Gorgonzola, venerdì
14 ottobre serata
per ricordare
la tragedia dell'Heysel
di Davide Villa
Presso il centro intergenerazionale di via
Oberdan a Gorgonzola, si svolgerà alle ore 21:00
di venerdì 14 ottobre un incontro con Francesco
Caremani, autore del libro "HEYSEL, le verità di
una strage annunciata", Andrea Lorentini Presidente
dell'Associazione Familiari Vittime Heysel, Luca
Gattuso giornalista e conduttore radiofonico di
Radio Popolare, Daniele Fossati responsabile sezione
sport di "Radar", per ricordare la tragedia dello
stadio Heysel.
Sono
passati più di trentuno anni da quel 29 maggio del
1985, giorno della finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool, nella quale perirono 39
persone, di cui 32 italiane e ne rimasero ferite
oltre 600. Un mix di follia originata dagli atti
vandalici dei temibili hooligans inglesi, sommata
alle scelte infelici dell’Uefa e dell’organizzazione
locale, a partire dallo stadio, quello dell’Heysel
di Bruxelles, un impianto fatiscente e logoro, con
una capienza di solo trentamila posti, a fronte
di richieste da parte dei tifosi italiani che ammontavano
a quasi il doppio.
Nella grande calca che venne a crearsi in seguito
alle cariche di hooligans ubriachi, che dalla propria
curva invasero il piccolo settore Z adiacente occupato
da famiglie di tifosi Italiani - gli ultrà della
Juventus erano assiepati nella curva opposta - alcune
persone rimasero schiacciate contro il muro di recinzione,
altre si lanciarono nel vuoto, proprio per evitare
di essere calpestate dalla folla e uccise
alla
ricerca di una via d’uscita. L’impreparazione delle
forze dell’ordine belghe, che
ingenuamente ostacolarono
l’unica via di fuga verso il campo, completò la
carneficina.
Dopo un'ora e mezza di parapiglia generale, la prefettura
belga e l’Uefa decisero di far disputare ugualmente
la partita, per evitare altre tensioni, sotto gli
occhi attoniti di migliaia di tifosi i quali, con
lo scorrere dei minuti, percepivano sempre più grave
la portata del dramma. La gente, ormai in preda
al panico, implorava i giornalisti affinché essi
potessero contattare le famiglie di turno a casa,
dando loro bigliettini con numeri di telefono per
riportare messaggi del tipo "suo figlio è vivo,
suo marito sta bene". Fu così che dalla tribuna
partirono telefonate in tutta Italia.
Venne ufficialmente affidata alla voce del capitano
Gaetano Scirea, attraverso un altoparlante, la comunicazione
che la partita sarebbe stata giocata, per consentire
alle forze dell’ordine di gestire l’emergenza. Poi
il fischio d’inizio. Vinse la Juve con un rigore
inesistente: fallo su Boniek fuori area e gol di
Platini, in uno scenario apocalittico, con i cadaveri
disposti in fila a fare da sfondo alla tribuna.
Lo stesso Platini risponde alle critiche sull’opportunità
o meno di giocare quella partita surreale, e sui
successivi episodi di esultanza con il trofeo in
mano, sostenendo "il pericolo di una minaccia imminente
di incidenti ancor più gravi", nel caso non si fosse
giocato, e che soltanto "rientrati in albergo, dopo
la partita, prendemmo coscienza della gravità del
bilancio delle vittime, un’assurdità che mi accompagnerà
per il resto della mia vita".
Tutto il mondo calcistico ha faticato non poco a
metabolizzare il disastro dell’Heysel, che ha di
fatto costretto gli addetti ai lavori a ripensare
l’intero sistema dei flussi negli stadi, a partire
dalla messa in sicurezza dei medesimi, regolamentando
gli ingressi con tessere personalizzate e installando
telecamere all’interno degli impianti. Le squadre
inglesi furono, per decisione dell’Uefa, squalificate
per cinque anni dalle Coppe europee e il Liverpool
per ulteriori tre stagioni (poi ridotta a una).
Il provvedimento fu applicato fino al 1990.
Fonte:
Tuttotritiumgiana.com
©
9 ottobre 2016
(Testo © Fotografia)
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