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REGIONE TOSCANA
PALAZZO PANCIATICHI FIRENZE |
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CERIMONIA DI PREMIAZIONE GONFALONE D'ARGENTO |
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Vittime Heysel: dalla
Toscana, il Gonfalone d’argento per non dimenticare
Consiglio regionale,
assegnata la massima onorificenza alla rinata
associazione dei familiari delle vittime. Presenti il
difensore della Juventus e della Nazionale Giorgio
Chiellini e il presidente della Federcalcio Carlo
Tavecchio.
Il
Gonfalone d’argento del Consiglio regionale della
Toscana è stato consegnato questo pomeriggio a palazzo
Panciatichi all’associazione dei familiari delle vittime
dell’Heysel. A conferire il massimo riconoscimento
dell’Assemblea toscana ad Andrea Lorentini è stata la
vicepresidente Lucia De Robertis, con il presidente
Eugenio Giani e il consigliere Antonio Mazzeo, che fa
parte dell’Ufficio di presidenza. Accanto a loro, il
difensore della Juventus e della Nazionale, Giorgio
Chiellini, con il presidente della Federcalcio Carlo
Tavecchio. Andrea Lorentini è il presidente della rinata
associazione, figlio di Roberto Lorentini, il medico
aretino che all’Heysel perse la vita nel tentativo di
salvare un bambino. "Ricordare e dare un senso a questa
tragedia, far riflettere i più giovani, che magari sanno
poco", questo l’impegno dell’associazione, ha spiegato
Lorentini. "Vogliamo raccontare quella tragedia e le
verità scomode che l’accompagnano. Sull’Heysel c’è stata
poca memoria e spesso fuorviante. Il nostro impegno sarà
anche per difendere questa memoria, spesso oltraggiata
in maniera vergognosa negli stadi. Per questo, chiediamo
al presidente Tavecchio, col quale già un mese fa
abbiamo avviato un percorso, che la procura federale sia
vigile: servono sanzioni esemplari". E ha quindi
ricordato l’amichevole con il Belgio che gli azzurri
giocheranno venerdì a Bruxelles, "in quello stadio Re
Baldovino che un tempo era l’Heysel".
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Lucia
De Robertis, che ha lavorato in prima persona alla
realizzazione di questa iniziativa, ha letto i messaggi
di Paolo Rossi e Andrea Agnelli, ha portato il saluto di
Sergio Brio, anch’egli in campo all’Heysel. "Io quel
medico lo conoscevo - ha raccontato Lucia De Robertis
riferendosi a Roberto Lorentini -, quella partita la
guardai e vidi il sacrificio di quelle vittime di un
calcio malato. Sosteniamo il tentativo dell’associazione
di tenere alta la memoria di quella tragedia. Il mio
sogno - ha concluso la vicepresidente del Consiglio
regionale - è di non sentire mai più riecheggiare certi
cori negli stadi". Il riconoscimento vuole proprio
essere un richiamo a non dimenticare quell’assurda
tragedia di trent’anni fa e uno sprone all’opera della
rinata associazione nella diffusione di una cultura
della non violenza nello sport e intorno allo sport. Il
presidente Giani ha ringraziato Tavecchio, "un amico", e
Chiellini, "che ricordo ancora con simpatia nella sua
esperienza giovanile in maglia viola". Giani ha
ricordato a sua volta Roberto Lorentini, "un eroe, ai
miei occhi, come i tanti che nelle torri gemelle
sacrificarono la propria vita per cercare di salvarne
altre", ha detto rivolto al figlio Andrea. E ha
ricordato il "ruolo fondamentale dell’associazione nel
processo che si svolse su questa tragedia, in cui "chi
doveva garantire la sicurezza non la garantì". "Voglio
qui rappresentare e rendere pubblico - ha concluso Giani
- il nostro essere vicini all’associazione e alle
famiglie delle vittime".
 "Mi
rendo conto della responsabilità che abbiamo ai nostri
giorni noi calciatori", ha detto Giorgio Chiellini,
guardando Andrea Lorentini. "Purtroppo certe volte
sbagliamo, ma credo che in questi anni ci siamo resi
conto un po’ tutti dei messaggi che mandiamo. Tante
volte una cresta fa molto di più di qualsiasi discorso
dei genitori". "Sono diventato da poco papà - ha
proseguito - e cominci a pensare anche a certe cose.
Spero che si continui a migliorare, sono contento di
cosa si è fatto nel calcio negli ultimi anni sia a
livello di sicurezza che di educazione". Quindi ha fatto
"i complimenti ad Andrea, un ragazzo come me, abbiamo la
stessa età e siamo toscani. Le parole che esprime per
parlare di ciò che ha vissuto ti rimangono dentro, si
sente tanta passione e sono sicuro che il suo contributo
servirà a dare una mano al calcio per crescere e
affinché non si verifichino più in futuro certi tipi di
tragedie". "Il calcio è gioia, gioco di squadra,
comunicazioni di valori importanti, agonistici e
culturali - ha dichiarato il presidente della
Federcalcio Tavecchio. Mi auguro che non si ripeta più
una tragedia come quella dell’Heysel. Sono sicuro che
insieme possiamo creare una coscienza di responsabilità.
Puntiamo a stadi senza barriere, sapendo che la barriera
più grande è quella mentale. Bisogna avere senso civico
ed onestà - ha aggiunto Tavecchio. Per questo la Figc è
a disposizione per qualsiasi iniziativa che porti a far
emergere i valori della correttezza sportiva come li
rappresenta Chiellini, che è qui oggi con noi stasera.
Questo riconoscimento - ha concluso - valga come ricordo
di un qualcosa di drammatico. Il calcio non merita di
essere legato ad episodi come queste grandi tragedie
umane". (S. BAR)
Fonte:
Met.provincia.fi.it © 9 novembre 2015
Fotografie: La
Nazione © Arezzonotizie.it ©
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Gonfalone d'argento
alle vittime dell'Heysel
A consegnare il
riconoscimento ai familiari è stato il presidente del
Consiglio regionale Eugenio Giani, insieme a Giorgio
Chiellini e Carlo Tavecchio.
FIRENZE
- Il riconoscimento è stato consegnato ad Andrea
Lorentini, presidente della rinata associazione dei
famigliari delle vittime della strage dell'Heysel in
quanto figlio di Roberto Lorentini, il medico aretino
che all’Heysel perse la vita nel tentativo di salvare un
bambino. "Il Gonfalone d’argento all’Associazione
familiari vittime dell’Heysel - ha detto la
vicepresidente del Consiglio, Lucia De Robertis, anche
lei aretina e promotrice dell’iniziativa -– vuole essere
un richiamo a non dimenticare quell’assurda tragedia di
trent’anni fa, e uno sprone all’opera della rinata
associazione nella diffusione di una cultura della non
violenza nello sport e intorno allo sport". Alla
cerimonia ha partecipato anche una delegazione della
Nazionale di calcio, guidata dal presidente della
Federcalcio Carlo Tavecchio, accompagnato dal difensore
della Juventus e degli Azzurri, Giorgio Chiellini. "La
presenza di una delegazione della nazionale italiana di
calcio - ha sottolineato la vicepresidente De Robertis -
presente a Coverciano in preparazione all’amichevole che
giocherà con il Belgio a Bruxelles, proprio in memoria
delle vittime dell’Heysel, è testimonianza di
straordinaria attenzione e della disponibilità della
Federcalcio, cui va davvero il nostro ringraziamento per
aver aderito all’invito". "Ringrazio il presidente del
consiglio regionale Giani e la vicepresidente De
Robertis per questa onorificenza così prestigiosa e di
alto valore simbolico - ha detto invece Andrea Lorentini.
Per l'Associazione è un motivo di orgoglio e al tempo
stesso di stimolo per portare avanti con rinnovata
energia il nostro impegno civile per tenere viva la
memoria di quella tragedia e contribuire a diffondere i
veri valori dello sport con particolare riferimento alle
nuove generazioni".
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Toscanamedianews.it © 9 novembre 2015
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Juventus, Agnelli: "Heysel ?
Impegno quotidiano per evitare altre tragedie"
Il presidente del club
bianconero: "Quando accadono queste tragedie non c'è
nulla che possa lenire il nostro dolore".
FIRENZE
- "Bisogna adoperarsi quotidianamente per evitare che
episodi del genere accadano ancora". Così il presidente
della Juventus, Andrea Agnelli, in un messaggio inviato
al Consiglio regionale della Toscana, in occasione della
cerimonia di conferimento del Gonfalone d'argento,
massima onorificenza dell'Assemblea toscana,
all'associazione dei familiari delle vittime
dell'Heysel, in programma oggi pomeriggio. "Quando
accadono tragedie come l'Heysel, che ancora oggi ci
lascia increduli e impotenti, non c'è nulla che possa
lenire il nostro dolore - scrive il presidente della
Juventus. Tuttavia, possiamo fare in modo che
avvenimenti del genere non accadano in futuro.
Sfortunatamente, la storia, come in questo caso, è anche
memoria di vittime umane". IMPEGNO - Per Agnelli "è
quindi nostro impegno, in quanto uomini, tributare il
doveroso omaggio a tutte le vittime di quella giornata e
dimostrare la nostra vicinanza ai loro cari".
L'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel
"non solo persegue con le sue attività questo lodevole
intento, ma si prefigge come principale obiettivo la
promozione della non violenza nello sport, che da sempre
dovrebbe rimandare a valori positivi e autentici",
scrive ancora Andrea Agnelli, che si congratula con
l'Assemblea toscana "per la lodevole iniziativa e con
Andrea Lorentini per l'onorificenza ottenuta in questa
giornata".
ROSSI
- "Sono passati trent'anni, ma le ferite non si sono
ancora rimarginate. Sono ancora lì, aperte e piene di
disperazione dei familiari delle vittime". Lo scrive
Paolo Rossi, ex centravanti della Juventus e dell'Italia
campione del mondo in Spagna '82, in una lettera in
occasione della consegna del Gonfalone d'argento del
Consiglio regionale della Toscana all'associazione dei
familiari delle vittime dell'Heysel. Pablito, spiega una
nota, ha inviato la lettera al vicepresidente del
Consiglio regionale, Lucia De Robertis. "Io quella sera
c'ero e posso raccontare le mie impressioni su quella
inconcepibile, quanto ingiustificabile, serata - scrive.
Quella sera né l'atmosfera, né il contesto della gara
potevano far presagire una simile catastrofe. Doveva
essere una giornata di festa e di gioia". E invece si
trasformò "in un campo di morte ancor prima che il gioco
avesse inizio. Un massacro, prima ancora che il
fischietto dell'arbitro riuscisse a scandire l'avvio
della contesa tra le due formazioni. Io ero lì, pronto a
giocare, ma come molti altri non sapevo cosa fosse
accaduto. Ignaro del dramma, continuai a rincorrere il
pallone e a cercare il gol. Con me, i miei compagni di
squadra". Per Rossi "nell'arco di quindici minuti esatti
si era consumata un'atrocità senza eguali. Inutile la
gara da noi disputata e del tutto fuori luogo il giro di
campo e l'esultanza dei giocatori, me compreso, ancora
inconsapevoli. Impossibile, poi, capire fino in fondo di
chi fosse la colpa". Ancora oggi "a distanza di
trent'anni, tanto dolore e troppe lacrime versate, ci si
interroga sulla sciagura dell'Heysel, augurandosi che
quantomeno possa essere servita da lezione per non
ripetere gli stessi errori, per evitare altro sangue e
lacrime preziose". "Io ero lì, ma non conoscevo la
portata di quel dramma umano. Chiedo scusa, ma non
sapevo. Nessuno di noi sapeva, né immaginava". Oggi,
chiude Paolo Rossi, "il mio pensiero non può che andare
alle vittime, e alle loro famiglie, che hanno combattuto
e si sono adoperate, nel corso di questi lunghi e
faticosi anni, affinché emergesse la verità. Sono con
voi, con tutto il mio affetto e la mia vicinanza".
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CHIELLINI
- "Mi rendo conto della responsabilità che abbiamo ai
nostri giorni noi calciatori. Purtroppo certe volte
sbagliamo ma credo che in questi anni ci siamo resi
conto un po’ tutti dei messaggi che mandiamo, di come
siamo diventi opinion leader per tutti i bambini e le
nuove generazioni. Tante volte una cresta fa molto di
più di qualsiasi discorso dei genitori". Lo ha detto il
difensore azzurro Giorgio Chiellini a margine della
cerimonia di conferimento del Gonfalone d'argento,
massima onorificenza del Consiglio regionale, alla
rinata associazione dei familiari vittime dell'Heysel.
"Sono diventato da poco papà, inevitabilmente ti cambia
qualcosa dentro - ha aggiunto - e cominci a pensare
anche a certe cose. Spero che si continui a migliorare e
sono contento di cosa si è fatto nel calcio negli ultimi
anni sia a livello di sicurezza che di educazione. Mi
auguro che si viva questo sport sempre di più con grande
passione ma anche con grande rispetto". Il giocatore ha
sottolineato di voler "fare i complimenti ad Andrea
Lorentini che è un ragazzo come me dato che abbiamo la
stessa età e siamo toscani entrambi, per l'iniziativa
della costituzione di una associazione delle vittime dei
familiari dell'Heysel, e per i valori che sta portando
avanti". Per Chiellini "le parole che esprime per
parlare di ciò che ha vissuto ti rimangono dentro, si
sente tanta passione e sono sicuro che il suo contributo
servirà a dare una mano al calcio per crescere e
affinché non si verifichino più in futuro certi tipi di
tragedie".
TAVECCHIO
- "Il calcio è gioia, gioco di squadra, comunicazioni di
valori importanti, agonistici e culturali, è tutto ciò
che suscita una palla che rotola, che fa emozionare i
nostri giovani. Mi auguro che non si ripeta più una
tragedia simile come quella dell'Heysel. Sono sicuro che
insieme possiamo creare una coscienza di responsabilità.
Puntiamo a stadi senza barriere, dobbiamo fermare
l'ideologia mentale di certi pensieri". Lo ha detto
Carlo Tavecchio, presidente della Figc, nel corso della
cerimonia per il conferimento del Gonfalone d'argento
del Consiglio regionale della Toscana, massima
onorificenza dell'Assemblea, all'associazione dei
familiari delle vittime dell'Heysel. "Bisogna avere
senso civico ed onestà - ha aggiunto. Per questo la Figc
è a disposizione per qualsiasi iniziativa che porti a
far emergere i valori della correttezza sportiva così
come li rappresenta Chiellini che è qui oggi con noi
stasera". Per Tavecchio "questo riconoscimento ad una
organizzazione importante come quella che ha costituito
Lorentini valga come ricordo di un qualcosa di
drammatico. Il calcio non merita di essere legato ad
episodi come queste grandi tragedie umane. Trentanove
morti sono una catastrofe. Bisognerebbe capire come è
accaduto, soprattutto per colpe dovute ad imperizia".
Fonte:
Tuttosport.com © 9 novembre 2015
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Heysel 30 anni dopo il
Gonfalone della Toscana ai familiari delle vittime
di Lorenzo Benocci
Trent’anni
dopo, la Toscana non dimentica la tragedia dell’Heysel.
Fra le vittime di quella assurda serata allo stadio di
Bruxelles, dove persero la vita 39 persone, per
assistere alla finale di Coppa dei Campioni fra Juventus
e Liverpool, c’erano anche cinque toscani: la
studentessa Giuseppina Conti, 17 anni di Arezzo;
Giancarlo Gonnelli di Ponsacco, 20 anni; Bruno Balli,
50enne di Prato e Giovacchino Landini (50 anni) da
Capannori; il medico aretino, Roberto Lorentini, 31enne,
eroe dell’Heysel, già insignito della medaglia al valore
dal Presidente della Repubblica, per aver perso la vita
nel tentativo di salvare un bambino nella maledetta
curva "Z". Oggi nelle mani di Andrea Lorentini, figlio
di Roberto e presidente dell’Associazione Familiari
Vittime dell’Heysel è stato consegnato il Gonfalone
d’Argento, la massima onorificenza del Consiglio
regionale della Toscana.
"Non dimenticare quell’assurda tragedia" - "Il Gonfalone
d’Argento all’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel
- ha detto la vicepresidente del Consiglio, Lucia De
Robertis, che ha promosso l’iniziativa - vuole essere un
richiamo a non dimenticare quell’assurda tragedia di
trent’anni fa, e uno sprone all’opera della rinata
associazione nella diffusione di una cultura della non
violenza nello sport e intorno allo sport". Ha
ringraziato il presidente del consiglio regionale
Eugenio Giani e la vicepresidente De Robertis "per
questa onorificenza così prestigiosa e di alto valore
simbolico" Andrea Lorentini: "Per l’Associazione è un
motivo di orgoglio -ha sottolineato - e al tempo stesso
di stimolo per portare avanti con rinnovata energia il
nostro impegno civile per tenere viva la memoria di
quella tragedia e contribuire a diffondere i veri valori
dello sport con particolare riferimento alle nuove
generazioni".
Alla
cerimonia di palazzo Panciatichi è intervenuta anche una
delegazione della Nazionale, guidata dal presidente
della Federcalcio Carlo Tavecchio, con il difensore
della Juventus e della nazionale, Giorgio Chiellini.
Azzurri in questi giorni in ritiro a Coverciano per
preparare l’amichevole che l’Italia giocherà proprio
allo stadio di Bruxelles (oggi ribattezzato Re
Baldovino) per ricordare quella tragedia del 1985.
Agnelli "ancora oggi increduli" - Il presidente della
Juventus Andrea Agnelli ha inviato un messaggio al
Consiglio regionale della Toscana: "Bisogna adoperarsi
quotidianamente per evitare che episodi del genere
accadano ancora", ha scritto il presidente bianconero.
"Quando accadono tragedie come l’Heysel, che ancora oggi
ci lascia increduli e impotenti, non c’è nulla che possa
lenire il nostro dolore - ha proseguito Agnelli.
Tuttavia, possiamo fare in modo che avvenimenti del
genere non accadano in futuro. Sfortunatamente, la
storia, come in questo caso, è anche memoria di vittime
umane. È quindi nostro impegno, in quanto uomini,
tributare il doveroso omaggio a tutte le vittime di
quella giornata e dimostrare la nostra vicinanza ai loro
cari". L’associazione dei familiari delle vittime
dell’Heysel "non solo persegue con le sue attività
questo lodevole intento, ma si prefigge come principale
obiettivo la promozione della non violenza nello sport,
che da sempre dovrebbe rimandare a valori positivi e
autentici", ha scritto ancora Agnelli, che si congratula
con l’Assemblea toscana "per la lodevole iniziativa e
con Andrea Lorentini per l’onorificenza ottenuta in
questa giornata".
 Pablito
ricorda e si scusa: "Non sapevamo" - Anche Paolo Rossi,
il centravanti di quella Juventus e dell’Italia campione
del mondo in Spagna ’82, ha scritto una lettera per
l’occasione di oggi. "Sono passati trent’anni, ma le
ferite non si sono ancora rimarginate. Sono ancora lì,
aperte e piene di disperazione dei familiari delle
vittime. Io quella sera c’ero e posso raccontare le mie
impressioni su quella inconcepibile, quanto
ingiustificabile, serata". E torna a riaprire con i
ricordi quella pagina che ha cambiato la storia del
calcio: "Quella sera, né l’atmosfera né il contesto
della gara potevano far presagire una simile catastrofe.
Doveva essere una giornata di festa e di gioia" e invece
si trasformò "in un campo di morte ancor prima che il
gioco avesse inizio. Un massacro, prima ancora che il
fischietto dell’arbitro riuscisse a scandire l’avvio
della contesa tra le due formazioni. Io ero lì, pronto a
giocare, ma come molti altri non sapevo cosa fosse
accaduto. Ignaro del dramma, continuai a rincorrere il
pallone e a cercare il gol. Con me, i miei compagni di
squadra". Tutto era già accaduto: "Nell’arco di quindici
minuti esatti si era consumata un’atrocità senza eguali
- scrive Rossi. Inutile la gara da noi disputata e del
tutto fuori luogo il giro di campo e l’esultanza dei
giocatori, me compreso, ancora inconsapevoli.
Impossibile, poi, capire fino in fondo di chi fosse la
colpa: del Comune di Bruxelles, delle Forze dell’ordine,
di uno stadio vetusto e poco - o per niente - idoneo a
ospitare una finale di Coppa dei Campioni,
dell’organizzazione Uefa". Inutile e tardivo: "Troppo
tardi per rimediare alla violenza subita da troppe
famiglie". Ancora oggi "a distanza di trent’anni, tanto
dolore e troppe lacrime versate, ci si interroga sulla
sciagura dell’Heysel, augurandosi che quantomeno possa
essere servita da lezione per non ripetere gli stessi
errori, per evitare altro sangue e lacrime preziose".
"Io ero lì, ma non conoscevo la portata di quel dramma
umano. Chiedo scusa, ma non sapevo. Nessuno di noi
sapeva, né immaginava". Oggi, chiude Rossi, "il mio
pensiero non può che andare alle vittime, e alle loro
famiglie, che hanno combattuto e si sono adoperate, nel
corso di questi lunghi e faticosi anni, affinché
emergesse la verità. Sono con voi, con tutto il mio
affetto e la mia vicinanza".
Fonte:
Agenziaimpress.it © 9 novembre 2015
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Vittime dell’Heysel: Gonfalone
d’argento all’associazione dei familiari
Il Gonfalone d’Argento, massima
onorificenza del Consiglio regionale della Toscana, alla
rinata associazione dei familiari delle vittime
dell’Heysel. Il riconoscimento sarà conferito
ufficialmente lunedì 9 novembre alle 18, nella sala del
Gonfalone di palazzo Panciatichi, a Firenze (via Cavour,
4), con una cerimonia alla quale parteciperanno il
presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani, e la
vicepresidente Lucia De Robertis.
Il Gonfalone d’argento sarà
consegnato ad Andrea Lorentini, figlio di Roberto
Lorentini, il medico aretino che all’Heysel perse la
vita nel tentativo di salvare un bambino. Oggi, Andrea
Lorentini è presidente della rinata associazione. Sarà
presente una delegazione della Nazionale italiana di
calcio - nei prossimi giorni impegnata al Centro tecnico
di Coverciano - guidata da Lele Oriali, team manager del
club azzurro. "Il Gonfalone d’Argento all’Associazione
Familiari Vittime dell’Heysel - dichiara la
vicepresidente del Consiglio, Lucia De Robertis, che ha
promosso l’iniziativa - vuole essere un richiamo a non
dimenticare quell’assurda tragedia di trent’anni fa, e
uno sprone all’opera della rinata associazione nella
diffusione di una cultura della non violenza nello sport
e intorno allo sport". "La presenza di una delegazione
della nazionale italiana di calcio - aggiunge la
vicepresidente -, presente a Coverciano in preparazione
all’amichevole che giocherà con il Belgio a Bruxelles,
proprio in memoria delle vittime dell’Heysel, è
testimonianza di straordinaria attenzione e della
disponibilità della Federcalcio, cui va davvero il
nostro ringraziamento per aver aderito all’invito".
Consiglio Regionale della Toscana © Ufficio Stampa © 6 novembre 2015
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Regione Toscana ©
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La decisione della Regione
Il Gonfalone all’Associazione
vittime dell’Heysel
A settembre, in data ancora da
definire, il Consiglio regionale consegnerà il Gonfalone
d’Argento all’Associazione familiari delle vittime
dell’Heysel, presieduta dall’aretino Andrea Lorentini,
orfano di Roberto, medico morto tentando di salvare un
connazionale e per questo medaglia d’argento al valor
civile. Il 29 maggio 1985, infatti, allo stadio Heysel
di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni
Juventus-Liverpool, morirono 39 persone, 32 italiane.
Cinque di queste toscane: Bruno Balli (Prato),
Giuseppina Conti (Arezzo), Giancarlo Gonnelli
(Ponsacco), Giovacchino Landini (originario di
Capannori) e, appunto, l’aretino Roberto Lorentini.
L’iniziativa è nata dalla volontà della vice presidente
del Consiglio, l’aretina Lucia De Robertis, e del
presidente, Eugenio Giani, nell’anno del trentennale
della strage: "Con il Gonfalone vogliamo non soltanto
ricordare le vittime, ma sostenere idealmente il lavoro
dell'Associazione per una cultura dello sport estranea a
ogni tipo di violenza", ha affermato De Robertis. Andrea
Lorentini, infatti, insieme ai familiari che hanno
aderito ha deciso di ricostituire l'Associazione per
continuare a difendere la memoria dei morti e proseguire
quella battaglia di verità portata avanti dal nonno
Otello, deceduto nel maggio del 2014. Colui il quale
trent'anni fa riunì le famiglie italiane per ottenere
giustizia in un processo difficile e doloroso, al
termine del quale riuscì a far condannare l'Uefa
(responsabile insieme alle autorità politiche e sportive
belghe e agli hooligans del Liverpool) con una sentenza
che ha cambiato per sempre il calcio europeo, rendendola
corresponsabile delle manifestazioni che organizza. "Per
noi familiari - dice Andrea Lorentini - è un onore, ma
al tempo stesso una responsabilità, visto che ci siamo
prefissi di combattere ogni tipo di violenza che cerca
di farsi largo nello sport, non solo quella verbale che
offende i nostri cari. Per questo ringrazio Giani e De
Robertis e mi auguro che alla manifestazione ci siano
anche i Della Valle". In questi mesi l'Associazione ha
portato avanti incontri nelle scuole e a breve
organizzerà un convegno nazionale.
(F.C.)
Fonte: Il
Corriere Fiorentino © 12 agosto 2015
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Gonfalone d'argento per la tragedia dell'Heysel
La massima onorificenza del
Consiglio regionale toscano verrà conferito ai familiari
delle vittime dell'Heysel, dove morirono 39 persone.
FIRENZE - La principale
onorificenza del Consiglio regionale assegnata
all’associazione ricostituita ad Arezzo da Andrea
Lorentini. Trent’anni fa, l’indimenticabile tragedia che
sconvolse il mondo. Non solo quello del calcio. Era il
29 maggio 1985, e 39 persone, arrivate allo stadio
Heysel di Bruxelles per godersi la finale di Coppa dei
Campioni fra Juventus e Liverpool, lì terminarono
tragicamente, assurdamente, le loro esistenze. Una
tragedia che verrà ricordata anche in Consiglio
regionale, a settembre, per merito dell’Associazione
Familiari Vittime dell’Heysel, alla quale l’Assemblea
legislativa regionale consegnerà il Gonfalone d’Argento,
la massima onorificenza dell’istituzione. Lo annuncia il
vicepresidente dell'Assemblea toscana Lucia De Robertis.
"Dal gennaio scorso - spiega in una nota De Robertis,
promotrice del riconoscimento - per iniziativa di Andrea
Lorentini, figlio di Roberto, medico aretino che
sacrificò la propria vita nel tentativo di soccorrere un
bambino schiacciato dalla calca, l'associazione si è
ricostituita, con lo scopo di mantenere il ricordo di
quella tragedia e di contrastare la violenza fisica e
verbale nel calcio e nello sport in generale". Con il
gonfalone, conclude, "vogliamo non soltanto ricordare le
vittime della tragedia, che non devono essere
dimenticate, ma sostenere idealmente il lavoro
dell'Associazione per una cultura dello sport estranea
ad ogni tipo di violenza. Un lavoro che l'Associazione
saprà sicuramente svolgere al meglio. Un motivo di
orgoglio per noi aretini".
Fonte: Toscanamedianews.it ©
11 agosto 2015
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Regione Toscana ©
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Gonfalone d’Argento, De Robertis
(Pd):
"A settembre all’Associazione Familiari Vittime
dell’Heysel"
La principale onorificenza del
Consiglio regionale assegnata all’associazione
ricostituita ad Arezzo da Andrea Lorentini. La
soddisfazione della vicepresidente del "parlamento"
toscano Lucia De Robertis.
Trent’anni fa, l’indimenticabile
tragedia che sconvolse il mondo. Non solo quello del
calcio. Era il 29 maggio 1985, e 39 persone, arrivate
allo stadio Heysel di Bruxelles per godersi la finale di
Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool, lì
terminarono tragicamente, assurdamente, le loro
esistenze. Una tragedia che verrà ricordata anche in
Consiglio regionale, a settembre, per merito
dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, alla
quale l’Assemblea legislativa regionale consegnerà il
Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza
dell’istituzione. "Dal gennaio scorso - spiega la vice
presidente del Consiglio regionale, Lucia De Robertis,
promotrice del riconoscimento - per iniziativa di Andrea
Lorentini, figlio di Roberto, medico aretino che
sacrificò la propria vita nel tentativo di soccorrere un
bambino schiacciato dalla calca, l’associazione si è
ricostituita, con lo scopo di mantenere il ricordo di
quella tragedia e di contrastare la violenza fisica e
verbale nel calcio e nello sport in generale. È un’
impegno importante, necessario in un mondo che ancora
oggi vergognosamente, in troppi stadi, inneggia a quella
tragedia per un’assurda concezione del tifo, e che
mostra preoccupanti livelli di violenza, verbale e non
solo, anche nelle stesse competizioni giovanili". "Con
il Gonfalone - conclude De Robertis - vogliamo non
soltanto ricordare le vittime della tragedia, che non
devono essere dimenticate, ma sostenere idealmente il
lavoro dell’Associazione per una cultura dello sport
estranea ad ogni tipo di violenza. Un lavoro che
l’Associazione saprà sicuramente svolgere al meglio. Un
motivo di orgoglio per noi aretini". "Ringrazio, anche a
nome di tutti i familiari associati, il presidente del
Consiglio Regionale Giani e la vice presidente De
Robertis per questa onorificenza così prestigiosa -
afferma il presidente dell’associazione fra i familiari
delle vittime dell’Heysel Andrea Lorentini - per
l’associazione si tratta al tempo stesso di una
responsabilità e di uno stimolo in più per portare
avanti gli obiettivi che muovono il nostro impegno
civile. L’Associazione - prosegue Lorentini - ha lo
scopo di difendere la memoria dell’Heysel e di chi quel
giorno vi perse la vita, oltre che battersi contro la
violenza, fisica e verbale, nel calcio così come negli
altri sport. In questi mesi abbiamo già condotto
campagne di sensibilizzazione nelle scuole e a breve
organizzeremo un convegno nazionale con lo scopo di
impegnare Coni e Governo su un progetto rivolto alle
giovani generazioni. Quelle sulle quali dobbiamo
investire per una cultura sportiva migliore nel nostro
Paese". Consiglio Regionale della Toscana
Fonte: Gruppopdregionetoscana.it
© 11 agosto 2015
Video:
TeleSanDomenico Arezzo ©
Riccardo Ciccarelli ©
Fotografie:
Arezzonotizie.it © La
Nazione © Il Corriere Fiorentino © Regione Toscana ©
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