va
ripristinato l’insegnamento dell’educazione civica nelle
scuole". Al confronto hanno preso parte anche alcuni
sportivi: l’ex schermitrice Valentina Vezzali ha
evidenziato come "lo sport non è fatto solo dagli atleti
ma anche dai maestri, dai coach e dai genitori" mentre
Giuseppe Abbagnale, presidente della Federazione
italiana canottaggio, ha condannato "la furbizia che
tende spesso a sovrastare il rispetto delle regole,
nello sport come nella vita". Hanno portato la loro
testimonianza anche l’atleta paralimpica Giusy Versace,
che ha evidenziato come "lo sport insegna il rigore e il
rispetto per sé stessi, per gli altri e per la vita", e
l’ex rugbista Andrea Lo Cicero, che ha sottolineato
"l’importanza dell’etica nello sport". Affidate al
vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico
generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, le
conclusioni: "Gesù ci insegna che, come nello sport - ha
affermato - si può e si deve credere nell’impossibile
dopo avere fatto tutto il possibile: nel nostro dna
abbiamo, in quanto figli di Dio, la possibilità di
sfidare l’impossibile".
Fonte: Romasette.it © 29 Aprile
2019
Video: Associazionefamiliarivittimeheysel.it ©
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