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SEDE CONSIGLIO REGIONE PIEMONTE
TORINO |
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HEYSEL: IL VALORE DELLA MEMORIA, IL DOVERE DELLA
VERITA' |
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La memoria va allenata
!
di Smemorato
Venerdì scorso 29 maggio, presso la Sala Viglione di
Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del
Piemonte, si è tenuta la commemorazione della strage
dello Stadio Heysel di Bruxelles avvenuta il 29 maggio
1985. La cerimonia è stata organizzata da Alessandro
Benvenuto, Consigliere Regionale, Presidente della
Consulta Regionale dei Giovani e Andrea Lorentini,
Presidente dell’Associazione fra i Familiari delle
Vittime dell’Heysel. I parenti delle vittime hanno
ricostituito l’associazione a suo tempo fondata da
Otello Lorentini e che era appunto rappresentata dal
nipote Andrea Lorentini, figlio di Roberto una delle
vittime della strage. Erano presenti: Nereo Ferlat che
nel 1985 scrisse il primo libro sull’accaduto "L’ultima
curva", Darwin Pastorin giornalista, Massimo Pavan
vicedirettore di Tuttojuve.com e Francesco Caremani
giornalista, scrittore, noto tifoso juventino,
conosciuto al pubblico soprattutto per il suo impegno
sulla ricerca della verità sulla triste vicenda
dell’Heysel. Mancava totalmente la rappresentanza della
Società Juventus nonostante che "in questi ultimi anni -
come ha spiegato Andrea Lorentini il responsabile
all’associazione - con la presidenza di Andrea Agnelli,
la Juventus si è posta in maniera diversa verso la
tragedia di Bruxelles dopo che per oltre vent’anni ha
completamente dimenticato e ignorato quella notte e le
famiglie delle vittime. Di questo rendo merito al dottor
Agnelli che si è fatto carico di una nuova sensibilità e
attenzione verso quella tragedia". Molto significativa
invece la presenza di Domenico Beccaria, Custode della
Memoria storica granata presso il Museo del Grande
Torino , il quale ha giustamente sottolineato il fatto
che la rivalità sportiva non deve mai, mai sfociare
nella violenza.
Nereo
Ferlat nel suo intervento ha detto: "Mi ricordo ancora
all’improvviso. Rivedo i morti. La faccia del signor
Gianfranco Sarto da San Donà di Piave. L’avevo
conosciuto sul pullman. Sento ancora fisicamente quella
sensazione orribile delle membra schiacciate,
immobilizzate, senza respiro. Non riuscivo più a
respirare, ho capito che sarei morto. Con i pensieri ho
salutato mia moglie e mia figlia, allora aveva sette
anni. Poi ho pregato Padre Pio. Non lo so di preciso
cosa sia successo, ci ripenso ancora. Sono stato al
posto giusto nel momento giusto. Sono stato estremamente
fortunato. Un’ onda umana, una spinta improvvisa, mi ha
sollevato invece che abbattermi definitivamente. Sono
riuscito ad aggrapparmi a una schiena con tutta la forza
che mi restava. Poi è crollato il muretto che dava verso
il campo e ho ripreso a respirare. Mi ha colpito
negativamente che un po’ tutti, la Juventus per prima,
abbiano scelto il silenzio. C’è stata una grande opera
di rimozione. Ma le tragedie non vanno dimenticate,
anche per questo ho scritto un libro che s’intitola
"L’ultima curva". Per chi non si è più rialzato. Perché
trentanove vittime chiedono memoria". La memoria va
allenata ! La cerimonia è stata toccante e commovente,
ha avuto culmine nella lettura del Monologo teatrale:
Heysel "Io sono la Memoria" - Lettera da Bruxelles.
Ideato e scritto da Domenico Laudadio, membro
dell’associazione. Basato sul racconto di quella serata.
Il dramma, la morte e le cause di quella tragedia. Un
percorso della memoria, attraverso l’inferno dell’Heysel
e di quel maledetto 29 maggio 1985. Interpretato da
Francesca Cassottana, giovane attrice, milanese di
nascita e laureata alla scuola arte drammatica di Milano
e Piemontese d’adozione.
Fonte:
Losmemoratodicollegno.wordpress.com © 4 giugno 2015
Fotografia: Associazione Familiari Vittime Heysel ©
Icone:
Cleanpng.com © Pngegg.com ©
Grafica:
Gianni Valle (Studio Charivari
grafica design) ©
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Il dovere della
memoria
di Marco Sanfelici
The
day after. Il trentennale in memoria delle vittime
dell’Heysel è passato; la sbornia da secchiate di
parole, di manifestazioni annunciate, di assenze pesanti
e di dinieghi colpevoli sono andati. A terra, come in
tutti gli eventi che si rispettano, restano i cocci.
Oppure no ? Perché questo è il punto. Se prenda piede la
volontà di relegare la tragedia di Bruxelles in un
angolo della storia della Juventus, quasi una macchia
nera di inchiostro indelebile, da coprire e da esporre
il meno possibile o se debba affermarsi la strenua lotta
per darne il giusto risalto. Se ho atteso oggi, 30
maggio, il giorno dopo appunto, per fissare queste brevi
riflessioni, è per smarcarmi dall’ovvio. Ovvio come la
presenza di migliaia di curiosi a caccia di selfie ed
autografi attorno alla chiesa della Gran Madre di Dio
sul far della sera. Ovvio come la presenza di mondanità,
di addetti ai lavori, di piccoli e grandi personaggi,
quasi a sottolineare la loro presenza, perché "non si sa
mai". Ovvio l’incedere di autorità ed alte uniformi,
quelle autorità che con imbarazzo si accostano ai
familiari delle vittime, dopo avere abbassato la testa a
pressioni non ben individuabili (si sa ma non si dice!).
Ovvio vedere i vertici della società Juventus, un po’
meno ovvio vedere scendere la squadra dal pullman ed
introdursi dalla porta laterale dell’ossario della
chiesa sacrario. C’era forse bisogno di sottolineare il
dominio sull’evento ? In contrapposizione poi a che cosa
? L’unico evento alternativo si è svolto nella sala Viglione presso Palazzo Lascaris, sede del Consiglio
Regionale, alla presenza di veri protagonisti della
tragedia dell’Heysel.
Alla presenza di coloro che non
necessitano di pompe magne per dichiarare e difendere la
verità. Così Andrea Lorentini, dell’Associazione "Fra le
vittime dell’Heysel", Francesco Caremani, autore del
libro "Heysel Le verità di una strage annunciata", Nereo
Ferlat (redattore di Juwelcome, N.D.R.) sopravvissuto
della curva Z, autore del libro "L’ultima curva"; gli
autorevoli Darwin Pastorin e Massimo Pavan; il
graditissimo apporto di Domenico Beccaria, in
rappresentanza di coloro che a Superga piangono una
tragedia altrettanto atroce; Annamaria Licata, armata
della solita generosità. La lettura di una piece
teatrale di Domenico Laudadio, nella quale emergono
verità scomode ed occultate, ha commosso la sala non
poco. Forse per prendere le distanze da questo racconto
crudo e senza sconti, era assente il "Convitato di
Pietra". Mai assenza si è tramutata nel silenzio più
rumoroso. A Palazzo Lascaris si è consumato un esercizio
tra i più difficili in assoluto, in questo Paese che
quasi si vergogna del proprio passato: il dovere della
memoria. Non c’è fastidio o imbarazzo che tenga.
L’Heysel rappresenta una tragedia privata per i
familiari delle vittime e dei feriti (circa 600 e
nessuno ne parla), ma è anche una tragedia nazionale,
che valica i confini juventini, nei quali si è voluta
relegare, per buona pace di coscienze deboli ed
ipocrite. Siamo gente che si divide su tutto, anche
sulle disgrazie. Ma il dovere della memoria, ciò che fa
andare Lorentini e Caremani di scuola in scuola lungo
tutto l’anno scolastico, impone una scelta di campo.
Lontano da tricolori e bandiere, voltando le spalle
all’ufficialità, sforzandosi di entrare dalla porta
stretta, colui che scrive ha già fatto la propria
scelta. E non solo per la ricorrenza di quest’anno.
Fonte: Juwelcome.com © 30 maggio 2015
Video:
Crpiemonte.tv ©
Icone: Pngegg.com ©
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In memoria dei caduti dell’Heysel
"Non morti, ma caduti dell’Heysel
perché fu una battaglia ed a morire furono degli
innocenti. Una tragedia che ha lasciato molti feriti,
non solo nel corpo, ma nell’animo".
Con queste parole, rotte dalla
commozione, Darwin Pastorin, l’illustre giornalista
molto vicino all’Associazione familiari vittime
dell'Heysel, ha rievocato la tragedia verificatasi poco
prima dell’inizio della finalissima di Coppa dei
Campioni (ora Champions League) tra Juventus e
Liverpool, esattamente trent’anni fa, il 29 maggio del
1985. L’evento, in memoria dei tragici fatti di
Bruxelles e organizzato dall’associazione, è stato
ospitato nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, dove a
portare il saluto dell’Assemblea a nome dell’Ufficio di
presidenza e della Consulta regionale dei giovani, è
stato Alessandro Benvenuto, affinché "la memoria di
quella tragedia venga preservata". Il momento culminante
dell’incontro si è avuto con la lettura da parte
dell’attrice Francesca Cassottana di una lettera
scritta, al figlio, da Domenico Laudadio (tra i
presenti) per spiegare con parole accorate il
susseguirsi degli eventi di quella infausta giornata.
Andrea Lorentini, presidente dell’Associazione e figlio
di Roberto, una delle vittime e nipote di Otello, primo
presidente dell’Associazione medesima, ha spiegato come
"la memoria non possa prescindere dal dovere della
verità", mentre Francesco Caremani - autore dell’unico
libro riconosciuto dalle vittime – "Heysel, le verità di
una strage annunciata", ha spiegato quanta strada ci sia
ancora da fare nel mondo dello sport, particolarmente in
Italia, per evitare che simili fatti possano ripetersi.
È stato anche proiettato un breve video rievocativo. Tra
i moltissimi ospiti, componenti dell’associazione e non,
che hanno parlato delle varie sfaccettature della
vicenda, importante la partecipazione di Domenico
Beccaria, presidente del "Museo del Grande Torino", che
ha affermato l’importanza degli sportivi nell’onorare i
morti di simili eventi senza distinzione di maglia anzi,
nel cogliere queste opportunità per andare oltre la
memoria e contribuire, con questi atteggiamenti, a
costruire un ambiente del calcio più sano ed etico. Già
lo scorso anno vi fu una iniziativa comune "Settanta
angeli in un unico cielo" in memoria dei 31 morti di
Superga (i campioni del Grande Torino e gli
accompagnatori) e dei 39 di Bruxelles (dei quali
trentadue
italiani, quasi tutti bianconeri, senza dimenticare che
ci furono ben seicento feriti a causa della furia degli
Hooligans).
Fonte: Cr.piemonte.it © 29 maggio
2015
Video: Associazionefamiliarivittimeheysel.it ©
Icone: Pngegg.com ©
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LIVE TORINO
Heysel, il resoconto della toccante
commemorazione
di Massimo Pavan
Lorentini: "La memoria va
allenata". Caremani: "Manca luogo della memoria".
Pastorin: "Non parliamo di morti, ma di caduti". Ferlat:
"Avevo mezzo minuto di vita".
17:20 - La parola passa a Francesco Caremani, giornalista, scrittore e autore del libro:
"Heysel Le verità di una strage annunciata":
"Permettetemi di dire che stasera manca una persona qui
con me, che è Otello Lorentini (NdR: caloroso applauso
in sala). Grazie alla sua battaglia, grazie anche al
fatto che lui aveva conservato i documenti del processo,
i giornali dell'epoca, senza di lui non ci sarebbe stata
giustizia per i morti dell'Heysel, non ci sarebbe stato
neanche il mio libro che grazie ai parenti delle vittime
è diventato anche uno strumento di memoria, che è la
cosa che mi preme di più. Io sono in Piemonte da una
settimana, da lunedì sono stato nelle scuole, a parlare
ai ragazzi che nel 1985 non erano ancora nati. Ragazzi
che tifano per il Torino e che tifano per la Juventus. E
devo dire che è stata una sensazione molto particolare.
Otello Lorentini mi ha spiegato il cammino della
memoria, mi ha chiesto di scrivere il libro perché si
era scocciato del fatto che la gente non sapesse cosa
era successo veramente, si era scocciato che in tanto
raccontassero a casaccio l'Heysel. Io ho avuto invidia
per due squadre, il Torino e il Liverpool, perché per
Superga e Hillsborough hanno un giorno della memoria. A
noi manca una cosa importante, perché ce l'hanno
cancellata. Le scuole superiori vanno ad Auschwitz
perché è un luogo in cui capiscono quello che è
successo. in Argentina hanno impedito di distruggere la
scuola dell'esercito dove torturavano i desaparecidos,
perché altrimenti non avrebbero potuto capire dove li
torturavano, dove facevano partorire le ragazze per dare
i loro figli ai militari che non li potevano avere.
Purtroppo a noi manca il luogo della memoria, perché lo
stadio Heysel di fatto non esiste più".
17:15 - Il giornalista Darwin Pastorin: "C'è chi vorrebbe cancellare quello che è
successo 30 anni fa, ma quello non si potrà mai
cancellare nella memoria, perché se noi dobbiamo parlare
di quanto accaduto 30 anni fa, non dobbiamo più parlare
dei morti dell'Heysel, ma dei caduti dell'Heysel, perché
quella fu una battaglia, una battaglia dove a perdere la
vita furono persone comuni, gente che andava a quella
partita come a una festa. C'è stato chi ha perso la
vita, chi ha perso l'innocenza e la speranza. Perché ai
morti bisogna aggiungere i feriti, ma non solo i feriti
dal punto di vista fisico, anche i feriti dal punto di
vista psicologico, del cuore, oltre a quelli che hanno
perso i loro cari".
17:00 - Parla Nereo Ferlat,
sopravvissuto alla tragedia ed autore del libro
"L’ultima Curva": "Ho visto cosa è successo, come è
cominciato il tutto. Quando sono cominciati questi
attacchi, io avevo vicino a me due persone con le quali
avevo viaggiato e ho detto: scappiamo perché qua con
questa rete per polli non siamo al sicuro, eravamo a
circa una decina di metri da lì, nel mezzo della curva.
Il razzo che hanno lanciato gli inglesi ad altezza
d'uomo è stato quello che ha fatto spaventare queste
persone che non erano preparate a una guerriglia. Qui
c'erano delle famiglie, gente che stava mangiando un
panino, che stava guardando la partita dei ragazzi che
si stava giocando. Era gente impreparata. Ci siamo
trovati migliaia di persone in pochissimi metri
quadrati, urlanti, che cercano una via di salvezza.
Eravamo tutti schiacciati. Io posso parlare per me, mi
sono ritrovato ad avere mezzo minuto di vita, ero
proprio schiacciato completamente, non avevo neanche
saliva in bocca. Ho cominciato a salutare mentalmente i
miei: peccato, la prima volta che vado all'estero a
vedere la Juve ed è proprio l'ultima per me. Poi ho
pensato: Padre Pio aiutami. Mi sono aggrappato alle
persone che stavano ondeggiando e con tutta la forza ho
cercato di stare in piedi, perché se fossi caduto non mi
sarei rialzato. Quando poi è crollato il muretto,
calpestando gente già a terra, mi sono trovato in campo
e mi sono fatto il segno della croce, ero salvo. La
crocerossina mi ha dato da bere e ho ripreso le forze.
Poi mi sono detto che a casa mia avranno visto questi
incidenti e volevo farmi vedere. Sono salito fino in
tribuna stampa e addirittura Carlo Nesti mi ha fatto da
scaletta e mi ha tirato su. I clacson, se avesse vinto
il Liverpool, sarebbero stati di tutte le altre squadre
che non aspettavano altro".
16:40 - Francesca Cassottana,
giovane attrice laureata alla scuola d’arte drammatica
"Paolo Grassi" di Milano, ripercorre le fasi del dramma
raccontando le fasi, le cause e le responsabilità della
tragedia.
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16:20 - Inizia la
commemorazione nella Sala Viglione nella sede del
Consiglio Regionale Piemonte. Prende la parola Andrea
Lorentini, Presidente dell’"Associazione fra i familiari
vittime dell’Heysel": "E' una giornata importante, alla
quale abbiamo voluto dare il titolo 'Il valore della
memoria, il dovere della verità'. Sono due pilastri sui
quali il lavoro dell'associazione che ho ricostituito
grazie al supporto di buona parte dei familiari
dell'Heysel. Dopo 30 anni la memoria deve essere
allenata, va difesa, perché ancora oggi la memoria di
quelle vittime viene offesa e oltraggiata in molti stadi
in Italia, ma questo vale non solo per le vittime
dell'Heysel, ma per tutte le vittime legate al calcio.
Per almeno 30 anni si è fatta poca memoria e spesso
fuorviante. L'obiettivo della nostra associazione è
portare avanti la memoria che non può prescindere dalla
verità storica e processuale di quei fatti. La verità
sull'Heysel è una sola, gli hooligans sono gli assassini
materiali di quella strage, perché provocano la morte di
39 persone e centinaia di feriti nel settore Z. Però la
Uefa e le autorità del Belgio sono i mandanti morali di
quella strage, perché la Uefa è responsabile di una
serie di gravi negligenze nell'organizzazione di
quell'evento, a cominciare dalla scelta dello stadio,
fatiscente e non adeguato ad ospitare una finale di
Coppa dei Campioni, perché la gestione dei biglietti è a
dir poco scellerata, basti pensare che nel settore Z non
devono finire famiglie e tifosi italiani, ma ci
finiscono. Quello era un settore neutrale, dove dovevano
esserci tifosi non italiani. Una strage annunciata come
ha scritto Francesco Caremani nel suo libro.
L'associazione rinasce dopo la storica prima
associazione che si costituì qualche mese dopo la
tragedia e che fu fondata da mio nonno, Otello Lorentini
che con quell'associazione ha portato avanti un processo
che è durato oltre sei anni, due gradi di giudizio più
la Cassazione".
09:55 - L’Heysel 30 anni dopo:
Il valore della Memoria, il dovere della verità. L’
"Associazione fra i Familiari delle Vittime
dell’Heysel", in occasione del 30° Anniversario della
Strage di Bruxelles, ringrazia pubblicamente la
Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte e della
Consulta Regionale dei Giovani per il patrocinio alla
Commemorazione che si terrà il 29 maggio 2015 alle 15.30
presso la Sala Viglione nella sede del Consiglio
Regionale Piemonte, Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15
a Torino (Zona Centro vicino a Piazza Castello). La
manifestazione, ispirata al valore della Memoria e al
dovere della Verità, sancita dai fatti storici e dalle
sentenze processuali, sarà aperta dagli interventi di
Alessandro Benvenuto, Consigliere Regionale e Presidente
della Consulta Regionale dei giovani e di Andrea
Lorentini, Presidente dell’ "Associazione fra i
familiari vittime dell’Heysel" e impreziosita dalle
testimonianze di alcuni familiari nel ricordo dei propri
cari. A seguire il reading del monologo teatrale
"HEYSEL: IO SONO LA MEMORIA - LETTERA DA BRUXELLES" di
Domenico Laudadio, membro dell’associazione e custode
del museo virtuale multimediale
Saladellamemoriaheysel.it. Il racconto, interpretato da
Francesca Cassottana, giovane attrice laureata alla
scuola d’arte drammatica "Paolo Grassi" di Milano,
ripercorre le fasi del dramma raccontando le fasi, le
cause e le responsabilità della tragedia. Al termine
della rappresentazione teatrale accompagnato dal
contributo d’immagini e video di repertorio si aprirà un
dibattito fra i giornalisti e il pubblico presente in
sala al fine di ricordare e comprendere. Saranno tra i
graditi ospiti dell’Associazione, Massimo Pavan
(Vicedirettore di Tuttojuve.com), Darwin Pastorin
(Giornalista e scrittore), Francesco Caremani
(Giornalista, scrittore e autore del libro: "Heysel Le
verità di una strage annunciata"), Nereo Ferlat
(Sopravvissuto alla tragedia ed autore del libro
"L’ultima Curva"). Conclusa la cerimonia,
L’"Associazione fra i Familiari delle Vittime
dell’Heysel" si unirà alla Juventus Football Club per la
celebrazione della Messa in suffragio dei caduti di
Bruxelles, alle ore 19.30 nella Chiesa "Gran Madre di
Dio". In tarda serata Andrea Lorentini e Francesco
Caremani alle 22.30 saranno ospiti della trasmissione
Rai "Zona 11" di Marco Mazzocchi, dedicata al
Trentennale dell'Heysel.
Fonte:
Tuttojuve.com
©
Fotografia:
Annamaria Licata
©
Video: Associazionefamiliarivittimeheysel.it ©
Icone: Pngegg.com ©
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Heysel 30 anni dopo: Il valore
della Memoria, il dovere della verità
L’ Associazione fra i Familiari
delle Vittime dell’Heysel, in occasione del 30°
Anniversario della Strage di Bruxelles, ringrazia
pubblicamente la Presidenza del Consiglio Regionale del
Piemonte e della Consulta Regionale dei Giovani per il
patrocinio alla Commemorazione che si terrà il 29 maggio
2015 alle 15.30 presso la Sala Viglione nella sede del
Consiglio Regionale Piemonte, Palazzo Lascaris, in via
Alfieri 15 a Torino (Zona Centro vicino a Piazza
Castello). La manifestazione, ispirata al valore della
Memoria e al dovere della Verità, sancita dai fatti
storici e dalle sentenze processuali, sarà aperta dagli
interventi di Alessandro Benvenuto, Consigliere
Regionale e Presidente della Consulta Regionale dei
giovani e di Andrea Lorentini, Presidente dell’
"Associazione fra i familiari vittime dell’Heysel" e
impreziosita dalle testimonianze di alcuni familiari nel
ricordo dei propri cari. A seguire il reading del
monologo teatrale "HEYSEL: IO SONO LA MEMORIA - LETTERA
DA BRUXELLES" di Domenico Laudadio, membro
dell’associazione e custode del museo virtuale
multimediale Saladellamemoriaheysel.it. Il racconto,
interpretato da Francesca Cassottana, giovane attrice
laureata alla scuola d’arte drammatica "Paolo Grassi" di
Milano, ripercorre le fasi del dramma raccontando le
fasi, le cause e le responsabilità della tragedia. Al
termine della rappresentazione teatrale accompagnato dal
contributo d’immagini e video di repertorio si aprirà un
dibattito fra i giornalisti e il pubblico presente in
sala al fine di ricordare e comprendere. Saranno tra i
graditi ospiti dell’Associazione, Massimo Pavan
(Vicedirettore di Tuttojuve.com), Darwin Pastorin
(Giornalista e scrittore), Francesco Caremani
(Giornalista, scrittore e autore del libro: "Heysel Le
verità di una strage annunciata"), Nereo Ferlat
(Sopravvissuto alla tragedia ed autore del libro
"L’ultima Curva"). Conclusa la cerimonia,
L’"Associazione fra i Familiari delle Vittime
dell’Heysel" si unirà alla Juventus Football Club per la
celebrazione della Messa in suffragio dei caduti di
Bruxelles, alle ore 19.30 nella Chiesa "Gran Madre di
Dio". In tarda serata Andrea Lorentini e Francesco
Caremani alle 22.30 saranno ospiti della trasmissione
Rai "Zona 11" di Marco Mazzocchi, dedicata al
Trentennale dell'Heysel.
Fonte: AssociazionefamiliarivittimeHeysel.it © 28 maggio 2015
Fotografia: Associazione Familiari Vittime Heysel ©
Icone: Pngegg.com ©
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A Torino, trentennale
dell'Heysel
Venerdì 29 maggio 2015 a Torino, in
via Alfieri 15, a partire dalle ore 15,30 presso la Sala
Vignone di Palazzo Lascaris (sede del Consiglio
Regionale del Piemonte) l’Associazione fra i Familiari
delle Vittime dell’Heysel e la Consulta Regionale dei
Giovani presentano: 29 Maggio 1985 Heysel: Il Valore
della Memoria, il Dovere della Verità. Apertura dell'evento, con
l’introduzione di Alessandro Benvenuto (Consigliere
Regionale, Presidente della Consulta Regionale dei
Giovani) e Andrea Lorentini (Presidente Associazione fra
i Familiari delle Vittime dell’Heysel). Associazione fra i Familiari delle
Vittime dell’Heysel: impegni e obiettivi. Intervento del
Presidente, sul valore della memoria, della verità e
della lotta ad ogni forma di violenza. Seguiranno
interventi di altri familiari in nome e nel ricordo dei
loro cari. Monologo teatrale: Heysel "Io sono
la Memoria" - Lettera da Bruxelles Ideato e scritto da
Domenico Laudadio, membro dell’associazione. Basato sul
racconto di quella serata. Il dramma, la morte e le
cause di quella tragedia. Un percorso della memoria,
attraverso l’inferno dell’Heysel e di quel maledetto 29
maggio 1985. Interpretato da Francesca Cassottana,
giovane attrice, milanese di nascita e laureata alla
scuola arte drammatica di Milano e Piemontese
d’adozione, dove svolge la sua attività di attrice. Dibattito interattivo: "L’Heysel 30
anni dopo: il valore della Memoria, il dovere della
verità". Giornalisti e scrittori dibatteranno con il
pubblico presente, per capire e ricordare. Tra i vari
ospiti, Darwin Pastorin (giornalista e scrittore),
Massimo Pavan (vicedirettore di Tuttojuve.com),
Francesco Caremani (giornalista e scrittore, autore del
libro: Heysel - Le verità di una strage annunciata),
Nereo Ferlat (sopravvissuto miracolosamente a quella
tragedia e autore del libro: "L’ultima curva", e altri
ancora... Com'è noto, alle 19,30 è poi
prevista la Messa in suffragio delle vittime
dell’Heysel, organizzata da Juventus Football Club e dal
Comune di Torino nella basilica "Gran Madre di Dio".
Fonte:
Blog.ju29ro.com © 27 maggio 2015
Video: Arezzoora.it ©
Icone: Pngegg.com ©
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Heysel 1985-2015, il ricordo
30 anni dopo
Andrea Lorentini: "E' giusto non
dimenticare e fare memoria"
Andrea Lorentini: "Un anniversario
importante, trent’anni sono tanti, ma dopo tutto questo
tempo è ancora giusto ricordare e fare memoria nella
maniera corretta, quindi non prescindendo da quelle che
sono state le verità storico-processuali su quella
tragedia, Arezzo ha pagato un prezzo troppo alto, perché
ha perso due concittadini, Roberto Lorentini e
Giuseppina Conti, è per questo che domani, noi
dell’Associazione fra i familiari delle vittime saremo a
Torino per una serie di iniziative. Ricordare significa
anche riflettere e soprattutto cercare di migliorare la
cultura sportiva, visto che purtroppo s’è fatto sempre
troppa poca memoria sull’Heysel, e questa è stata anche
una delle cause che oggi in Italia, c’è una cultura
sportiva molto distante da quella che dovrebbe essere in
un paese come il nostro e quindi nel nostro piccolo,
come associazione, voglia contribuire a migliorarla. Dei
tanti libri che sono usciti sulla strage dell’Heysel,
l’unico che come associazione riconosciamo è quello di
Francesco Caremani, perché un’inchiesta giornalistica
che spiega le dinamiche che hanno portato a quella
tragedia, gli hoolingans sono gli assassini materiali
che provocarono 39 vittime, però a monte il colpevole è
l’UEFA, che decise di far giocare quella finale in uno
stadio fatiscente e le autorità belghe che non si
dimostrarono all’altezza nella gestione dell’ordine
pubblico, e nel libro sono raccontate tutte queste
dinamiche in modo dettagliato. E grazie all’associazione
dei familiari delle vittime e ad Otello Lorentini,
l’UEFA fu condannata al processo e da allora ha le
responsabilità degli eventi che organizza. Noi, come
associazione, non ci fermeremo a questo trentennale e
faremo sì che i riflettori rimangano sempre accesi su
questa vicenda".
Fonte: Arezzoora © 8 maggio 2015
Tweet: Associazione Familiari Vittime Heysel
©
Locandina:
Annamaria Licata ©
Icone: Pngegg.com ©
Grafica Logo: Gianni Valle (Studio Charivari
grafica design) ©
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